La mia prima marchetta by WildLaura 

La mia prima marchetta by WildLaura

Vorrei raccontarVi, se lo gradirete, della mia prima “marchetta”. Risale a circa due anni fa, a quel tempo, avevo 20 anni, e stavo insieme a Giancarlo P. Già da qualche tempo (anzi per la precisione da quando l’avevo conosciuto) la mia vita sessuale aveva preso una “strada diversa” rispetto a quella delle mie coetanee... Avevo compito sedici anni da qualche mese, quando lo conobbi ad una festa tra amici. All’inizio non mi fece nessuna impressione, anzi tutt’altro.... Poi, col tempo ho iniziato a vederlo sotto un’altra luce. Ogni volta che uscivamo insieme, mi sentivo bene con me stessa ed era piacevole conversare con lui. Un mese dopo quella festa, ci siamo messi insieme. Già avevo avuto dei filarini con altri ragazzi della mia età, ma nulla di eccezionale... Con lui, invece, forse per il fatto che avesse 21 anni, un lavoro che lo entusiasmava ed economicamente soddisfacente, una bella macchina, una bellissima casa, etc. etc. Insomma, secondo me, aveva tutto. O quasi, mancava sono una bellissima ragazza al suo fianco... ma, avendo conosciuto me, questa pecca era stata eliminata... Pur avendo a disposizione una casa (o al limite il suo ufficio), inspiegabilmente voleva che scopassimo in pineta oppure in luoghi all’aperto (magari appartati ma comunque all’aperto). Non riuscivo a capirlo (o almeno a me all’inizio sembrava che fosse così...) Solo dopo, scoprii che gli piaceva farlo sapendo di essere osservato da guardoni ! Me ne accorsi una volta che con la coda dell’occhio intravidi un’ombra dietro un pino... M’incazzai tantissimo e lui invece calmissimo mi disse che probabilmente mi ero sbagliata ! Ma, non mi convinse affatto. La volta successiva, prestai molta più attenzione a ciò che mi circondava. E fu così che non erano passati più di dieci minuti dal nostro arrivo in quella radura che vidi, tre uomini dietro un cespuglio che ci stavano spiando. Sommessamente, glielo feci notare. Negò anche quella volta ! Non volli replicare. Era evidente che per lui, era una cosa piacevole..., ma già stavo pensando come fargliela pagare !!!


Mentre tornavamo indietro, incontrammo tre uomini, che a piedi, stavano tornando sulla strada asfaltata. La cosa strana era che io li avevo notati anche un’ora prima, proprio all’entrata della pineta, seduti su di un tronco d’albero che parlottavano tra loro. Neanche dopo, sulla strada che ci riportava in città, ripresi il discorso con Giancarlo. Volevo vedere fino a dove sarebbe arrivato... Comunque iniziò in me un lento (ma inesorabile, come sempre...) cambiamento. Ora anche a me stava iniziando a piacere questo gioco. Le volte successive, si instaurò un muto accordo tra me e i tre guardoni: ogni volta che io e Giancarlo andavamo lì per fare sesso, con un sorriso di assenso, oppure con un’occhiata, li invitavo allo spettacolo. Questo fatto dello scopare sapendo di avere degli spettatori, mi faceva salire l’adrenalina oltre ogni limite; proprio perchè sapevo di essere spiata, cercavo di fare la troia il più possibile !!! Se proprio dovevano assistere al mio spettacolo, almeno che glielo offrissi al meglio... Siccome la cosa mi stava piacendo, una volta ci andai anche con un’altro mio amico. Ma quella volta non trovai nessuno all’entrata della strada sterrata !!! Non dico che ne fossi dispiaciuta, ma quasi... Ormai ci stavo prendendo gusto... Invece Goffredo (il mio amico) vide qualcosa dietro un cespuglio alla sinistra della ns. auto. In un attimo si rivestì per per controllare meglio ! Dietro al groviglio di rovi, non c’era nessuno !!! Ma in lontananza vedemmo alcuni ragazzi che scappavano a gambe levate. Mi diressi verso il loro nascondiglio e, vidi una moltitudine di kleenex e preservativi !!! Evidentemente anche le altre volte non avevo avuto solo tre spettatori, ma ben di più. Siccome era sceso anche il mio amico ed accortosi della “scoperta” imprecò contro quei ragazzi che scappavano. Li voleva rincorrere con la macchina ed investirli; inveì contro di loro, etc. etc. Ma lui, poverino, non poteva sapere che proprio io lo avevo portato lì, e proprio per quel motivo ! Ci andai altre volte con Giancarlo (ma anche con altri...) e la cosa stavo diventando quasi monotona, quando accadde un fatto nuovo ed imprevisto ! Qualche settimana dopo, proprio mentre stavamo scopando (o meglio, ero intenta a leccare le palle, il perineo ed il buco del culo di Giancarlo...), proprio dal cespuglio alla ns. sinistra, quello pieno di kleenex e preservativi..., forse per la concitazione della loro masturbazione o forse per vedere meglio, o forse per altri motivi, cadde vicino allo sportello della ns. Fiesta, uno dei guardoni. Era un ragazzo giovane, poteva avere 14 o 15 anni, impaurito cercava di scappare ma Giancarlo riuscì ad acciuffarlo quasi subito. Voleva picchiarlo (e poi perchè, visto che avevo il presentimento che proprio lui aveva iniziato a portarmi in quel posto !) ma io frapponendomi a loro glielo impedii. Appurato che non si era fatto niente, lo riportai i macchina e lo interrogai: “Perchè fai queste cose ?” “Non ti vergogni a spiare gli altri che scopano in santa pace e per i cazzi loro ?” “Ma tu non hai una ragazza con cui poter fare queste cose ?” “Cosa direbbero i tuoi se lo venissero a sapere ?” etc. etc. Era terrorizzato da quello che gli poteva succedere ! Balbettava. In fondo in fondo, mi faceva tenerezza. E, nella mia mente perversa, si fece strada un’idea per nulla malvagia... Presi il mio cellulare e dissi al ragazzino in questione: “Ora chiami i tuoi amici e li fai venire subito qui ! Puoi anche rifiutarti però poi noi potremmo pure prenderti a bastonate oppure chiamare i poliziotti per farti arrestare !“ Dopo una piccola pausa, con fare conciliante, continuai:“Ti assicuro che se i tuoi amici ritorneranno qui, non gli faremo niente e neanche a te ! Però ti dò trenta secondi di tempo per pensarci ! Non un secondo di più !” Ora il ragazzo aveva ancora più paura. Cercava di divincolarsi per poter uscire dalla macchina. Ma inutilmente. Alla fine, ma erano ormai passati più di cinque minuti, si decise a chiamare uno di quelli. Loro non volevano ritornare avevano paura e preferivano che l’unico a rimetterci fosse stato il loro amico... A quel punto, ripresi il portatile in mano e gli ripetei tutto quello che avevo detto al ragazzo ed aggiungendoci: “Oltretutto ora sappiamo anche i vostri nomi ed anche il numero di questo cellulare... Per cui, vi consiglio di tornare subito qui !” Evidentemente, perchè ormai messi alle strette, così fecero. Non più tardi di dieci minuti dopo, sentimmo arrivare dei motorini. Erano tre scooter e ne scesero quattro ragazzi tutti abbastanza giovani anche se più grandi di me (potevano avere intorno ai 23/25 anni). Oltretutto uno di loro, Dario, era il fratello di una vecchia ex di Giancarlo. Ed abitava, nella stessa zona di Giancarlo, a non più di un chilometro da casa sua... Rivolsi anche a loro le stesse domande fatte al loro amico e ottenni più o meno le stesse risposte. Dapprima timorose poi più sciolte fino a diventare addirittura strafottenti. Ma il mio progetto, non era ancora concluso !

Dopo una decina di secondi in cui li guardai uno per uno negli occhi senza profferire parola, a bruciapelo dissi loro: “Visto che vi piace tanto fare i guardoni mentre gli altri scopano, visto che non riuscite a trovare uno straccio di ragazza con la quale fare del sesso, visto che non fate altro che spararvi delle seghe, vi dò la possibilità di farlo con una vera donna ! Con me ! Ma dopo, sparite dalla circolazione, guai a voi se vi ribecco qui o da qualsiasi altra parte ! Perchè se vi dovessi rincontrare a fare ancora i guardoni, saranno cazzi vostri !!!”

E, mentre profferivo, scandendole bene, queste ultime parole, li guardavo in faccia uno per uno, compreso il mio Giancarlo. E poi rivolgendomi a quest’ultimo gli dissi: “Siccome mi hai sempre negato che qui ci fossero dei guardoni, e che noi venivamo qui proprio per questo motivo, allora ora sono io che cambio il gioco... Visto che a loro piace tanto guardarmi mentre scopo, ora li voglio mettere alla prova e vedere cosa sanno fare... E se sono costretta a comportarmi in questo modo, è grazie a te che mi hai portata in questo cazzo di posto ! Ed anche a tutto quello che mi hai costretta a fare ! “ Non era vero che mi dispiacesse, tutt’altro, ma volevo farlo sentire colpevole. Per cui feci abbassare i pantaloni e le mutande ad ognuno di loro. Gli consegnai dei profilattici, li feci masturbare e poi quando i loro cazzi divennero ben duri ed eretti, feci un pompino ad ognuno di loro. Era la prima volta che lo facevo con cinque uomini insieme, uno dopo l’altro. Poi alla fine, arrapata più che mai, stesi per terra Giancarlo e scopammo animalescamente, lì davanti ai ragazzi-guardoni ! I cinque ragazzi, invece di fuggire via (come gli avevo ordinato di fare) si disposero in cerchio intorno a noi, masturbandosi. Ero quasi vicino all’orgasmo, quando la mia faccia e la mia schiena furono investite da raffiche di sperma dei “cinque ragazzi-guardoni”. Ormai spossata e senza più un minimo di forza giacqui sull’erba. E loro ne approfittarono per scappare. Mi lordarono senza alcun ritegno !!! La riconoscenza non è di questo mondo...

Anche se forse Giancarlo, per via della conoscenza con Dario, si sentiva un po’ cornuto. Ma non ero stata certamente io ad intraprendere questa strada !!!

Dopo questo fatto, accantonò per qualche mese, la possibilità di scopare in camporella. Ma comunque, cambiò solo il luogo in cui ci esibivamo. Dopo varie insistenze da parte sua, acconsentii ad andare con lui a vedere un film in un cinema porno dalle parti di Viale Marconi. E, lì nel buio più completo, mi fece praticare del sesso orale. Lì, in mezzo ad una marea di gays che avrebbero voluto essere al mio posto... Anzi, per la precisione, m’invitò anche a farlo con alcuni degli avventori di quell’equivoco cinema. Sdegnosamente rifiutai !!! Non ero mica una puttana (o almeno, allora non lo ero...). In auto mi rimproverò del fatto di averlo fatto con quei ragazzi in pineta, ed invece di essermi rifiutata nel cinema. Mi vidi costretta a spiegargli che per prima cosa io avrei fatto solo quello che mi andava di fare, e che comunque quello successo in pineta era da considerarsi più una punizione nei suoi confronti che piacere mio personale. “Se tu mi avessi detto prima che ti piaceva essere guardato mentre scopi, probabilmente lo avrei anche capito ! Ma siccome mi hai sempre negato questa tua preferenza, in quel modo te l’ho voluta far pagare...” Questa esperienza la ripetemmo altre quattro o cinque volte. Cambiammo vari locali e dai soli pompini, arrivai anche a scopate complete, dentro le toilettes dei locali in questione. Se all’inizio provavo imbarazzo e mi vergognavo moltissimo; alla fine, non dico che ero felicissima, al settimo cielo, ma, un certo compiacimento nel provare piacere in quel modo, mi eccitava sicuramente !

Dopo questa esperienza, se ne susseguirono altre. Dapprima rapporti a tre (sia due uomini + me che due donne + Giancarlo) poi con altri uomini. Ricordo che avevo circa 17 anni, ed un pomeriggio, a casa di un mio amico di scuola, fui attirata in un tranello e costretta con la forza a scopare per un intero pomeriggio con tutti e sei i presenti, uno dopo l’altro... Con Giancarlo, arrivammo anche allo scambio con altre coppie. Oltretutto, essendo ancora minorenne, non mi sembra che fosse tanto legale che io facessi pubblicare mie foto ed annunci su quei giornali. Per non parlare del fatto che partecipassi anche a quei rapporti. Ma, per terminare “la discesa degli inferi”, mancava proprio la marchetta da vera puttana. Se ne presentò l’occasione proprio mentre tornavamo una sera a casa un po’ brilli dopo una cena con amici. Non so se coscientemente o meno, Giancarlo volle fare un “puttana tour” (come lo chiamava lui...) e passammo, abbastanza lentamente per vedere meglio, alle Terme di Caracalla per poi prosegire per la Colombo e finire il “puttana tour” al Fungo dell’EUR. Ne vedemmo almeno una cinquantina, da bellissime poco più che bambine fino a qualche 50enne un po’ sfatta. Una cosa mi frullò per la testa: come mai Giancarlo conosceva così bene questi posti ? All’inizio, sia io che il mio partner guardavamo senza commentare, poi invece iniziammo anche ad osservare quella merce in esposizione in modo diverso. Il loro abbigliamento, il loro modo di fare, i diversi modi di approccio che usavano per richiamare l’attenzione degli eventuali clienti. Ad un certo punto, Giancarlo ebbe l’ardire di dirmi: “Perchè non scendi pure tu ?”

“E perchè dovrei ?”

“Ma per vedere cosa si prova...”

“Non ci tengo minimamente... E poi, perchè non scendi tu ? Visto che ti piace tanto...”

La conversazione finì lì. Ma continuai, comunque, ad osservare attentamente quelle.

Ero sicuramente incazzata per ciò che mi aveva proposto, ma come sempre faccio, non accetto mai nulla subito... Ma poi, come sempre faccio, mi concedo completamente ! E senza remore !

Altre volte rifacemmo il “puttana tour”... Non mi propose più nulla, ma conoscendomi fin troppo bene, sapeva che il tarlo stava facendosi, lentamente, strada nella mia mente...

Ma, colmo dei colmi, la mia prima marchetta la feci in solitaria... Senza di lui !

Erano circa le dieci di sera, tornavo da una dura giornata di lavoro. Avevo appena lasciata la mia amica Jenny alla sua macchina posteggiata alla Stazione di Magliana, quando alla mia Pandina blu si ruppe il cambio. Era già qualche giorno che faceva le bizze, ma non potevo pensare che proprio quella sera mi avesse appiedata. Ero in preda allo sconforto più profondo. Sola, in una zona che non conoscevo, senza telefonino, nessuna cabina telefonica nelle vicinanze, la strada buia e malfrequentata da trans e puttane. Non potevo chiamare Giancarlo perchè una settimana prima l’avevo beccato in ufficio che si scopava la segretaria (avevo pure letto qualche letterina che, la troia, amorevolmente gli aveva scritto...). E, mi era sembrato giusto ...“mandarlo a un certo paese” !!! Poi, siccome un male non viene mai da solo... nel camminare sui tacchi a spillo, sul terreno accidentato, riuscii anche a farmi male ad una caviglia... Per cui, ero anche costretta a camminare in modo malfermo. Questo era il quadro desolante di quel mio fine serata. Ebbi l’idea di chiedere un passaggio agli automobilisti che passavano per quella strada. Non l’avessi mai fatto... Si fermavano tutti. Ma nessuno che mi prestasse soccorso. Poichè ero lì, ero certamente una puttana ! E, se non lo ero, perchè giravo da sola a quell’ora di notte ? Sicuramente non avevo buone intenzioni, per cui... Queste erano, più o meno, le parole che mi dicevano quei pochi che si fermavano... Oltre al danno, la beffa !!!

Era ormai quasi un’ora che cercavo, purtroppo inutilmente, un passaggio di qualcuno che si impietosisse. Quando mi si affianca una UNO di colore bordeaux. Il guidatore, abbassando il finestrino dalla parte del passeggero, mi chiede la solita domanda: “Ah bella... Quanto voi ?”

Ormai sfinita e sfiduciata gli rispondo, come al solito: “No... Guarda che ti stai sbagliando... Io non sono quella che tu pensi...”

“Ma io non penso nulla... Però, se stai sola a quest’ora... in questo posto... vestita così... non è che fai pensare ad una brava ragazza... “

Alchè piccata e sempre più incazzata risposi: “Ah no... Mi vuoi dire che ti sembro tanto una puttana come tante altre qui intorno ? Ti do questa idea ?”

“Ma vedi bella... all’una di notte... in giro da sola... un corpo da sballo... i tacchi a spillo... una mini che se non ci fosse sarebbe lo stesso... una maglietta scollata che ti si vedono tutte le tette... Chi si ferma o ti prende per una mignotta oppure per qualche tossica che vuole rapinare qualcuno per poi farsi una pera.. Però, se tu mi dici che veramente non sei una mignotta e che stai solo cercando un passaggio a casa, sali che ti ci porto io.”

Non me lo faccio ripetere due volte e salgo. All’altezza della Stazione di Magliana, facciamo l’inversione ed andiamo a prendere la Colombo. Però dentro me stessa rimuginavo... Giancarlo voleva che facessi la mignotta (e siccome io non la volevo fare lui si consolava con Janine, in ufficio), la possibilità mi si presentava, oltretutto il mio occasionale cliente, non era niente male... Decisi per il sì. Gli misi una mano sulla patta, tanto per fargli capire dove volevo arrivare... “Ma come prima mi fai tanti discorsi... Non sono quella che pensi... E poi mi metti una mano sull’uccello. Ma che cazzo di discorsi fai ?” “E’ vero sono una puttana, oggi è il mio primo giorno di lavoro, tu sei il mio primo cliente, mi vergognavo e non sapevo come dirtelo...” N.d.a. Non stavo mica dicendo tanto delle bugie nel dire che era la mia prima volta...

“Non ti preoccupare ti capisco... Visto che è la prima volta, lo facciamo gratis allora. Bisogna inaugurare il nuovo lavoro...”

“Manco per niente ! Mi dai trenta di bocca e cinquanta se vuoi bocca e figa !”

“Cazzo per essere una inesperta, vuoi troppo. Non ti sembra di esagerare ?”

“Non ho detto di essere inesperta ! Ho solo detto che è la prima volta che faccio la mignotta ! Comunque, se non vuoi, riportami indietro che ne trovo un’altro...”

“Oh.. Non ti incazzare i cinquanta sacchi te li dò, ma se poi non mi piaci... Che facciamo ?”

“Di questo non ti preoccupare... E poi se vuoi scopare vedi di cercare un posto dove andare...”

Girammo in una stradina appartata di Mostacciano e, dopo aver preso i soldi, ed essermi tirata giù le mutande e su la mini, abbassato lo schienale del sedile, lo attendevo a gambe aperte (o almeno per quel poco che mi era consentito...) Vedo chelui invece, rimane mezzo nudo, e aspetta seduto al suo posto di guida. Ed io, prendendolo un po’ in giro, gli dico:“Ma allora vuoi scopare oppure vuoi stare così fino a domani mattina a guardarti le stelle...”“

La sua (giustissima) risposta fu: “E il preservativo ? Che ti scopo senza ?”

(Che errore, una mignotta senza preservativi...) “Ah mi sono finiti e non ho fatto in tempo a ricomprarli. Per questa volta te lo faccio fare senza...”

Ringalluzzito, dopo essersi tolti, completamente, i pantaloni ed i boxer, mi presenta il suo pene eretto davanti alla bocca. Un misto di urina e sudore che quasi mi fà desistere dal proposito... Ma decido di andare avanti lo stesso... Metto in bocca fino alla cappella ed inizio ad usare un po’ di lingua, di denti, e tanta saliva. Con una decina di colpi lo rendo un po’ più scivoloso per dopo... Me lo tolgo e gli faccio capire che ora può scoparmi. Non se lo fa ripetere due volte ! Cerco di creargli un po’ di spazio tra le mie gambe, mi penetra, inizia a scoparmi di buona lena. L’avverto di venirmi fuori e non dentro... Trenta secondi dopo mi allaga la pancia. Non so come pulirmi. Per fortuna ha delle salviette imbevute alla menta. Mi ripulisco accuratamente ! Si riveste, mi rivesto e gli dico di riportarmi nel posto dove mi ha caricato. “Prima però, accompagnami ad una farmacia a comprare i preservativi ed i fazzolettini per pulirmi.” In quel momento decisi che, avrei voluto essere la puttana di altri uomini. Arrivati su Viale Egeo dove mi aveva caricata, prima che scendessi, mi fece una richiesta che mi parve strana:“Se è vero che è la tua prima volta e che io sono il tuo primo cliente, lasciami un ricordo di te ! Regalami le tue mutande !”

“E se te le regalassi, tu che ci faresti ?”

“Me le terrei per ricordo. E ogni volta che ripenserò a te, le riprenderò, le annuserò e mi masturberò.”

“Mi hai convinto. Te le regalo. Ma quando vorrai rivedermi, ritorna qui che mi ritroverai...” E cosi gli lasciai il mio ricordino intimo...

Scesi dalla macchina e dopo neanche trenta secondi, mi caricò un’altro. Solito posto a Mostacciano, solita sveltina di trenta secondi e ritorno al posto di partenza (o di lavoro...). La terza volta, mi si accosta un vecchietto di una sessantina d'anni circa. Ma, non me la sento di svalutarmi fino a quel punto ! Per cui, gli sparo una cifra esorbitante affinchè desista. Cosa che, fortunatamente, fa. Subito dopo si accoda una Alfetta con due ragazzi dentro. Contrattiamo il prezzo e decidono di venire tutti e due con me. Salgo in macchina con loro, di dietro, e mettendo una mano dentro la borsetta, faccio intendere che sono armata e pronta a difendermi. (Meno male che ci hanno creduto...). Solito posto, sto per spogliarmi quando il passeggero mi ferma e mi dice: ”Scusami ma a me scopare dentro la macchina non piace. Lo facciamo di fuori ? Dietro al cofano c’è una coperta di lana, la stendiamo per terra e si scopa... Sai, a noi piace di più così...” In fin dei conti, non aveva tutti i torti... In macchina, si scopa veramente scomodi.

Faccio la faccia un po’ contrariata, ma accetto. E poi, fuori non fa neanche troppo freddo.

Aprono il cofano, stendono la coperta per terra, mi metto alla pecorina e gli do due preservativi.

Io pensavo che mi scopassero insieme; uno in bocca e l’altro in figa… Invece, mentre il primo (il passeggero) mi scopa, l’altro mi si mette di lato e mentre ci guarda, intanto si masturba alacremente… Peccato, il mio animo da troia, avrebbe preferito l’altra soluzione…

Tra tutti e due, avranno impiegato non più di cinque minuti per uno.

Finita la “pratica amatoria”, rimontiamo tutti in macchina, e ci riavviamo verso il solito posto su Viale Egeo. Perlomeno, per quella sera, lo potevo anche chiamare “il mio solito posto”.

Appena scesa, una cinquecento, dall’altra parte della strada, mi fa cenno di avvicinarmi.

Attraverso la strada per sentire l’ennesimo cliente. E’ giovanissimo, potrà avere si e no diciotto anni, anche se è buio, riesco a vedergli la faccia piena di brufoli. Non è brutto, ma mi fà un po’ pena...

Mi chiede quanto voglio. Gli rispondo le solite cifre. Lo vedo un po’ intimorito che mi risponde: “Ho ...solo ventimila lire. Che... mi fai fare lo stesso ?”

“Mi dispiace caro i prezzi sono quelli ! Trenta un pompino e cinquanta se vuoi pure scopare ! “

Sempre più scoraggiato, scende dalla macchina e frugandosi nei pantaloni, cerca altri soldi. Non li trova.

Decido di fare la buona samaritana e gli dico: “Lascia stare, ti credo che non hai altri soldi. Siccome oggi voglio essere brava, mi dai quelle ventimila lire che hai e ti faccio fare qualcosa. Niente bocca, né scopate. Però magari con la mano si.”

Ora ringalluzzito mi propone: “Grazie. Però ti faresti anche toccare un po’ ?”

Se si è buone samaritane, lo si deve essere fino in fondo !

“OK ti faccio anche toccare, però poi mi accompagni a casa !!!” Mancò poco che svenisse dalla gioia...

Riprendo, per l’ennesima volta, la Colombo ma, non lo faccio fermare a Mostacciano. Proseguiamo fino ad Ostia. Inizia già a toccarmi sotto la mini e a pastrugnarmi i seni. Mi fa un po’ male, ma apprezzo la sua foga... Si sta eccitando e non vede l’ora. Riesco comunque a tenerlo a bada... Mi chiede il numero di telefono. Mi dice che gli piaccio troppo ! “Ma come, non abbiamo fatto ancora niente e già mi vuoi rivedere ? Comunque, mi piace la tua insistenza e allora il mio numero te lo do’ lo stesso... scrivetelo !” Glielo do’ chiaramente falso ! Arrivati ad Ostia, lo faccio girare per una stradina sterrata che costeggia la ferrovia. Lì, sotto un cielo stellato, lo faccio spogliare e gli prendo il cazzo in mano. E’ già abbastanza duro. Appena mi introduce un dito nella pussy, allargo le gambe per facilitargli l’entrata. In dieci secondi se ne viene ! Mi sporca la mano destra con la sua semenza. Gli intimo di pulirmela con la lingua ! Non credevo che mi ubbidisse, ma lo fà.

Poi mi faccio accompagnare a casa. Almeno glielo faccio credere. Arrivati alla Stazione, gli chiedo: “Andresti a prendermi del ghiaccio ? Ho preso una storta e la caviglia mi fà molto male... Anzi, prenderesti anche qualcosa da bere... Sai ho un po’ di sete... Va bene pure l’acqua... Io ti aspetto qui.”

Appena allontanatosi un centinaio di metri, mi allontano verso casa mia. Chissà se sarà ritornato con qualcosa da bere... Apro la porta, guardo l’orologio sono le tre di notte.

Come prima nottata da marchettara, può andare bene ! Mi spoglio e mi metto a letto. Casco subito in un sonno profondo. Il giorno dopo, prendo da un cassetto una busta, prendo i soldi del mio “nuovo impiego serale”, e li infilo dentro. Chiudo la busta, la sigillo e la porto al parroco. Lo incontro sul piazzale della chiesa e, dopo un po’ di convenevoli, gli consegno la busta dicendole: “Tenga Don A..... , voglio donare i soldi del mio straordinario ai bambini bisognosi. Ci pensi lei...” Prende la busta e mi ringrazia.

Giancarlo non seppe mai di questa mia auto – iniziazione. Lui pensò sempre che “la mia prima volta” fosse stata quella volta sotto il Palazzo della Civiltà e del Lavoro all’EUR...

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