Fiammetta by BMJ 

Fiammetta by BMJ

Mi chiamo Alvise, sono nato a Venezia 29 anni fa, sono alto 1,88 e peso 75 Kg., mi sono laureato in giurisprudenza a Padova con un buon punteggio, affianco mio padre nella gestione delle nostre aziende. Pratico lo sci, la vela, ho conseguito i brevetti di pilota per aerei ed elicotteri, ho fatto il militare, come ufficiale di complemento, col grado di sottotenente, nei paracadutisti, sono stato in Somalia e mi sono guadagnato un encomio, da un anno sono sposato con Fiammetta.



Il nonno asserisce che la nostra famiglia è antichissima. Secondo lui, discendiamo in linea diretta, da quel Bembo che, nel 785 sottoscrisse assieme ad un Corner, un Bragadin ed un Giustiniani, l’atto di fondazione del monastero di S. Giorgio Maggior. La nostra sarebbe una delle quattro famiglie, cosiddette evangeliste, e diversi nostri antenati sono stati Dogi. Il nonno studia documenti ed archivi, per avvalorare le sue tesi, ma finora non vi è ancora riuscito. I Francesi, quando nel 1797, invasero Venezia ed abbatterono la Repubblica, oltre ché a spogliarla delle sue ricchezze, distrussero il Libro d’Oro della Nobiltà. Dopo i Francesi, vennero gli Austriaci, i quali, fra il 1815 ed il 1830, pretesero il pagamento d’ingenti somme per riconoscere i titoli nobiliari, e molte famiglie, tra cui la nostra, non furono riconosciute come patrizie.



Come ho appena detto, sono sposato con Fiammetta, lei ha 25 anni, è bionda ed ha gli occhi verdi, è alta 1,75; le sue misure sono perfette ed è bellissima. Fiammetta è istruita e colta, oltre all’italiano, parla correntemente il francese, l’inglese ed il tedesco, è laureata in Scienze politiche. Lei appartiene ad una famiglia nobile, d’origine friulana, trasferitasi nel trevigiano sulla fine del seicento. Ci conosciamo da sempre ed il matrimonio è stato il coronamento del nostro amore.



Veramente, non ce la facevo più ad aspettare, non mi bastavano più i baci e le carezze, anche perché lei non faceva niente per fermarmi.



Forse vi chiederete perché vi racconto tutto questo, in fondo sono storie di vita privata, che possono interessare soltanto le persone coinvolte, ma se avrete la pazienza di ascoltarmi, verrà il momento che scoprirete la loro importanza.



Il giorno dopo la cerimonia nuziale, abbiamo riempito i nostri zaini e siamo partiti in viaggio di nozze. Avevamo deciso, già da lungo tempo, di non affidarci ad un’agenzia di viaggio e di andare all’avventura, evitando gli alberghi di lusso e le comitive dei turisti.



Ci siamo imbarcati su un aereo per Madrid, ed una volta arrivati, abbiamo preso alloggio in una locanda. Per alcuni giorni, abbiamo visitato la città, a dire vero, soprattutto i locali notturni, le discoteche e le balere. Lì, abbiamo conosciuto Marcel e Véronique, due ragazzi francesi, carini e simpatici, un po’ fuori di testa, che dicevano di essere diretti in Marocco.



I nostri nuovi amici erano piuttosto squattrinati, e per procurarsi i soldi necessari per vivere e proseguire il viaggio, lui si arrangiava con piccoli lavori saltuari, e lei facendo la spogliarellista. Avevo il sospetto che Véronique, ogni tanto, quando erano proprio a corto di denaro, si prostituisse, ma questi non erano fatti miei, e preferivo non approfondire la questione.



Una sera, Marcel ci annunciò che, il giorno successivo, sarebbero partiti per il Portogallo, dove con un po’ di fortuna, si sarebbero imbarcati su un peschereccio che li avrebbe sbarcati sulla costa Marocchina, ci ha invitato ad accompagnarli ed a seguirli nell’avventura. Io ero indeciso, ma fiammetta era tentata ad accettare l’invito, era rimasta affascinata dalla bellezza di Véronique e dai suoi modi, a dire poco, spregiudicati. In effetti, questa mi corteggiava sfacciatamente, mentre ballavamo si stringeva a me, sentivo i seni premere sul mio petto, respiravo il suo profumo, e per parlare, per superare il rumore della musica, dovevamo avvicinare il viso, tanto da essere a guancia a guancia, sentivo il suo fiato caldo all’orecchio, e non potevo impedirmi di aver una reazione fisica, che lei, strusciandosi, dimostrava di apprezzare, mi divertivo a flirtare, senza però andare oltre il consentito.



Non posso nascondere di essere stato tentato, ma dopo averli conosciuti meglio, la compagnia di quei due non mi attirava più, io temevo soprattutto l’influenza di Véronique su Fiammetta, la quale, fino allora, era sempre vissuta in un mondo ovattato e protetto, e mi pareva tanto ingenua da non capire, che la sua amica era una puttanella, pronta a venire a letto con me.



Per farla breve, alla fine, per accontentare mia moglie, ho accettato di intraprendere quel viaggio, e la mattina successiva, abbiamo preso il treno per Lisbona.



Già durante il viaggio, i miei timori ebbero una prima conferma, Véronique stava tentando di convincere Fiammetta a fumare l’erba e solo un mio deciso intervento la fece desistere, e poi si comportavano in modo indecente, si baciavano e le loro mani non rimanevano ferme, con grande scandalo degli altri viaggiatori.



Giunti a destinazione, non potevamo separarci dei nostri compagni senza un motivo valido, e cosi li abbiamo seguiti lungo la costa, in un villaggio di pescatori, a circa un’ora d’autobus a sud di Lisbona, lì c’era una locanda, che Marcel sembrava conoscere bene. Era un posto squallido, non troppo pulito, con un solo servizio in comune in fondo al corridoio, niente bagno e neanche doccia, e per finire siamo stati alloggiati in un’unica stanza, con due letti da una piazza e mezzo, un lavabo di ghisa smaltata ed un bidet di plastica, posto, su un supporto di legno, in un angolo della stanza. Sembrava uso di quei posti dove si affittano le camere ad ora, persino in Somalia ero stato alloggiato meglio.



Fiammetta era sconcertata, non aveva mai visto e neanche immaginato un posto del genere, credo che se le avessi proposto di tornare indietro, lei avrebbe accettato, ma purtroppo non l’ho fatto e siamo rimasti lì.



Una volta in camera, Marcel e Véronique, senza badarci, si spogliarono e si lavarono, poi si misero a letto. Io non avevo problemi, da militare, in Somalia, né ho viste tante. Ma Fiammetta non sapeva come fare per lavarsi e spogliarsi in presenza di quei due, cosi mi ha chiesto di prendere una coperta e di farle da paravento.



Appena fu sotto le coperte, Fiammetta si strinse a me e disse “Alvise, caro! Cosa ci facciamo qui? Forse non dovevamo accettare di venire qui.”



“Ma vuoi andare in Marocco?” chiesi io.



“Si! ma non credevo di andarci cosi.”



“Porta pazienza cara, è questione di pochi giorni, però ricordati che sul peschereccio, non sarà molto più confortevole.’



‘Hai ragione, ma non sarà neanche schifoso come qui.” mi disse lei, rassegnata.



Stavamo ancora parlando, che dal letto vicino, si alzarono dei sospiri e dei gemiti, che non lasciavano dubbi sulle attività dei nostri compagni di viaggio, quei due spudorati scopavano, senza ritegno, come dei conigli in calore.



Fiammetta, dopo un attimo di disagio, affondò la testa sotto le coperte e si mise a ridere nervosamente stringendomi, ogni tanto faceva capolino da sotto la coperta e gettava uno sguardo curioso verso la coppia che scopava. Io non ridevo per niente, anzi quei rumori mi eccitavano e non riuscì a resistere alla tentazione di stringere Fiammetta, ho messo la mano sul morbido monte di Venere. Lei si scioglieva e la sua fighetta era umida di desiderio, mi ha accolto con passione e ci siamo dimenticati degli altri.



In camera, Marcel e Véronique vivevano quasi nudi, e scopavano, senza preoccuparsi della nostra presenza. Véronique, quando vedeva Fiammetta a disagio per spogliarsi, rideva e la prendeva in giro.



Fiammetta era seccata e, dopo un paio di giorni, sbottò “T’interessa tanto di vedermi fare il bidet? Allora guarda!” e mi disse di togliermi di mezzo. Non ero per niente soddisfatto, il pensiero di veder mia moglie mostrarsi nuda, mi metteva fortemente a disagio, ma non voleva neanche rendere la nostra convivenza ancora più difficile, ed a malincuore mi sono allontanato.



Véronique non si è scomposta, ha guardato Fiammetta con aria seria, e ha detto “Pauvre p’tite fille! t’avais peur de montrer ton con? Que f’ras tu dans l’désert?”



Marcel ghignava, e non staccava gli occhi da mia moglie, mormorava, rivolta a Véronique “Elle n’est pas mal la poupée, regarde ses nichons, et son con sans poil.”



“Tu voudrais bien les toucher, hein! mon gros cochon! alors qu’attend tu?”



“Je la baiserai, quand tu coucheras avec lui, un peut de patience.”



Parlavano piano e velocemente, sicché non ero riuscito a capire tutto, ma ero preoccupato, le oscenità che avevo captato mi bastavano, non volevo che mia moglie rimanesse vittima dei maneggi di quei due e fosse coinvolta in una storia poco pulita, ero francamente seccato. Fiammetta, invece, ancora arrabbiata, non li ascoltava, terminò di lavarsi ed andò a sdraiarsi sopra il letto, senza neppure prendersi la briga di rivestirsi.





Allora, Véronique è andata a sedersi sulla sponda del letto, le ha dato un leggero bacio sulle labbra, poi ha detto “Scusami Fiammetta, non volevo essere sgarbata, ma durante le prossime settimane vivremo assieme, nel deserto, dovremo lavarci, tutti e quattro, in un unico catino d’acqua, e forse non avremo neanche quello, e sarà inevitabile mostrarci nudi, non ci sarà spazio per i falsi pudori.”



Fiammetta è rimasta in silenzio un breve momento, poi ha risposto “Hai ragione, sono una sciocca, ma non pensavo che vivendo cosi a stretto contatto, queste cose erano inevitabili, facciamo la pace!”



Oramai c’eravamo adeguati, avevamo dimenticato le nostre perplessità, e ci comportavamo come se fossimo soli, sia di giorno, sia di notte, e non sono neanche rimasto disturbato, quando un paio di volte, mi sono accorto che ci stavano guardando mentre facevamo l’amore.



Il fatto di vivere a stretto contatto, aveva creato un’inevitabile atmosfera di familiarità e portato a dei contatti fisici altrimenti impensabili, più di una volta mi ero trovato Véronique stretta addosso, e non posso nascondere che era una sensazione molto piacevole, se non fossi stato sposato, me la sarei portata a letto molto volentieri, e sono certo che lei ci sarebbe stata, perché quando andavamo in trattoria, spesso suo piede cercava il mio sotto il tavolo. Anche tra Marcel e Fiammetta, c’erano degli atteggiamenti, che in altre circostanze m’avrebbero fatto ingelosire. Speravo che Marcel non né approfittasse troppo, perché avevo notato che egli aveva una certa propensione ad allungare le mani, le stringeva la vita, le metteva il braccio sulle spalle, con una familiarità eccessiva, ma lei non si lamentava, e quindi non avevo motivo per intervenire.



Siamo rimasti lì per quasi due settimane, andavamo in spiaggia, oppure in giro alla ricerca di un’imbarcazione, finché un giorno incontrammo un padrone pescatore, che andava alle isole Madeira, era disposto, dietro compenso, a portarci in Marocco, saremmo partiti la mattina successiva. Sono stato contento di lasciare questo posto, perché da diversi giorni Fiammetta si comportava in modo strano, era nervosa, perfino agitata ed improvvisamente esuberante, a volta evitava la compagnia di Marcel, mentre in altre occasioni sembrava ricercarla. Di notte, ed anche di giorno, mi stuzzicava, malgrado non ce né fosse alcun bisogno, prendeva l’iniziativa, diventava sempre più appassionata e lussuriosa, tanto da lasciarmi piacevolmente sorpreso quando si è chinata per baciarmi e succhiarmi l’uccello, chiedendomi poi di leccarle la figa. Sospettavo che sotto ci fosse lo zampino di Véronique, la quale, probabilmente, si era messa a curare l’educazione sessuale di Fiammetta, consigliandola sulle cose che piacciono agli uomini.



La sera prima della partenza, Joao il locandiere ci annunciò che c’era una festa in paese, con balli in piazza, la cena servita all’aperto e vino a volontà, cosi siamo andati alla festa.



Per tutta la serata abbiamo ballato, mangiato e soprattutto bevuto abbondantemente. Fiammetta era salita sopra un tavolo per ballare ed improvvisare uno spogliarello, l’ho dovuto tirare giù, nonostante recalcitrasse, quando stava per sfilarsi le mutandine. Verso le due della mattina, la festa ebbe termine, eravamo sbronzi tutti e quattro, nessuno di noi aveva sonno e neanche voglia di tornare alla locanda e ci siamo diretti verso la spiaggia.



A quell’ora la spiaggia era deserta, debolmente illuminata dal chiarore della luna, le donne erano euforiche, camminavano tenendosi allacciate, parlottavano fra loro e ridevano sguaiatamente.



Fu allora che Marcel propose di fare il bagno; l’alcol aveva fatto sparire qualsiasi inibizione, ci siamo spogliati e nudi siamo scivolati nell’acqua tiepida, in poche vigorose bracciate mi sono allontanato dalla riva. All’improvviso mi sono sentito afferrare una gamba, era Véronique che, nuotando sott’acqua mi aveva raggiunto. Scherzavamo, facevamo la lotta, abbracciandoci nell’acqua. Riemergevamo in cerca d’aria, ridendo ed incuranti della vicinanza di Marcel e di Fiammetta, che da parte loro, si divertivano allo stesso modo.



Véronique s’immerse di nuovo e passando fra le mie gambe mi toccò, come per gioco. Apriva le gambe di modo che potessi passarci in mezzo, era nuda e potevo ammirare il suo cespuglietto scuro. Poi improvvisamente, Véronique mi abbracciò, coprendomi con tutto il suo corpo. L’acqua era cosi salata che ci teneva a galla, aiutandoci a nuotare senza sforzo, faceva ondeggiare i seni di Véronique avanti ed indietro come due grandi ninfee fluttuanti. Dopo tanti tentennamenti, la mia resistenza alle sue lusinghe è svanita. Le ho afferrato i seni, glieli ho baciati, poi ho preso i capezzoli in bocca per succhiarli, lei teneva gli occhi chiusi, ansimava, mugolava e mi stringeva a sé.



La punta del mio pene fregava contro il suo sesso, lentamente, senza sforzo, aiutato dalle fluttuazioni dell’acqua l’ho penetrata. Ci baciavamo, le nostre lingue s’intrecciavano, succhiavo le sue labbra morbide ed improvvisamente, lei ha rovesciato la testa all’indietro con un singhiozzo strozzato e l’orgasmo ci ha investito.



Ansimanti, senza dire una parola, ci siamo separati, lei mi ha accarezzato il viso con la punta delle dita e si è allontanata verso la spiaggia, lasciandomi stordito ed ancora disorientato per l’accaduto. Soltanto allora mi sono ricordato di Marcel e di Fiammetta, li ho cercati con la sguardo e li ho visti, erano sdraiati nella sabbia, vicini l’uno all’altra, lui le aveva passato un braccio sotto la nuca e la stringeva a sé.



Mi è venuto un dubbio, presto trasformatosi in certezza, mentre facevo l’amore con Véronique, Marcel si era scopato mia moglie, ho sentito i morsi della gelosia e mi sono avvicinato a grandi passi. Erano addormentati, Fiammetta aveva la testa poggiata sulla spalla di Marcel, una mano posata sul suo petto ed una gamba incuneata fra le sue. Sono rimasto a guardare, indeciso, perché dopo aver fatto l’amore con Véronique, non ero certamente nella posizione migliore per dimostrarmi geloso, e poi l’ubriachezza mi faceva vedere le cose sotto una luce diversa, in fondo, cos’è una scopata? soltanto un attimo, e poi …non riuscivo a ragionare lucidamente e mi guardavo in giro, cercando Véronique.



Véronique mi ha raggiunto, sorridente mi ha preso la mano e mi ha condotto in disparte, si è lasciata cadere sulla sabbia e mi ha attirato vicino a lei, ci siamo baciati, accarezzati ed abbiamo fatto l’amore con tutta la foga e la passione di cui eravamo capaci.



Era quasi l’alba quando mi sono svegliato, Véronique era ancora addormentata, mi stava addosso, Fiammetta e Marcel si erano mossi, non erano più allacciati, mi sono alzato per andare a tuffarmi in acqua per liberarmi dalla sabbia, anche gli altri si sono svegliati e nuotavano vicini a me, usciti dall’acqua, abbiamo raccolto i nostri vestiti e cosi, nudi e bagnati, siamo corsi verso la locanda.



Il paese era deserto, solo qualche cane randagio abbaiava al nostro passaggio, abbiamo raggiunto la locanda senza incontrare anima viva, l’aria della notte aveva asciugato i nostri corpi, ci siamo lasciati cadere sui letti, avevamo ancora qualche ora di tempo prima d’imbarcarci, né potevamo approfittare per riposare un po’ e farci passare la sbornia del tutto. Ma pareva che Fiammetta avesse altri progetti, mi si stringeva addosso, insinuava una gamba fra le mie e premeva la sua fighetta umida contro la mia coscia, si strusciava lentamente, mi mordicchiava i capezzoli, mi baciava e con la mano mi stringeva delicatamente lo scroto, risvegliando la mia virilità. L’ho rovesciata sul letto, le passavo la mano fra le cosce, era zuppa, lei avvicinava la bocca al mio orecchio e mormorava “Dai! montami! ho voglia di te.”



Non me lo sono fatto ripetere due volte e con un’unica spinta l’ho penetrata, lei mi cingeva i fianchi con le gambe, tenendomi stretto, mi diceva “Fai piano, non voglio venire subito.” Mi sono ritirato, lasciando solo la punta del pene appoggiata alla fighetta, poi sono tornato a penetrarla. Fra un gemito e l’altro, Fiammetta ha detto “Sei un porco, mi hai messo le corna, ti sei scopato Véronique, ti ho visto sai! sia nell’acqua sia sulla spiaggia, su! raccontami! ti è piaciuto? è più brava di me?”



Non ho provato alcuna vergogna e neanche imbarazzo, mi sono messo a descrivere le mie effusioni acquatiche con Véronique e la scopata sulla spiaggia, mi rendevo conto che Fiammetta si eccitava sempre più nel sentire questo racconto, è tornata a chiedere “E’ più brava di me?”



“Non che sia più brava di te, è solo diversa, è un’altra cosa.” Poi, a mia volta, ho detto “E tu! io sarò un porco, ma tu sei una puttana bella mia! appena ho voltato le spalle, ti sei fatta montare! com’è stato fare l’amore con Marcel?”



Fiammetta non si è scomposta e mi ha risposto “Ti dispiace che sia una puttana? a me, no! ma non preoccuparti, non voglio farne un’abitudine. In quanto a Marcel non è meglio di te, è soltanto diverso, con lui ho fatto del sesso, non l’amore.”



I ragionamenti di Fiammetta non mi sono piaciuti, erano amorali ed erano riusciti a farmi venire un senso di colpa, ho ripreso a scoparla con foga, poi mi sono fermato ancora ed ho detto “Calmati Fiammetta, non litighiamo, abbiamo bevuto troppo entrambi, è stato colpa dell’alcol, quel che è stato è stato, dobbiamo dimenticare quest'episodio, ma non dovrà più succedere, o il nostro matrimonio andrà in pezzi, mi credi?”



Lei mi ha baciato, poi ha risposto “Hai ragione, caro, non possiamo prendere certe abitudini, ma non hai risposto alla mia domanda.”



“Non sono felice di sapere che sei una puttana, ma non posso farci niente, io ti amo e ti accetto come sei.”



Lei si è quasi seccata “Ma tu! mio caro, non puoi lamentarti, dovevi pensarci prima di andare a scopare Véronique!”



Non avevo voglia di discutere “D’accordo, è colpa mia, se mi fossi occupato di te anziché divertirmi con Véronique, non ti saresti fatta scopare da Marcel, adesso mettiamoci una pietra sopra e non parliamone più.”



L’ondata dell’orgasmo ci ha travolti, la fighetta di Fiammetta mi strizzava e mi poppava l’uccello, impedendomi ogni ulteriore ragionamento e mettendo fine ai nostri discorsi.

Pensandoci bene, mi sembrava impossibile, eravamo sposati da meno di un mese e ci siamo già traditi a vicenda, se andiamo avanti di questo passo, cosa succederà in futuro?però sembrava che la nostra intesa sessuale fosse rafforzata da quest’avventura.

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