La mia voglia... by Laura 

La mia voglia... by Laura

Oggi ho voglia!
Sento il disperato bisogno di toccare, baciare, leccare, succhiare e prendere dentro di me un uomo.
Se mi ascolto mentre penso a questo mi sento male, mi giudico per quella che sono: una ninfomane.
Tutto è nato ieri sera quando mio marito, l’unico uomo che amo e che non abbia mai amato sino ad ora, mi ha esposto alcune delle sue fantasie su di me. Mi piace ascoltarlo mentre mi parla eccitato di come sono, di quanto gli piaccio quando sono voluttuosa ed eccitante. Le sue parole avevano un potere maggiore di qualunque mano non mi abbia mai toccata, delle labbra che mi hanno baciata o dei vari attributi maschili che hanno violato la mia intimità.

“Voglio vederti godere!” mi diceva Luciano con voce roca e calda dall’eccitazione.

Ed a me piace godere a fondo di un uomo, mi piace farlo come lui mi chiede… per soddisfarlo e per provare su di me le sempre nuove sensazioni che un uomo diverso mi sa dare.
Ora sono qui, davanti al mio collega, e penso alle parole di Luciano.
Forse è per questo che fisso il ragazzo dinanzi a me forse un po’ troppo intensamente. Lui da sempre ci prova, ogni volta sento i suoi occhi spogliarmi e spingersi ben oltre il limite della pelle. Sento il suo sguardo penetrarmi, come se volesse spingere gli occhi la dove non gli ho mai concesso di conficcare altro, almeno sino ad ora.
Si vede che ho voglia?
Penso di sì da come si accendono i suoi occhi.
Mentre parliamo m’invita a sedermi mentre lui chiude la porta alle mie spalle. Ho la gonna al ginocchio ed una camicetta trasparente al punto giusto. Forse non è l’abbigliamento ideale per sedurre ma lui mi vuole da tanto tempo ed io, oggi, ho voglia di un uomo.
Uno qualsiasi!
Mi siedo maledicendo la gonna troppo lunga, vorrei scoprire di più le gambe in modo da costringerlo a spingere gli occhi tra le mie gambe a spiare cosa indosso sotto.
Non mi arrendo.
Mentre gli illustro l’elaborazione dell’ultimo quadrimestre scivolo in avanti con il sedere e la gonna, ovviamente, rimane indietro. Riesco a scoprire le calze, so quando eccitante è la pelle che s’intravede sul limite delle autoreggenti. Ora sento i suoi occhi su di me, li percepisco accarezzare il tessuto, spingersi sulla pelle e valutarne la sfericità, quindi eccoli sul pube, sugli slip in piena vista.
Il suo respiro si fa più veloce, si sta eccitando ma non si muove. Forse non comprende il mio messaggio?
Non “sente” quanto sono eccitata io?
Si allontana e si siede alla scrivania.
Mi teme?
Non ci credo, sta giocando con me, forse l’ho rifiutato per troppo tempo.
Mi alzo e lo raggiungo, mi appoggio a lui e mi strofino senza parlare.
Finalmente ecco le sue mani.
Prima sui fianchi e mi stringono forte. Mi piace!
Poi salgono lente e afferrano il seno prima d’iniziare a slacciare la camicetta. Cerca di baciarmi ma non voglio i suoi baci. Voglio solo sesso da lui, nessun’altra emozione. Unicamente sesso!
Sempre in silenzio lo spoglio, lo denudo completamente prestando attenzione a non sfiorare alcun punto erogeno del suo corpo o a mostrare tenerezza. Quando è nudo valuto la sua eccitante disponibilità, prendo il membro in mano e lo stringo come per valutarne la compattezza. Lui sorride sicuro di sé, forse pensa che non ho mai visto nulla di meglio ma, anche se ben dotato, è pur sempre nella norma. Ora rappresenta un pene duro, nulla di più per me.
Scendo con la bocca sul membro, lo lecco, lo assaporo, ne valuto il sapore e lo memorizzo dentro di me. Mentre lo stimolo inizio ad immaginarlo dentro il centro della mia voglia, nel ventre mentre si muove senza sosta e si spinge a fondo, completamente a fondo per riempirmi con la sua mascolinità.
Ho sempre più voglia di lui.
Ripenso alle parole di mio marito e mi eccito ancora di più.
Mi levo la camicetta e gli slip ma tengo la gonna e le calze. Lui mi sorride sempre più eccitato, fissa il mio pube nudo, la vulva denudata e disponibile. Si sente già dentro di me.
M’inginocchio ai suoi piedi ed ingoio il membro durissimo. Ora è come piace a me. Lo stimolo sin quasi all’orgasmo. Più lo eccito meglio mi sbatterà dopo. Conosco il prezzo del mio piacere e lo pago sempre in anticipo.
È pronto, sento da come pulsa il membro che non regge più. Mi alzo e mi siedo sulla scrivania, quindi mi stendo aprendo le gambe a mo’ d’invito.

- Da quanto è che lo vuoi… che mi vuoi? – gli domando.

Lui non riesce a rispondere, è troppo eccitato, forse non ci riesce a credere. Si avvicina con il membro tra le mani e me lo punta sulla vagina, lo strofina tra le labbra e si fa strada ma non spinge.

- Prendimi! – lo prego.

So che quest’invocazione fa sempre effetto.
Eccolo, finalmente. Sento che spinge. Lentamente il mio corpo si prepara a prenderlo, mi apro a lui mentre oltrepassa la mia femminilità. È delicato, dolce. Non spinge con forza ma è inesorabile. Lentamente lo sento entrare, mi sto aprendo a lui e lo accolgo. Mi piace sentirlo mentre mi entra nel ventre e… godo.
Non è un piacere immenso, è solo l’inizio. Questo è appagamento di un desiderio. Mi sento piena, soddisfatta e domata. Ora inizio a provare piacere.
Si muove bene il ragazzo. Sa quando spingere e quando rimanere dentro. Potrei anche rimanere stesa sulla scrivania e lasciargli il compito di portarmi all’orgasmo ma… voglio condurre io il gioco ora.
Facciamo cambio: lui steso sulla scrivania ed io sopra. Non mi levo la gonna, la tengo. Non ho tempo da perdere, sento ancora il forte desiderio di tenerlo dentro. Gli salgo sopra guardandolo negli occhi e lo invito a guidarmelo dentro. Scendo e m’impalo. Ora entra in me strusciando nei punti giusti ed il mio piacere è più intenso. Lo cavalco, lo faccio entrare ed uscire più volte. Mi piace… mi piace davvero tanto ma… se lo guardo il misterioso equilibrio del piacere si rompe. Non domandatemi perché, forse è dovuto al fatto che non volevo lui ma un qualsiasi maschio. Non voglio far l’amore con lui, voglio semplicemente scopare.
Mi sollevo e lui geme, lo faccio uscire e mi volto. Gli do la schiena e mi sistemo per prenderlo nuovamente. Lui comprende e, penso, si eccita all’idea che io voglia adottare quella posizione poco comune. Non sa che è una delle nostre preferite. Quella che adotto sempre quando lo faccio con Luciano presente.
Ora è meglio, il membro scivola dentro di me in modo estremamente efficace.
Abbasso lo sguardo ed osservo il pene entrare in me, lo guardo aprire le labbra della vagina ed affondare nel ventre. Penso a Luciano, a quando lui ami proprio questa scena e mi spiace non sia presente ora. Questo limita un poco il mio piacere, mi manca la morbosa eccitazione di farlo davanti a lui con il suo consenso.

“Non dovevi eccitarmi così ieri sera Luciano!”

Penso mentre mi muovo come se non scopassi da anni sopra il ragazzo.

“Però! Regge bene!”

Mi rendo conto di muovermi in modo troppo efficace per lui, forse sto gemendo ed ansimando in una maniera troppo eccitante ma dimostro quanto stia fisicamente godendo. Anche se manca quell’eccitazione unica che solo il mio uomo sa darmi, questo membro che scorre dentro di me genera un intenso piacere.
Forse sto esagerando.
Lui mi afferra per i fianchi e mi solleva allontanandomi.
Ci ritroviamo giù dalla scrivania. Lui, per prendere tempo mi sfila la gonna, ora mi vuole completamente nuda, con gli occhi mi promette un orgasmo indimenticabile. Non voglio deluderlo e rispondo con uno sguardo implorante. Mi sollevo un po’ sulla scrivania e lo chiamo. Alzo una gamba sulla sua spalla e mi lascio nuovamente penetrare.
Va bene, mi piace! Si muove sicuro ora che ha riacquistato un minimo d’autocontrollo. Ora mi sta facendo veramente godere, sono prossima all’orgasmo, non lo trattengo e lo lascio esplodere. Lui mi sbatte sempre più forte, tiene il mio piacere al massimo livello sin che non gemo soddisfatta, penso che voglia svuotarsi nella mia gola quando si ritrae ed esce ma, mi afferra e mi costringe a voltarmi.
Mi chino sul piano e gli offro le terga, il messaggio è: “Puoi prendermi come vuoi, ma sbrigati a venire ora!”
Eccolo che punta il membro sulla vulva, pensavo volesse un finale anale, per me andava pure bene!
Entra in me e riprende a muoversi. Ora che sono soddisfatta ed appagata la sua voce pare il grugnito di un animale. Mentre pompa con forza dentro di me geme ed ansima come se stesse facendo uno sforzo immane. Chiudo gli occhi e angolo il mio corpo in modo da offrirgli il massimo stimolo, in fondo sono in debito con lui. Non mi da fastidio ma neppure stimola il mio desiderio di farlo godere, ho già avuto quello che cercavo. Sposto leggermente il pube, lo abbasso e lo stringo. Lui mi sente meglio e sta per venire.

“Voglio vederti riempire!” ripenso alle parole di Luciano.

Potrei anche farlo ora, farmi riempire dal seme del mio collega, da come grugnisce ora direi che ne ha parecchio da emettere ma senza Luciano non mi va.
Eccolo!
Due affondi violenti.
I lombi che si contraggono.
Sento il membro enorme e gonfio dentro di me.
Sta per venire!
Esce e m’imbratta le natiche.
Sento il suo seme colare sulla pelle mentre ansima. È tutto finito.
Sono appagata, ho soddisfatto la mia voglia. Ora devo far capire a questo ragazzo che è stato lo stallone adottato per sedare una mia voglia e nulla di più.

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