La Beffa by hantuan 

La Beffa by hantuan

Sentì suonare, guardò lo specchietto retrovisore, dietro di lui uno stronzo, su di un furgoncino faceva gestacci, alzò gli occhi verso il semaforo, era verde, lasciò distrattamente la frizione della Lancia K facendola strattonare, era stanco, nervoso, pensava alla moglie, la bella Milena, erano sposati ormai da quasi sette anni e tutto era andato bene sino ad oggi, almeno in parte,

Sentiva che tra loro mancava qualcosa, l’amore sì che c’era, ma sentiva la mancanza di quel certo nonsochè che completa l’opera, come l’odore in un fiore o la firma in quadro famoso.

Dovevano chiarire i dissapori che si erano creati giorno dopo giorno, capirsi, aprirsi l’un con l’altro e plasmarsi a vicenda, adattandosi, mettendo da parte l’orgoglio e l’astio, e con l’inesorabile lentezza,

paragonabile a una goccia d’acqua che pian piano scava la roccia,

loro si stavano distaccando

La cosa sicuramente non faceva piacere a nessuno dei due, lui l’amava sempre di più, come il primo giorno che l’aveva vista, e lei lo ricambiava in tutto e per tutto.

Allora, passando davanti alla vetrina multicolore di un fioraio comprò delle rose rosse.



Sette, per quanto erano gli anni che erano trascorsi da quando avevano coronato il loro sogno d’amore.




Rose, la rosa è simbolo di passione gliele avrebbe donate in segno d’amore, sperando in una svolta che avrebbe migliorato i loro rapporti.



Rosse, come il colore della lussuria, sperare era chiedere poco, ci sarebbe voluto un miracolo.



Sorrise pensando tra di se’: sto diventando matto.



Girò la chiave nella toppa, uno scatto, due, Milena non era ancora rientrata, probabilmente era uscita con la sorella per aiutarla a scegliere l’abito da sposa.

Sistemò le rose in un vaso di cristallo e le parò in bella vista sul tavolo del salone

“avendo la cura di togliere la stagnola che avvolgeva gli steli”.

Fu allettato dall’idea di versarsi un brandy, ci pensò, era raro che lui toccasse alcolici, bastava un Martini a fargli fare delle cose strane e l’indomani non ricordarsi più niente, No, decise che non era il caso, doveva essere sobrio e lucido per sistemare le cose, così desistette.

Mise invece in frigo una delle bottiglie di champagne Moet Chandon che gli aveva regalato in segno di riconoscimento il padre di una sua alunna cui lui aveva dato alcune ripetizioni, che poi aveva interrotto.



Trovarsi in casa da solo con Linda, quella splendida e adorabile ninfetta, a tu per tu con il suo giovane ed esile corpo che si andava formando riempiendosi nei punti giusti iniziava a turbare i suoi sonni, non lo faceva sentire a suo agio, aveva preso la decisione che era meglio abbandonare subito, prima che accadesse l’irreparabile, si era scusato con i genitori sostenendo che non poteva, accampando come scusa che doveva dedicare più tempo all’anziana madre.



Aprì il rubinetto della vasca, un bel bagno lo avrebbe rimesso a nuovo, si spogliò evitando di mettere tutto alla rinfusa com’era solito fare, accese lo stereo, inserì un cd, un po’ di musica di sottofondo e l’ideale in qualsiasi situazione.

Con grande magia le note di una vecchia canzone avvolsero l’aria.

Si guardò allo specchio, ammirandosi con un pizzico di narcisismo i grossi e nerboruti bicipiti, nonostante non frequentasse più la palestra i muscoli erano ancora pompati.

La sua carnagione scura gli dava un’aria da fico, a volte in classe abbassava lo sguardo per evitare le occhiate delle sue alunne più spregiudicate, sorrise ripensando alle parole del suo predecessore,

Il professor Brancacci, il giorno che gli affidò la 2° B, che doveva lasciare per cause di salute;



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Un po’ di bagnoschiuma agli ‘Aghi di pino’ era l’ideale per rilassarsi, si infilò nella vasca immergendo anche la testa in acqua, come quando era bambino.



Sentì dei rumori, è incredibile come i tubi dell’acqua trasportino le voci,



Udì distintamente la voce di Mirella, la sua cognatina, che abitava nell’appartamento sottostante,

quindi le due sorelle erano tornate, ancora pochi minuti e Milena sarebbe apparsa sulla soglia bella come sempre, quanto avrebbe tanto voluto che lei entrasse nella vasca con lui, per fare l’amore in acqua, peccato che lei fosse così pudica da non farsi vedere nuda, diceva che la cosa la imbarazzava,

conosceva il corpo della moglie con le mani, e non in determinate zone,



Il non mostrarsi nuda era stata una sua precisa richiesta il giorno delle nozze e lui per amore aveva acconsentito promettendo che non sarebbe mai più tornato sull’argomento,

Credeva che con il tempo si sarebbe sbloccata e avrebbe preso lei l’iniziativa, invece no!,



A letto sesso rigorosamente in posizione classica

”alla Missionaria e nel buio più totale”



“I pompini, i sessantanove, per non parlare di tutte le varianti sessuali utilizzate facendo sesso con la sua vecchia fiamma, prima di conoscere Milena facevano parte ormai dei ricordi del passato”



Scivolò per sciacquarsi nell’acqua che ormai si stava raffreddando.

Udì un gemito:

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Uscì la testa per riprendere fiato e vide la cappella paonazza del suo cazzo turgido sembrava un fungo in un lago, senza rendersene conto, lo stringeva con la mano alla base serrandolo forte, non si sapeva così “guardone”,

Mirella se la godeva alla grande, si stava facendo leccare la fica.

Non come Milena…. (vergine al matrimonio alle soglie del 2000)



>,



Certo che la cognatina ha le idee chiare, sadiche ma chiare, pensò,



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Non capiva quello che stava succedendo nell’appartamento sottostante, l’italiano di Mirella faceva acqua da tutte le parti, ma non gliene importava molto adesso, era eccitato come non mai, sentiva le vene del suo cazzo pulsare pompando sangue, mentre la mano iniziava un lento lavorio per darsi piacere, d’altronde masturbarsi era diventata la sola alternativa che usava come pratica sessuale, oltre alla bella, ma alla lunga monotona scopata che faceva con la moglie Milena.

Ogni volta sembrava la fotocopia di quella precedente.



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Allora erano in tre!, non erano da soli Mirella e Valter il neosposo,

di conseguenza un dubbio gli passò per la testa.





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Il modo sboccato di parlare della cognata non faceva che accrescere la sua eccitazione, sentiva lo sperma montargli nei coglioni,

prese più aria possibile prima di immergersi voleva sborrare,



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Tossì fortemente, sputando l’acqua che aveva in bocca, stava quasi per affogare, d’altronde; capire, sentendolo affermare dalla bocca della moglie, l’amore della sua vita che si sdoppiava in un alter ego.

In una sorta di Dottor Jekkil e Mister Heid, dove lei da morigerata e candida sposina in una strana metamorfosi si trasformava in una grande troia affamata di sesso alla costante ricerca di cazzo.

Vedendo le cose dal punto di vista di Milena a lui toccava la parte del bravo sposino timidino e bigotto, che non vedeva aldilà del proprio naso,

Nò!, Questo proprio non gli andava giù, le cose dovevano cambiare……….

Non si sentiva tradito, non era geloso o furente con la moglie che gli aveva abilmente celato il suo vero essere, la sua intelligenza era più forte di qualsiasi gelosia, Anzi era contento, Ora sapeva contro chi combattere,

Non contro i mulini a vento,

Trovava finalmente una logica ed esaudente risposta a tanti perché a tutte le domande, che non aveva avuto il coraggio di porre alla moglie.

Ormai ciò che era stato fatto faceva parte del passato ora toccava a lui darsi da fare se voleva dare una svolta cruciale e positiva alla sua vita.



Radicalmente cambiare!!…………



Elaborò velocemente un piano, usci dalla vasca e infilò un accappatoio,

andò a aggiungere un’altra bottiglia di champagne a quella che si trovava già in frigo, il piano si andava lentamente delineando……

Indossò dei pantaloncini blu, dei sandali neri e una di quelle canottiere bianche che usava quando si allenava, di quelle che evidenziano e lasciano scoperti i muscoli del torace, aveva sentito più volte lo sguardo languido carico e desideroso di Milena posarvi sopra e fissarlo furtivamente attratta dal suo corpo, per poi volgerlo subito altrove,

Lo squillo del campanello lo riportò con i piedi per terra, andò ad aprire,

Era lei bella non mai, l’orgasmo prima raggiunto aveva rilassato l’epidermide,

I suoi occhi brillavano per via delle pupille ancora leggermente dilatate.



> disse sistemandosi sui capelli gli scuri occhiali da sole, la baciò sulla guancia, forse era la suggestione ma appoggiando le labbra sul suo volto aveva percepito odore di sesso, nonostante la forte fragranza del profumo Chanel n°5 ella fosse solita ad usare in quantità esagerata.

Entrò in casa con fare sicuro, indossava un abito scuro che fasciava il suo longilineo corpo, le scarpe nere con i tacchi a spillo la slanciavano, facendola sembrare più alta, affusolando ancor di più le caviglie, i capelli legati in uno chignon fermati da uno spillone le lasciavano la sensualissima nuca scoperta, quante volte si sarebbe soffermato a baciargliela, sfiorargliela, passando lentamente la punta della lingua in quella tenue peluria, sino a farle venire i brividi alla schiena, anche quella era una di quelle piccole cose che a lui mancavano.



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> lei si avvicinò nuovamente e appoggiando le labbra alle sue, questa volta riuscì a sentire nettamente il sapore acre dell’umore di Mirella, almeno si augurò, in alternativa poteva essere lo sperma del suo futuro cognato, si meravigliò di se stesso in quanto la cosa non lo aveva minimamente schifato.





Cenarono come al solito nel grande salone, consumando il pranzo veloce che lui aveva preparato, a base di pesce precotto, innaffiato da un buon vino bianco,

il Colomba Platino faceva al caso, sposava con il pesce alla perfezione,

La luce tremolante delle candele creava un’atmosfera particolare riflettendosi sui petali delle rose parate in bella vista al centro al tavolo

Poi come di consuetudine si spostarono sul divano a fumare e guardare la tv,

dopo che lei ebbe spento la sigaretta,

Andò in cucina da dove tornò con lo champagne e due bicchieri adatti,

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>, disse lui,

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e dandogli le spalle riempì i bicchieri, non dopo aver fatto cadere della cenere in quello di lei, glielo offrì, lei bevve degustando lentamente, allora guardandola dritto negli occhi, si mosse per cercare la sua bocca, lei non si allontano, ma serrò le labbra irrigidendosi come era solita fare, di conseguenza lui si sarebbe allontanato indispettito, invece no!,

Stavolta sapeva cosa fare, La invitò a ballare, versandole dell’altro champagne, che lei bevve avidamente, cucinando il pesce aveva appositamente esagerato con il sale, di conseguenza la sete era normale.

Si era versato anche lui lo champagne, ma con un abile colpo di mano aveva rovesciato il contenuto del bicchiere sul tavolino, fingendo di essere brillo,

ne’approfittò per riempire nuovamente il bicchiere di Milena e fingere di versarne anche per se e di bere.

Al terzo bicchiere lei già ballava da sola al centro della stanza al ritmo di musica latinoamericana, si era tolta le scarpe e con il ballonzolare continuo dei seni il top si era alzato in vita scoprendo l’ombelico ed il bianco ventre, rimase senza parole vedendo i segni bluastri dei lividi che lo decoravano, tirò dentro la saliva che si era accumulata in gola, andò a prendere l’altra bottiglia,

In cucina si asciugò il sudore che copioso gli imperlava la fronte, sentire che Milena adorava farsi percuotere era un conto, ma vedere i segni, per lui che aveva timore anche a prenderla per un polso per timore di farle del male gli veniva pesante, bevve dell’acqua fredda, per riprendersi, doveva portare a termine la cosa, se no sarebbe andato via di casa la sera stessa.

La musica spagnoleggiante del film “ Il Ciclone “, arrivava dal salone.



>, entrò agitando la bottiglia,

Milena era montata su di un tavolo e tenendosi la gonna su con le mani muoveva dei passi di flamenco guardandosi i piedi, fu proprio lì che posò il suo sguardo, erano l’oggetto del suo desiderio, e quelle poche volte che glieli aveva toccati con la scusa di massaggiarli per togliere i segni delle stringhe, Lei prediligeva quel genere di calzature, inevitabilmente era finito in bagno per darsi piacere e far calare la sua eccitazione, non voleva lei sapesse delle sue perversioni, del suo essere feticista.

>

Ormai era cotta, si allungò per prendere il bicchiere e per poco non cadde dal tavolo, inciampando nella lunga gonna, la aveva lasciata cadere giù,

Lui la aiutò a tenere l’equilibrio trattenendola dai fianchi,

>

> esclamò, lanciando il bicchiere di cristallo alle sue spalle che si andò ad infrangere sulla colonna del camino, disintegrandosi in mille frammenti.

Intanto la musica spagnola era finita lasciando spazio ad una musica da discoteca, ballabile, molto ritmata, ma con i toni bassi così elevati da provocare la sensazione di sentirli dentro di se’.



Ebbe paura non aveva mai visto Milena così euforica e spregiudicata,

lei che ai suoi occhi era apparsa sempre fredda e distaccata,

>

> e barcollò pericolosamente,

> si accorse che le stava parlando con un tono autoritario, che non avrebbe usato nemmeno con il suo cane, si scoprì eccitato,

La tirò per la gonna, che lei divincolandosi lasciò scivolare dai fianchi e scalciò con i piedi, continuando a ballare in top e le mutandine, che altri non erano che un esiguo triangolino di stoffa color prugna che a stento le ricopriva i chiari peli pubici trattenuto da un laccetto che le spariva tra le rosee e martoriate chiappe, per poi avvolgerle i tondi fianchi.

La visione era sublime, vedere il corpo flessuoso di Milena muoversi ritmicamente,

mentre si alzava i capelli, lo ipnotizzava, era bello da vedersi.

> Era eccitato come non mai, sentiva il cazzo premere nei suoi pantaloncini aderenti, le diede una sonora pacca nel culo

> furono le parole che riuscì a sentire in mezzo a quel frastuono.

Si avvicinò allo stereo per spegnerlo, fingendosi irritato, nell’euforia sbagliò tasto e la voce roca di

Joe Cocker nel famoso brano dello spogliarello in ” 9 settimane e 1/2 “ echeggiò nella stanza;

così Milena imitando la sensualissima Kim Basinger iniziò un estenuante spogliarello.

Iniziò ad ancheggiare alzando le mani, per sistemarsi capelli e poi prendere il top e sfilarlo facendolo roteare in aria e gettarlo lontano, il reggiseno anch’esso color prugna a stento conteneva i

seni prosperosi che seguendo i movimenti del corpo dondolavano dolcemente,

da non credere, sua moglie stava danzando improvvisando uno spogliarello per lui.

>

> riempì il bicchiere solo a metà non voleva correre il rischio che si addormentasse sul più bello, non allungò la mano più di tanto cosi che lei si dovette accosciare per prendere il bicchiere, tolse la mano, che teneva il reggiseno già sganciato lasciando libere le candide mammelle, con i denti afferrò un capezzolo succhiandolo avidamente, con la mano stringeva l’altro seno.

>

si allontanò e lasciò partire una manata sul seno

>

> ci stava prendendo gusto, lei ogni tanto in uno sprazzo di lucidità lo fissava, poi continuava, facendo roteare i fianchi come una danzatrice del ventre prese un seno e lo portò alla bocca tirandosi il capezzolo con i denti quasi a staccarselo, mentre la mano accarezzando il ventre scivolava sotto le mutandine, lui si alzò e prese la bottiglia la agitò schizzandola in volto e sui seni, la donna era in delirio, leccava lo champagne che si trovava ai lati della bocca, e si spalmava quello sui seni, con mossa repentina si sfilò le mutandine lasciando alla vista di Franco, le labbra della fica erano lisce, abilmente depilate con solo un ciuffo di peli tagliati a triangolo, Franco appoggiò la bottiglia ormai vuota al centro del tavolo trattenendola con la mano, Milena come in una tacita intesa iniziò ad accosciarsi, la sua intimità si schiuse lasciando intravedere il rossore del suo interno, mentre Milena con l’estremità della bottiglia si titillava il clitoride, mugolava come una cagna in calore.



allungò una mano per accarezzarle il volto teso per l’eccitazione, lei aprì la bocca e gli leccò un dito imitando un lussurioso pompino, intanto lei con fare sapiente giocava con la bottiglia,

allora scialati, e le diede un ceffone in una guancia talmente forte da farle girare la testa e lasciarle impressa la forma della sua mano, tentennò, credendo di aver esagerato, lei lo guardo e con il sangue che gli colava dal labbro disse:

> allora godi, puttana e appoggiandole la mano sulla sua spalla la spinse verso il basso facendole sparire la bottiglia dentro di lei per trequarti,

>

disse Milena mentre i suoi umori colavano fuori e dentro la bottiglia,

>

>

> prese la bottiglia e la tiro fuori di lei con furia provocando uno schiocco, dovuto alla pressione che si era creata all’interno.

Con uno spintone la buttò giù dal tavolo, facendola cadere carponi su di una grande pianta grassa, comunemente chiamata “ La poltrona della suocera ” a causa della moltitudine di minuscole spine da cui e rivestita, Franco rabbrividì, pensando di averla fatta grossa quando la senti gemere.



>

> allora Franco si avvicinò a lei glielo appoggiò, ma lei con un colpo di reni lo accolse tutto dentro di lei, era ancora dilatata a causa della bottiglia, uscì il cazzo impiastricciato degli umori di lei,

appoggiò il glande nel culo spingendo dolcemente,

> disse lei impaziente,

>

> e spingendo il culo all’indietro accolse tutto il cazzo dentro di se,

> allungo le mani per stringerle i seni ma si punse,

Milena sembrava un puntaspilli, allora puntellandosi sulle ginocchia cominciò a muoversi dentro di lei. fu l’unica cosa che riuscì a sentire.

>

alzandosi gli appoggiò il piede sulla schiena pressandola ancor di più sulle spine mentre aiutandosi con la mano veniva copiosamente sulla schiena e sui glutei.

> disse lei in un tono rilassato.

Suonarono e bussarono alla porta, quasi la volessero buttare giù.

Franco s’infilò il pantaloncino in fretta e furia e andò ad aprire,

Avvolta in un’accappatoio rosa vi era Mirella, sua cognata, appena lui aprì la porta gli passò sotto il braccio sgaiattolando dentro.

> No, niente Milena è scivolata,

Intanto Mirella era entrata nel salone dove vide la sorella nuda, con il corpo visibilmente strapazzato, addormentata accanto alla pianta,

>

> furono le parole che Milena riuscì a pronunciare, alzò la mano che aveva appoggiato alle spalle della sorella notando una sostanza appiccicaticcia, maliziosamente portò l’indice alla bocca succhiandolo, sentì il sapore della sborra, si voltò a guardare il cognato che nel frattempo si era seduto sul divano accorgendosi solo allora delle vistose e inequivocabili macchie sui pantaloni.

>

>

>

Sorrise slacciandosi l’accappatoio, scoprendo il suo corpo da cerbiatta e camminando carponi si avvicinò al cognato.



Gli accarezzò la gamba irta di peli, giocherellando con essi, risalendo piano sotto i pantaloncini sino ad arrivare all’inguine sfiorando con il dorso delle dita la sacca scrotale, mentre senza spostare lo sguardo dai suoi occhi gli passava la lingua sul torace muscoloso.

Si rizzò in piedi di scatto

>

> e appoggiò, le labbra alle sue, lei ricambiò, le lingue si sfiorarono come in un dolce rincorrersi.

> disse, accarezzandogli il volto,

Allora gli raccontò della vasca, che prima quando erano di sotto, da lei, aveva sentito le voci di tutti e tre, la sua, quella di Milena e quella di Valter, che si era eccitato allo spasimo e masturbato ascoltando il suo turpiloquio, nonostante stesse accorgendosi in quel momento che non conosceva assolutamente la verità, era felice perché aveva capito chi fosse in realtà la propria moglie.



Era…………Milena:



La porca Milena



La troia Milena



La vacca Milena



La zoccola Milena



La pompinara Milena



La puttana Milena



La cagna Milena



La bella Milena



La vera Milena



La sua amata Milena



La sua futura vita con Milena, che da oggi avrebbe amato sempre di più.

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