Racconti Erotici 

Sesso in corsia by Voyeur

Faceva davvero caldo quel sabato pomeriggio di luglio, in città non si respirava e i più – chi poteva – erano fuggiti al mare o ai laghi. Mi preparavo a farlo anch’io, ma indugiavo, non c’era fretta. Infermiere professionale, lavoravo in una lussuosa clinica privata, la cui hall era degna di un albergo a cinque stelle. Avevo finito il mio turno ed ero rimasto a far compagnia a Loredana, la giovane infermiera addetta alla reception. La frescura dell’aria condizionata era gradevole, certo, così come il caffè offertomi da Lory, inoltre l’atrio era deserto e la musichetta della filodiffusione alquanto rilassante: tutto vero, ma sicuramente non sufficiente a trattenere uno che ha "staccato" da 8 ore filate di corsia… Ad inchiodarmi lì era naturalmente lei, Loredana, una troietta tutto pepe con una deliziosa zazzeretta bionda a caschetto e un corpo da fotomodella maggiorata. Non equivocate, per carità: a cinquant’anni suonati non sono certo il tipo che corre dietro alle ventenni, anzi, per la verità non lo sono mai stato… Sì, perché fin da ragazzino ho preferito guardare: guardare le donne nude a loro insaputa, guardare le coppie (o altre combinazioni… numeriche) che scopano, insomma eccitarmi guardando e, nel frattempo, senza restare con le mani in mano! Avrete capito che sono un guardone, o voyeur per dirla alla francese. Non so se Lory fosse a consocenza del mio vizietto, certo non potevano sfuggirle i miei fugaci sguardi di cupidigia rivolti ogni tanto alle sue belle cosce sode, generosamente scoperte dalla divisa mentre era appollaiata sullo sgabello accanto al mio, o alle grosse poppe a melone (naturali, ci teneva a sottolineare) che si intravedevano senza troppo sforzo sbirciando nella scollatura del camice… Se n’era sicuramente accorta, la puttanella, e le piaceva, altroché, tanto che, mentre rispondevo al telefono essendo lei era impegnata sull’altra linea, l’avevo sorpresa a sbottonarsi di nascosto il camice per mostrarmi così un’altra porzione delle sue generose curve! Lory scherzava e rideva, mi considerava un po’ come un padre (ero il decano degli infermieri della clinica) e gradiva la mia compagnia, perché so essere simpatico e spiritoso. Sarebbe stata forse assai meno affabile se avesse saputo che, qualche giorno prima, avevo discretamente seguito col mio scooter lei e il suo fidanzato, che era passato a prenderla in macchina a fine turno. Li avevo spiati a lungo, nascosto dietro un cespuglio, mentre se la godevano appartati in un boschetto poco lontano. Lory era una gran pompinara, aveva leccato e succhiato a lungo il grosso cazzo del suo ganzo, poi gli si era impalata sopra a spegnimoccolo dopo essersi spogliata nuda, offrendogli le belle tette da palpare e ciucciare mentre andava su e giù col cazzo nella fica. Lo smidollato era venuto subito (non lo biasimo, anch’io avevo sborrato poco dopo godendo come un pazzo mentre mi riempivo gli occhi con lo splendido corpo nudo luccicante di sudore della troia!), costringendo la povera Loredana a sditalinarsi freneticamente per venire dopo di lui mentre la sborra le colava lungo le cosce. Quei goduriosi ricordi mi avevano piacevolmente eccitato: seduto accanto a Lory, mentre annuivo divertito ai suoi pettegolezzi sui nostri colleghi, le guardavo la bella boccuccia dalle labbra carnose, immaginandola piena del cazzo e della sborra del suo amichetto. Avevo infilato distrattamente la mano in tasca e mi toccavo il pisello duro attraverso il sottile tessuto di lino, pregustando già un bel segone nell’intimità della mia auto o, magari, nella toilette del piano terra riservata ai visitatori… Le mie fantasie furono interrotte dall’arrivo di un omuncolo grondante sudore, calvo e tracagnotto, che asciugandosi con un fazzoletto spiegazzato la pelata gocciolante si rivolse con fare deferente a Loredana. Questa lo squadrò altezzosa e con una punta di disprezzo: dall’aspetto, il tizio non doveva essere certo un parente di qualche danaroso paziente! Restammo comunque ambedue sorpresi quando si presentò come il marito della signora Marina, l’infermiera caposala. Costei era stata assunta l’anno prima come semplice infermiera ma, in pochi mesi, si era resa protagonista di una carriera a dir poco travolgente e… chiacchierata. A parziale discolpa delle malelingue, c’è da dire che il fisico della signora era di quelli che non passano inosservati: quarant’anni ben portati a dispetto delle gravidanze, somigliava molto a Stefania Orlando di viso e di corpo, non so se rendo… Indossava sempre camici corti e aderenti, che ne risaltavano le lunghe gambe dalle cosce ben tornite modellando culo e tette da maggiorata su un corpo snello e palestrato. Sempre sulle sue pur senza essere mai sgarbata, ossequiosa ma non servile verso i medici e i dirigenti, la bionda Marina aveva dato oggettivamente prova di ottime capacità professionali, che però non bastavano – sempre a detta dei soliti maligni – a spiegarne la fulminea carriera, che l’aveva vista in pochi mesi a capo di tutto il personale paramedico della clinica, complice un improvviso e sospetto "prepensionamento" della vecchia caposala… Nessuno di noi aveva mai visto il marito della "capo" prima d’allora, sapevamo solo che era disoccupato e faceva praticamente il "casalingo", certo sia il sottoscritto che Loredana ce lo immaginavamo assai diverso dall’ometto sudaticcio e impacciato, dalla vistosa pancetta, che ci spiegava con un filo di voce di essere passato a prendere la moglie per andare a trascorrere il fine settimana nella loro casetta al mare insieme ai bambini, che attendevano in macchina. Lory, addolcitasi un po’ (in fin dai conti era sempre il marito della "capo", perbacco!), cominciò le ricerche dal suo centralino, senza successo: la caposala non era da nessuna parte, e nessuno l’aveva vista. Loredana non poteva lasciare il suo posto e il signor Franco (così ci aveva detto di chiamarsi) non conosceva la clinica, così mi offrii di buon grado di andargli a cercare la moglie. Sottolineo "di buon grado", perché – lo avrete capito – la caposala Marina era già un’habituée delle mie fantasie erotiche, protagonista di successo di molte mie seghe! Una volta, durante un turno di notte, ero riuscito a intrufolarmi nello spogliatoio delle infermiere e ad aprire il suo armadietto con un passepartout: il tubino appeso alla stampella mi aveva confermato ciò che si mormorava in giro, e cioè che la caposala era solita girare per i reparti indossando sotto il camice la sola biancheria intima… Nell’armadietto c’era anche un piccolo campionario di quella biancheria: minuscoli reggiseni a balconcino senza spalline, perizoma sottilissimi, calze nere autoreggenti… Arrapatissimo, mi ero masturbato proprio lì, davanti all’armadietto aperto, con il rischio di essere sorpreso e denunciato! Ripensavo a quella notte, mentre giravo per i corridoi alla ricerca della signora Marina, e il ricordo contribuiva a mantenere viva la mia erezione, intrecciandosi piacevolmente con le immagini in flashback di Loredana nuda chiavata dal fidanzato. Perso nelle mie piacevoli divagazioni erotiche, ero arrivato nell’ala nuova della clinica, ancora in costruzione, destinata ad ospitare dei costosi macchinari diagnostici. Davanti a me si apriva un corridoio buio, ingombro di mattoni e mobilia coperti da cellofan, da cui veniva un forte odore di vernice e di plastica nuova. Alcune delle stanze che vi si aprivano erano completate e parzialmente arredate: da una proprio in fondo al corridoio, la cui luce era accesa, giungevano delle voci. Incuriosito, vi sbirciai dentro. C’era solo un lettino medico, proprio al centro della stanza, di quelli con le rotelle e i piedini idraulici. Seduti ai capi opposti del lettino c’erano due giovani medici, il dottor Cristian e il dottor Riccardo, entrambi figli di noti baroni nonché azionisti e membri del consigli d’amministrazione della clinica. Mi stavano proprio di fronte, a gambe penzoloni, il camice aperto sulle costose cravatte allentate e le camicie firmate, lo stetoscopio infilato nel taschino. Non si erano accorti di me, impegnati com’erano a godersela alla grande. Oggetto del desiderio dei due giovanotti era la signora Marina, in piedi in mezzo loro, il fondoschiena poggiato al bordo del lettino: anche lei mi stava proprio di fronte, anche lei però aveva ben altro da fare che accorgersi della discreta presenza del sottoscritto. Il camice completamente aperto sul davanti, offriva alle mani e alle bocche dei due giovani porcelli le sue fantastiche mammelle, pesanti ma sode e abbronzate ("ma guarda, prende il sole in topless…" mi era venuto curiosamente da pensare mentre ammiravo la scena a bocca aperta), letteralmente schizzate fuori dal piccolo reggiseno a balconcino arrotolato sotto il petto. Intanto, masturbava Cristian con la destra e Riccardo con la sinistra, impugnandone i grossi cazzi duri che i due avevano snudato dalla patta sbottonata dei calzoni. Era una scena selvaggia, incredibile, sensualissima: le teste dei giovani medici erano chine sulle tettone di Marina, ognuno di loro ne sorreggeva una da sotto con la mano a coppa palpandola di gusto, ciucciandone e leccandone avidamente i lunghi capezzoli scuri. Da dietro la porta, sentivo distintamente l’osceno sbrodolìo delle loro lingue e della saliva che luccicava sulle tette cosparse di nei sotto la fredda luce dal soffitto, i due si interrompevano ogni tanto solo per scambiarsi commenti e scurrilità.

"Che belle pere la nostra Marina, vero? Chi se la immaginava mai una caposala così?!?"

"Già, è bona e pure troia, ‘sta tettona! Mmmmhhh, slap! slap! Che gusto… io ormai passo più tempo in clinica che con gli amici, mi diverto di più!!

Intanto, l’irreprensibile caposala girava la testa a destra e a sinistra, leccandosi golosamente le labbra a bocca aperta mentre si guardava masturbare i cazzi che teneva in mano.

"Che bei piselloni duri che hanno i miei dottorini cazzuti!!" mugolava con la vocina in falsetto come una bimba che gioca con i suoi bambolotti, "Mmmhh, sììì… che bello! Non vedo l’ora che me li infilate dentro, tutti li voglio ‘sti cazzi super, pure le palle!!!"

I suoi stalloni non si erano fatti pregare: inginocchiatisi alle estremità opposte del lettino, uno di fronte all’altro con i cazzi in resta, l’avevano guardata in silenzio, sogghignando, mentre si masturbavano con studiata lentezza per tenersi in tiro. La signora Marina si era girata verso di loro, dandomi le spalle. Lentamente, si era sfilata il camice lasciandolo cadere in terra, seguito da slip e reggiseno, restando completamente nuda tranne un filo di perle e la cuffietta bianca sui capelli severamente raccolti a chignon: passandomi la lingua sulle labbra, mi stavo sparando una fantastica sega godendomi la visione del bel culone sodo su cui spiccava il triangolo bianco lasciato dallo slip sull’abbronzatura.

"Mi mettete allo spiedo, eh, sporcaccioni?!?" aveva sussurrato con voce roca mentre saliva sul lettino, inginocchiandosi in mezzo ai due giovani medici. Questi non avevano perso tempo: il dottor Crstian l’aveva afferrata senza tanti complimenti per la cuffietta, costringendola a piegarsi in avanti per ficcarle in bocca l’uccello che impugnava con l’altra mano; il suo amico dottor Riccardo aveva allungato il collo per godersi il pompino, tirandosi una sega, poi si era posizionato fra le cosce della troia messa a quattro zampe, sbattendole il cazzo sul culo a pizzo che ondeggiava al ritmo del bocchino.


"Mmmhh… ggghh… slurp, lap, lap! Che buono il tuo cazzo, Cris!" aveva mugolato Marina sfilandosi il pisello di bocca per riprendere fiato senza però smettere di leccarlo con gusto, intanto si era rivolta a Riccardo che le stava aprendo le chiappe per chiavarla da dietro: "Dài Ricky, sfondami con quel bastone, infilaci pure le palle nel culo, tutto lo voglio sentire, tutto!!!".

"Ok, troiazza, eccoti soddisfatta!!" le aveva risposto il dottorino con la bava alla bocca per l’eccitazione, stringendola per i glutei e inculandola con un violento colpo di reni. Il gemito di piacere e di dolore della caposala era stato soffocato da Cristian che, afferratala nuovamente per lo chignon ormai disfatto, aveva ripreso a pomparle il cazzo in bocca.

Godevo come un porco, ero già venuto una volta restando sempre in tiro e continuando a farmi una stupenda segona con la mano appiccicata di sborra, divorando con gli occhi di fuori quella incredibile scena di cui cercavo di non perdere neanche un fotogramma. Tutta nuda, sudata e scarmigliata, il trucco disfatto e i capelli biondi sciolti sulle spalle con la seriosa cuffietta comicamente sulle ventitré, la signora Marina si dimenava scompostamente, stantuffata dai violenti colpi di cazzo somministratigli in perfetta sincronia dai suoi giovani e viziosi stalloni. Mentre mi masturbavo, mi godevo i particolari: le guance della sporcacciona deformate dal pisellone di Cristian sulle quali scorrevano lacrime di dolore e di piacere, le sue tettone ballonzolanti avanti e indietro contese dai due porci che la scopavano (uno ne titillava avidamente i lunghi capezzoli con la mano libera da sotto, l’altro si chinava ogni tanto sulla schiena di Marina mungendole il seno mentre la inculava), il cazzo tosto e nerboruto del dottor Riccardo che entrava e usciva con un lascivo risucchio dallo sfintere spanato della vacca…

"Succhia pompinara!! Dài, ciuccialo tutto, così… aaahhh, che bello… che gustooo!!! Come pompa bene ‘sta ciucciacazzi!!!"

"Forza, rottainculo, muovi ‘ste chiappe, così, brava… lo senti il cazzo in pancia, eh?!? Diglielo a quel cornuto del maritino come ti piace prenderlo in culo, zoccola!!!"

Alle oscenità degli illustri accademici facevano eco i mugolii soffocati della caposala, impegnata a masturbarsi freneticamente con ambo le mani mentre fungeva da manicotto di carne ai tosti manganelli dei nostri superiori. Venimmo tutti insieme. Il dottor Cristian con un "Sborooooo!!!!" urlato con la faccia al soffitto: i primi fiotti di sborra avevano inondato la gola di Marina, poi il cazzo le era sgusciato di bocca mentre il giovane si accasciava all’indietro, schizzandole di sperma tutta la faccia e il petto. Il dottor Riccardo con un "E’ tutta tua, troia!!!" pronunciato con voce rotta dal piacere mentre sfoderava il cazzo dal culo di Marina e annaffiava la schiena della puttana schizzandola fin sui capelli. Infine, l’insospettabile caposala con un "Sììììì, goodoo!!! Mi piaceee, ooohh sssììì, dài, sporcatemi tutta… tuttaaaa!!!!" mentre rantolava di piacere con gli occhi chiusi, la lingua di fuori e le dita in mezzo alle cosce, sbrodolandosi fra i sussulti dell’orgasmo. Dimenticavo il sottoscritto: avevo goduto con tale intensità da non accorgermi di aver imbrattato la vernice ancora fresca del muro di fronte a me! Ancora scosso, mi ero rapidamente ricomposto dopo essermi asciugato alla meglio. Ero poi tornato in fondo al corridoio e, schiaritomi la gola, avevo chiamato a gran voce la caposala, chiedendo se fosse lì perché il marito la aspettava all’entrata. Avevo udito un "S-s-sì, arrivo, vada pure!" urlato con voce acuta dall’interessata e subito dopo un bel trambusto provenire dalla stanza in cui avevo spiato fino a poco prima. Sorridendo avevo atteso, figurandomi la scena: i due smidollati che si ricomponevano velocemente cercando di darsi un contegno, imprecando a denti stretti, e l’austera caposala che saltava nuda dal lettino e tra un "Oddio, che scandalo!!" e un "Cielo, mio marito!" raccoglieva freneticamente camice e biancheria intima, rivestendosi alla bell’e meglio mentre con una salviettina igienica cercava di ripulire la pelle liscia e abbronzata dalla sborra con cui era stata copiosamente innaffiata . Avevo poi raggiunto nuovamente Loredana e il cornuto nella hall, ancora deserta a parte loro due.

"Beh, l’hai trovata finalmente? Ma quanto ci hai messo?!?" mi aveva accolto Lory, visibilmente scocciata di aver dovuto intrattenere il cervo per tutto quel tempo.

"Arriva, arriva!" avevo risposto sorridendo, poi rivolgendomi al cesto di lumache che mi guardava con un sorriso placido "Sua moglie è tanto impegnata, sa? Non si riesce a staccarla dalla clinica, con tutto quello che ha da fare…" Il cornutone aveva annuito, sollevando le sopracciglia come per dire "Eh sì, la conosco bene…". Poi si era illuminato, abbracciando scodinzolante come un cagnolino la consorte che, nel frattempo, era arrivata trafelata e ansante, ancora in camice ma senza cuffietta (ahi, ahi!), capelli sciolti e profonde occhiaie scure da "troppo lavoro"…

"Ciao caro, scusami se ti ho fatto aspettare, ma ero con dei dottori a discutere l’arredamento della nuova ala appena finita… I bambini sono in macchina? Non vedo l’ora di abbracciarli, finalmente stiamo insieme questo fine settimana… Su, sbrighiamoci, non mi sono neppure cambiata per far presto! Arrivederci a tutti, ci vediamo lunedì!" Ritrovato il piglio autoritario dopo le umiliazioni subite con insospettabile piacere dai suoi stalloni in camice, la signora Marina aveva letteralmente sospinto fuori il marito, senza smettere di chiacchierare con voce acuta e petulante.

"Certo che quel tizio è proprio fortunato ad avere una moglie come la caposala: lavora come un’ossessa, ma porta anche a casa bei soldini…" aveva commentato Lory, guardandoli uscire.

Avevo sorriso, pensando che il dottor Cristian e il dottor Riccardo erano considerati da tutti i futuri titolari della clinica: offrendo le sue generose grazie alle voglie dei due giovani viziosi, la signora Marina aveva davanti a sé una luminosa carriera…

"Già", avevo risposto mentre guardavo allontanarsi l’auto con l’allegra famigliola, "è proprio fortunato!".

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Orge e sette by Virgin Princess

questa vi farà morire
ho sfruttato tutta la mia fantasia perversa

da quell’incubo ne sono uscita fuori
c’è voluto qualche anno affinchè dimenticassi,ma ne sono uscita fuori
La mia citta l’ho dovuta lasciare,e con lei tutti i miei amici,le mie
conoscenze ma l’ho fatto per non rivedere lui,quel figlio di puttana
Il mio psicologo dice che ho fatto bene,era l’unico modo per uscirne.
Nonostante questo pero quelle scene terribili le ricordo come se fosse
adesso.
quel citofono era suonato tante volte,e per l’ennesima volta ad aspettarmi c’era lui.
La sua BMW ci condusse per la prima volta in un posto strano,come una grande villa fuori città.
La vedevo dai fori del cotone della mia benda,che cedeva.
Mi aveva bendato perchè doveva essere una sorpresa.
Era entrato,avevo sentito delle voci,ma continuava adirmi che eravamo soli.
Ricordo che appena entrati in quello strano luogo,mi distese su una lastra di marmo freddissima,e mi privo di ogni indumento
sentivo delle voci,ma lui nego’.
sentii avvicinarsi alla mia mano qualcosa di caldo
era il duo membro,lo ricordo bene,mentre la sua mano di insinuava tra le mie gambe poi ad un tratto sentii quel pene avvicinarsi all’altra mano,era diverso daquello ormai ben conosciuto da me,del mio ragazzo,non capivo cosa stava succedendo e perche’
Pregai il mio ragazzo di togliermi la benda e disse
prese i miei polsi e li levo con delle stringhe di cuoio e piombo alla
lastra di marmo,che si riscaldava sempre di piu’ sottraendo calore dal mio corpo turgido.
Lego anche i piedi,divaricando il piu’ possibile le gambe in cui adesso si introduceva una piccola mano liscia,molto diversa da quella grossa e ruvida del mio ragazzo potevo sentire che aveva un anello al pollice.
Non riuscivo ad ansimare di piacere anche se cercavano di eccitarmi con maestria,sentivo di essere soggetto di diverse persone e ciò mi bloccava.
Sentii una forte luce davanti agli occhi offuscati per molto tempo da quella benda nera,e vidi sopra di me diverse persone completamente nude
Alla mia destra di era il mio ragazzo,ne sono sicura,anche se il suo viso era coperto da un mascherone nero,come quella di tutti gli altri,e cio mi terrorizzava.
Nell’altra mano ero obbligata a masturbare un altro uomo sempre a viso coperto,mentre tra la mia passera si insinuava la mano di una donna completamente nuda,con gli occhi coperti e un sorriso malizioso.
dissi agitata,mentre tranquillamente il mio ragazzo mi diceva che dovevo stare tranquilla e che cosi’ sarei entrato nella loro setta,qualcosa di cui non mi aveva parlato,ma che era sicuro che mi avrebbe entusiasmato.

ma che dici puttanella,ti è sempre piaciuto fare la porcella mi disse in un tono che mi offese forse piu’ del loro sporco giochetto.
mentre la donna continuava a masturbarmi,adesso con tre delle due piccole dita,visto che ,tesa com’ero,non accennavo ad eccitarmi,un altro uomo,quello che chiamavano "gran sacerdote",mi mise il membro in bocca e mi impose di succhiare o sarei stata frustata,e qualche colpo di frusta me lo diede anche.
mentre mi veniva in bocca col mio + totale disgusto,diceva che il rito di iniziazione era finito,e che era arrivato il momento di marchiarmi.
i due uomini,il mio ragazzo e l’altro che avevo masturbato mi presero di peso,mi girarono e mi legarono.
prima cominciarono a stimolarmi il didietro,tutti e tre,con le loro sporche dita,poi si avvicino il sacerdote e mi marchio uno strano simbolo sul sedere tutt’ora ne porto la cicatrice e ogni volta che guardo soffro.
Poi il mio ragazzo comincio’ a tagliarmi i capelli,tirava strappava,e poi
passava il rasoio e schiuma,me li tolse via tutti,perfino le sopracciglia.
Poi mi carezzo la testa rasata e mi mise uno dei loro cappucci,dicendo che ormai ero pronta ad entrare nel clan.
Credo che mi diedero delle droghe e degli infusi a cui diventai dipendente,e questo fu il motivo che mi spinse a restare in quel clan/orgia per diversi mesi,anni.
Era diventato per me qualcosa di indispensabile,che aveva annullato la mia morale,e partecipavo anche alle iniziazioni dei nuovi membri
quasi nessuno era consenziente e quasi tutti venivano stretti nella morsa per mezzo di quelle droghe
il e il mio ragazzo non stavamo piu insieme,ma partecipavamo a quelle orge
Adesso da un po’ di anni sono uscita da quel giro,e non ne voglio piu’
sentire parlare uno psicologo,che adesso è anche mio marito,mi ha aiutato a dimenticare questo spiacevole accaduto della mia vita
spero che dio,se esiste,perdoni quello scempio di cui ero vittima
inconsapevole e innocente,
Chissà se il mio ragazzo è ancora loro schiavo
non gli do colpa,anche lui anni prima di me era stato attirato con lo stesso metodo.
Ormai ho una vita tranquilla,dei figli,una vita sessuale attiva e alle
spalle 32 anni di vita pressochè serena,a parte quella brutta parentesi.,a cui pero penso ogni volta che mi guardo nuda allo specchio

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Il giocattolo sessuale by albi974

Vi voglio raccontare come mi vendicai di una rivale, traendone un GROSSO vantaggio.

Circa tre anni dopo la laurea, io e mio marito decidemmo di aprire uno studio in società e d'intraprendere assieme la libera professione. Dopo poche settimane decidemmo di assumere una segretaria, un po' perché ne'avevamo bisogno, un po' per prestigio.
Luisa mi piacque subito: elegante, giovane (trent'anni), molto intelligente e spiritosa, non bellissima, ma a modo suo, molto sexy, con una voce sensuale ed uno sguardo provocante.
I primi due mesi filarono lisci come l'olio: Luisa era molto competente ed i rapporti tra noi erano più simili al cameratismo che al classico rapporto datore-dipendente.
Successivamente notai i primi segnali che qualcosa stava cambiando. Luisa cominciò ad indossare gonne piuttosto corte, tacchi alti, maglie scollate e lasciava dietro di sé una scia di profumo inconfondibile.
All' inizio pensai che ci stesse provando con alcuni clienti: dopotutto, erano persone facoltose e spesso sensibili al suo fascino; poi, invece, capii che la sua preda era mio marito.
Sulle prime la cosa mi fece anche ridere: capivo benissimo che innamorarsi di un uomo bello, intelligente, simpatico e sexy come lui non fosse certo una cosa difficile, ma sapevo anche che lui amava me e che la fedeltà per lui non è un optional, ma è un suo modo d'essere.
Mi colpì un pizzico di gelosia quando mi accorsi che lei non mirava a rubarmelo, ma voleva solo scoparselo un po'.
Mio marito non è un tipo da adulterio, figuriamoci da scopata e via!!!!!
Lo vedevo molto sulle spine: non mi diceva niente perché sa bene quanto io sia gelosa ed allo stesso tempo non sapeva come tenere Luisa lontana da sé senza farmi insospettire.
L'idea mi venne così, all'improvviso, mentre guardavamo uno dei miei film porno preferiti (c'è da dire che io e mio marito nell'intimità siamo molto perversi). Lui si eccita molto all'idea d'essermi complice in qualcosa che io posso trovare eccitante e io so bene quali sono le sue fantasie, così ideai il mio piano.
Mentre mi masturbavo davanti a lui in uno dei nostri più frequenti giochetti gli dissi:
Sai, caro, vorrei tanto scoparmi quella troia di Luisa. Scommetto
che ha due tette fantastiche e che non vede l'ora di farsi slinguazzare la fica.
L'erezione di mio marito alle mie parole fu spettacolare:
Lo dici per eccitarmi o lo faresti davvero?
Beh, risposi, se tu fossi lì a guardarmi lo farei più che
volentieri.
Il suo respiro era quasi un gemito.
Ma sai, continuai, non credo che se glielo proponessi così
accetterebbe. Forse bisognerebbe metterla nella condizione di dover accettare.
Riguardò perplesso ed eccitato:
E come?
Beh caro, si capisce che Luisa ha un debole per te. No, amore, non ti preoccupare, non sono gelosa, lo so che ami solo me. Ma lei ti vuole e noi possiamo sfruttare la cosa a nostro vantaggio.
Non fu difficile convincerlo della mia idea ed il pensiero di ciò che ne sarebbe conseguito ci fece scopare come matti quella sera.


Due giorni dopo feci finta di uscire dall'ufficio un po' prima per una fasulla cena con alcune amiche e corsi a casa con l'intento di nascondermi nella cabina armadio della camera matrimoniale. Mio marito chiese a Luisa di portargli alcuni documenti a casa quella sera stessa e la puttana non si
fece pregare!!!!
Si presentò a casa nostra in un microabito rosso fuoco e continuò per parecchi minuti a fissare mio marito a torso nudo come se volesse mangiarselo. Senza dire una parola lui la baciò, posandole le mani sul sedere e facendo sì che lei avvertisse la sua erezione; poi la portò in camera da letto.
La porca si era messa tanto di autoreggenti, reggicalze, perizoma, ma ci mise un attimo a togliersi tutto tanta era la voglia di fottersi il mio uomo!!!
Avevo esplicitamente chiesto al mio uomo di non metterglielo nella fica, ma lei non volle farsi inculare e così, mentre nella cabina armadio io osservavo il tutto e mi masturbavo, lui le slinguò per bene la fica fradicia e lei gli fece un bel pompino!!!!!
Veder quella troia in ginocchio davanti a lui come se fosse la sua schiava intenta a succhiargli adorante quel bellissimo cazzone duro mentre lui gemeva come un ossesso, mi fece arrivare all'orgasmo in due secondi, un orgasmo portentoso che feci fatica a trattenere, ma fortunatamente anche lui
venne e gridò mentre il suo seme caldo bagnava il viso e le tette di Luisa, che cercava di berlo e leccarselo.
Si sistemarono rapidamente, ma la puttana continuava a leccarsi le labbra e a chiedere quando avrebbero potuto rifarlo. Mio marito le propose di rivedersi sabato sera e Luisa naturalmente accettò!!!!




Sabato sera arrivò e con esso anche Luisa, che nella sua infinita
sfacciataggine si presentò sulla porta di casa con indosso un abito nero piuttosto trasparente, per cui si capiva benissimo che sotto portava assolutamente niente.
Era già eccitata, la troia, infatti tra i riccioli della sua fica
luccicavano due gocce di lussuria.
Restò allibita quando ad aprire la porta fui io e per di più seminuda come lei.
Approfittai del suo stupore per baciarla ed infilarle la mia mano tra le sue cosce.
Tentò blandamente di divincolarsi, ma quando le infilai due dita nella fica sentìì che aveva le gambe molli e che si bagnava sempre di più!!! Potevo farne ciò che volevo ora!!!!
La condussi verso la camera da letto e la spogliai. Poi afferrai un
vibratore che avevo preparato sul comodino e cominciai a stuzzicarle il clitoride e poi piano piano a penetrarla, mentre con la lingua le mordicchiavo i capezzoli.
Luisa gemeva e si dimenava ma non le davo mai l'occasione di godere ed i suoi gemiti mi facevano eccitare sempre di più.
Quando capii che la sua eccitazione era tale che non capiva più niente, feci un cenno a mio marito che uscì dalla cabina armadio. Era così eccitata che non se ne stupì! Allora le chiesi:
Luisa vuoi godere, vero?
Oh sì!
Rispose lei sospirando.
Allora desso ti farai inculare da mio marito e mi leccherai per benino la fica.
No, non voglio!
Piagnucolò lei, ma non appena le mie dita raggiunsero la sua fica slavata la sua espressione cambiò.
Devo smettere?
Chiesi.
Oh no!
Allora fatti inculare per benino e non permetterti più di
contraddirmi.
In un attimo mio marito le fu addosso, l'afferrò per i fianchi e le sbatté nel culo il suo grosso cazzone caldo, mentre per tenerla buona io le toccavo il clitoride.
Luisa sussultò e gemette, ma era troppo eccitata e voleva godere, così non osò protestare, ma come un cagnolino ben addestrato iniziò a slinguarci la fica!
Non potevo resistere perché già ero eccitatissima, così, mentre mio marito pompava e gemeva, ordinai a Luisa di mettersi due dita nella fica e di godere così.
Raggiungemmo l'orgasmo entrambe!
Mio marito continuò a pompare ancora e quando fu pronto tirò fuori l'uccello dal culo di Luisa e bagnò col suo seme caldo i nostri corpi nudi:

Avevo avuto la mia vendetta: Luisa, che credeva di poter usare il mio uomo come un giocattolo, era invece stata usata e per di più aveva dovuto masturbarsi per raggiungere il suo piacere. Tuttavia la cosa non sembrò spiacerle molto, anzi si eccitava all'idea di essere trattata come la troia che era, così c'implorò di usarla ancora per i nostri giochetti!
Da quella volta spesso leghiamo Luisa ad una sedia e facciamo l'amore davanti a lei, oppure le ordino di fare un pompino a mio marito mentre la inculo col vibratore, o, ancora, è lui ad inculare lei mentre mi lecca la fica!
Non so se questo durerà per molto, ma per ora è più che soddisfacente per tutti e tre e Luisa rimane per ora il nostro giocattolo sessuale preferito!!!

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Oh Letizia by TheDarkAngel 18

Letizia è una mia compagna di classe,una di quelle ragazze che potrebbero partecipare a Miss Italia per la loro bellezza.

Io sono Carlo e vivo a Milano,frequento il quarto anno delle superiori e sin dal primo anno Letizia è in classe con me.Mi è sempre piaciuta, sin dal primo giorno che l’ho vista, ma come tutte le ragazze + belle era già fidanzata da tempo con un ragazzo + grande di lei,tuttora è fidanzata sempre con lo stesso da circa 6 anni. Cmq non ci ho mai provato seriamente con lei ma certi sguardi e frasi maliziose che le dicevo erano facilmente intuibili.Lei è una di quelle ragazze che si truccano poco o non si truccano per niente,una ragazza acqua e sapone,dolce,seria....non una delle tante stronzette che si trovano in giro. Da 2 anni abbiamo cambiato sezione,e quindi anke gli amici xke abbiamo scelto la stessa specializzazione ma la maggior parte degli amici sono rimasti invariati, e da 2 anni la nostra croce è la chimica, nessuno dei due l'ha mai capita e a volte cerco di mettermi accanto a lei con la scusa della chimica per osservarla + da vicino:è alta all’incirca un po’ + di 1 e 70, un viso angelico che già senza trucco è qualcosa di fenomenale,dei seni strepitosi (una quarta abbondante) che però viengono coperti dai lunghissimi e larghissimi maglioni ke è costretta a portare a causa della gelosia del ragazzo, ed infine un bel culo messo poco in mostra per lo stesso motivo. La cosa ke mi ha mandato sempre in bestia è ke i nostri sguardi sono reciproci,a volte ci fissiamo per un tempo incredibile,altre volte piccoli sguardi maliziosi che finiscono con un piccolo sorriso da parte sua che mi fanno eccitare da morire,però parla sempre del ragazzo e ne è tanto entusiasta quando parla di lui e questo mi fa perdere ogni speranza. Letizia è una ragazza molto strana, da una parte chi non la conosce direbbe ke è una ragazza angelicata,chi la conosce bene come me sa che dall'altra parte è mooooolto meno angelicata, però nonostante ciò lei non ha mai tradito,fino a pochi giorni fa, il suo ragazzo.




Si sta concludendo il primo quadrimestre e per rimediare le nostre lacune in chimica facevamo dei corsi pomeridiani tra l'altro sotto l'occhio vigile del suo ragazzo ke aspettava fuori scuola,uno scemo di 22 anni che è peraltro piuttosto bruttino....

I nostri corsi di recupero ci fecero capire qualcosa di + e il nostro professore ci avvisò che martedì 5 febbraio ci avrebbe interrogato. Quel giorno era sabato e alla brutta notizia cominciammo ad agitarci un pò, dovevamo studiare tanto per cercare di fare qualcosa di buono e decidemmo di andare il Lunedì io ed un mio amico, Francesco, a casa sua, in un paesino decentrato di pochi abitanti... all'improvviso Letizia disse: "Posso venire anke io???", noi credevamo che stesse scherzando xke lei non è mai venuta da nessuna parte con noi a causa del ragazzo,ed infatti lei ci spiegò che non gli avrebbe fatto sapere nulla, la cosa mi sembrava stranissima ed io e Francesco cominciammo a fantasticare su ciò che sarebbe potuto succedere (solo nella nostra mente) a casa sua.

Arriva il lunedì, Letizia è venuta a scuola con una maglia stretta con una apertura sulle tette, e che lasciava intravedere tutto il suo splendido seno,un pantalone abbastanza aderente nero ed era truccata in un modo eccitantissimo, ha detto al ragazzo che sarebbe andata a studiare a casa di una amica e che l'avrebbe accompagnata il padre di questa ragazza sia all'andata sia al ritorno. Fortunatamente usciamo un'ora prima e il ragazzo di Letizia non c'era ancora fuori scuola, infatti dopo lui la chiamò e lei gli disse che era uscita prima e il padre dell'amica era già andato a prenderle....

Arriviamo a casa di Francesco,non c'è nessuno, xke il padre lavora in un'officina fino a tardi e la madre fa l'infermiera e torna verso le 7...



Erano circa le 2,eravamo tutti e tre affamati e Francesco ha la buona idea di andare a comprare le pizze,Letizia rimane a casa da sola con me ed io per tutto il tempo che Francesco era via la riempo di complimenti,cerco la sua complicità ma lei non si sbilancia, quando le chiedo il perchè del suo modo di vestire così diverso da quello abituale lei non mi risponde ma con gli occhi mi sorride ed io ad ogni suo sguardo + significativo mi arrapavo incredibilmente.

Dopo una decina di minuti arriva Francesco, comincia a scherzare su quello che avevamo potuto fare durante la sua assenza ma alle sue parole Letizia si arrabbia incredibilmente e ci invita a non scherzare + su di lei e sul ragazzo xke lei lo ama con tutto il suo cuore. Disse: "Siamo quì per studiare, allora studiamo e non fate + gli stronzì", e poi andammo a pranzo. Ci fece zittire per un buon quarto d'ora, ma poi fu lei a riallacciare il discorso e ci disse + volte che stava scherzando, era solo una prova che le donne se vogliono possono comandare gli uomini e poi mi guarda maliziosamente...

si fanno verso le 3 e siamo già in ritardo,Francesco ci da una notizia un pò strana, si studia in Garage,xke lì ha tutti i libri. Noi rimaniamo un po’ allibiti xò osservando il garage di Francesco poi passa, xke è ben messo, sembra una stanza...

Siamo lì, mentre Francesco prepara il tavolo alludendo a Letizia dice: "questo è il posto migliore per fare le corna.......",lei mi sussurra all' orecchio "Io Franco lo amo, ma mi sento attratta anke da te..." e mi da un bacio, poi si allontana, a questo punto non resisto più, mentre si allontana la prendo con un braccio e la bacio appassionatamente, mi sembra una bestia, invita le mie mani a scendere fino al suo culo ben fatto,poi mi prende coi capelli ed appoggia la mia testa al suo seno e dice: "Spogliami!", io sono di pietra, ho il cazzo duro come il marmo,Francesco rimane lì fermo a bocca aperta, ma poi mi ravvivo e comincio a spogliarla. Ci baciamo appassionatamente, io le tolgo la maglia stretta e lei rimane con il reggiseno nero che copre quei 2 miracoli della natura,mi invita con la testa a baciarli e a toccarli, io le abbasso il reggiseno e finalmente vedo quei 2 meloni che sono coperti da 2 capezzoli durissimi e grandissimi,mi abbasso e comincio a leccarli e a mordicchiarli,è stupendo tutto ciò. Francesco rimane lì impietrito a guardare la bellezza della nostra dea, lei si abbassa pian piano e arriva ai miei jeans,li lecca e li morde, io la accontento subito, mi sbottono i jeans e lei si avventa come una troia di primo ordine sul mio cazzo ke era in tiro da un pezzo. Lo ciuccia avidamente ,lo lecca, parte dalle palle fino alla punta, è davvero una maiala, intanto Francesco si comincia a toccare la patta e Letizia lo invita ad unirsi a noi,Francesco prende il mio posto, subito caccia il suo cazzo,un po’ + grosso del mio, lei ci mette meno passione e si mette quasi all’in piedi per farmi sbottonare i suoi pantaloni, io le bacio la schiena e scendo pian piano, infilo una mano nei suoi pantaloni e lei inarca la schiena,abbasso i pantaloni e vedo finalmente un culo bellissimo coperto dalle sue mutandine nere. Senza perdere troppo tempo le mutandine non ci sono più e io comincio a baciare il suo culo,poi mi sposto davanti e tocco la sua fica, è bagnatissima, è chiaro ke è eccitata da morire,il suo triangolino depilato mi fa impazzire, appoggio la mia lingua alla sua fichetta e lei si discosta emettendo un gemito, dopo un paio di tentativi si lascia andare e mi asseconda muovendosi sopra di me mentre lei continua a pompare Francesco. Il poveretto viene e Letizia lo fa buttare tutto a terra, fortunatamente vicino ad un tombino, lei lo scosta e si avventa di nuovo sul mio cazzo e mi dice: "Mi fai morire!", lei ciuccia come una pazza ,quando lo ha in bocca stringe i denti e mi provoca un dolore che si mescola col piacere ke è una cosa pazzesca, Francesco mi guarda e ride, poi si allontana,Letizia non se ne accorge,è troppo intenta a farmi venire,mentre mi masturba io le tocca la fica e i seni,nn ce la faccio +,vengo e Letizia lo accoglie tutto nella sua bocca,ingoiandolo e non facendo cadere nemmeno una goccia,dopo mi appresto a ricambiarle il favore, mi abbasso e comincio di nuovo a leccarle la fica, il clitoride,lei si tocca, si mette due dita in bocca e poi le mette a me,io le mie 2 dita le faccio entrare lentamente dentro di lei e lei emette dei gemiti come se stesse piangendo e mi dice "ti voglio!!". Francesco era ritornato ed aveva con se un pacchetto di preservativi,ce ne prendiamo 2 e ce li infiliamo. Io mi stendo a terra su di un telone da mare,Letizia dapprima lo prende in bocca e poi pian piano se lo infila dentro, il nostro ritmo è lento, lei ke va avanti e indietro mentre piega la testa e fa scendere i capelli tutti da un lato,poi si abbassa e mi rende i suoi seni, al contatto con la mia bocca lei aumenta il ritmo, i suoi gemiti sembrano pianti e mi fanno morire. Lei si ferma e dice, vi voglio entrambi, poi rivolgendosi a me dice: "Te ti voglio dietro!!". Francesco si mette sotto, lei sopra, ed io dietro di lei,il cazzo di Francesco entra facilmente nella sua fica, e comincia a fotterla, io ho un po’ di difficoltà,non entra molto facilmente, dopo un po’ è dentro, sento un dolore cane, lei urla alla grande e mi dice: "Sfondami!", tra il dolore grandissimo io la sbatto sempre + forte, e lei che urla e ci implora di non fermarci, dopo un po’ di tempo Letizia aumenta i suoi gemiti,poi dice a Francesco :"Mettimelo in bocca!" e rivolgendosi a me dice : "Leccamela" . Io sono sotto, nemmeno un paio di secondi e Letizia viene in un orgasmo meraviglioso accompagnato da un urlo pazzesco. E’ sfinita ma vuole finirci il lavoro, si mette sotto di noi e ci masturba, dopo un po’ veniamo entrambi sul suo viso angelico, siamo tutti e tre sfiniti, ci stendiamo e rimaniamo lì per un bel po’. La sera tornando a casa lei era sola con me nel pullman,non c’era nessuno,ci sediamo agli ultimi posti e ci baciamo appassionatamente fino alla Stazione,poi arrivata lì se ne va e mi saluta dicendomi: "Ci vorrebbero + spesso queste ripetizioni"…

Il martedì il professore ci interrogò tutti e tre: Francesco 5,Letizia 5 ed io 5.5.

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Violentata in albergo by Lussuria

sono una signora che lavora in un hotel,in un rinomato centro turistico e la storia che mi e’ accaduta ha cambiato il senso della mia vita.

era l’inverno del 1999 gennaio,come tutte le sere mi accingevo per chiudere l’albergo,quando entra un signore di aspetto sgradevole chiedendo una camera con un’altra signora sicuramente una prostituta;dopo relativi sforzi da parte mia, convinco la coppia ad uscire dal mio albergo,con un certo senso di paura.Infatti in quei giorni rimanevo spesso la notte da sola in albergo perche’ mio marito insieme a mio figlio seguivano dei corsi fuori citta’.Verso mezzanotte come d’abitudine chiudevo le luci,le porte rimanenti aperte e mi accingevo ad andare a dormire.Ora dovete sapere che dove dormo io,e’ una piccola stanzetta con una porta che da sulla hall dell’hotel.il mio pensiero piu’ ricorrente era quella strana coppia,ripugnante,brutta,insomma da pelle d’oca al solo sguardo.

Stavo nel mio letto vedendo un po di tv,quando su un canale satellitare riesco a beccare un film porno,sapete quei film di stupro,mischiato a violenza e sesso sfrenato,per dirvela tutta ho incominciato a masturbarmi con il telecomando,prima passandolo sui seni,poi sul basso ventre ed infine facendolo scendere sempre piu’ in giu’,spingendolo sempre piu’ dentro,ma delicatamente,pero’ con colpi ben assestati,e con l’altro dito cercavo di allargare il mio orefizio;cosa che mi dava un piacere immenso;guardavo quel film e intanto immaginavo quelle scene,cosi’ eccitanti,cosi’ vogliose,insomma stavo per venire con un ritmo sempre piu’ veloce,emettendo dei gemiti sempre piu’ forti a volte quasi delle urla di piacere,stavo per raggiungere l’orgasmo quando sento un rumore sordo;e subito dopo abbassato il volume della televisione,sento due persone parlare un uomo e una donna,e con mio terrore e paura riconosco le voci;era quella strana coppia buttata fuori dall’hotel poche ore prima;erano entrati forzando la porta secondaria che da sulla hall,una vecchia porta arruginita,facile da scassinare ma mai riparata da quel cornuto di mio marito!


Ecco ,ed ora cosa faccio,da quei due ladri mi separa soltanto un’altra porta anch’essa rotta senza serratura,la mia eccitazione diventa paura incomincio a sudare freddo, ho paura,ho il cuore che batte a mille...

sento i passi delle persone sempre piu’ vicine,eccoli ormai e’ fatta,sono entrati...

la prima cosa che notano e’ quel maledetto film porno in televisione,la visione di quel film eccita anche loro che incominciano a parlare mentre io gli scongiuravo di prendere tutti i soldi e di lasciarmi andare..loro ridendomi in faccia incominciano a chiamarmi puttana troia,ti piacerebbe rifare le scene di questo film con noi?troia?.io non potevo credere a miei occhi.in quel momento in quel maledetto film davano una scena lesbo dove una ragazza violentava un’altra ragazza con l’aiuto di un ragazo.Vista questa scena l’uomo ripugnante esclama con voce ubriaca:CIAK SI GIRA!

Mi prende da dietro e con la sua forza mi immobilizza le braccia mentre la ragazza tenta di aprirmi le gambe;io ero gia’ senza mutandine,il gioco ormai era incominciato;io piu’ mi dimenavo e piu’ la ragzza affondava con la sua lingua e bocca nella mia figa,piu’ urlavo e piu’ lei succhiava,a volte mi dava l’impressione che mi mordicchiasse il clitoride,e intavo leccava sempre piu’ velocemente,e succhiava sempre di piu’...non so come mai ma io mi lasciai andare lei era bravissima una vera esperta,insomma stavo godendo come una cagna,e lei che continuava a dirmi con voce calda godi,dai godi,fammi sentire i tuoi gemiti e continuava sempre piu’ veloce,e io gemevo sempre di piu’ fino a quando urlando gli ho detto sono arrivata ti prego basta ma lei guardandomi negli occhi continuava sempre di piu’, io mi dimenavo ma poi un senso di piacere e godimento cosi’ forte mi ha fatto ricadere nei gemiti e lei rideva e io godevo sempre di piu’..penso di essere arrivata circa 5, o 6 volte..ora era il turno mio con lei..che voleva lo stesso trattamento..e incominciava a dirmi come dovevo fare..insomma ormai l’uomo non mi manteneva piu’ ed ero io a comandare il gioco..anch’io sono una persona esperta..in certe cose.e cosi’ la seconda parte del film aveva ora inizio.. Prima di scendere giu’ io e la ragazza ci siamo baciati con le dita scendevo sempre di piu’ fino ad arrivare al clitoride gia’ bagnatissimo.lei appenta toccato il clitoride incomincio’ad emettere dei gemiti,che detto tra di noi, mi hanno fatto un’altra volta eccitare..

Poi scendo giu’ sui capezzoli,e incomincio a mordicchiarli,succhiando,e con il dito continuo sempre piu’ veloce;lei incomincia a godere sempre piu’ e con voce da cagna mi supplica di leccarli la figa..detto fatto io scendo..con due dite le apro la bocca del fiorellino e infilo la mia lingua su e giu’ nella fica che intanto era bagnatissima,potevo sentire l’odore del suo piacere,piu’ io affondavo con la mia lingua piu’ lei si stringeva a me,tutto questo eccitava l’altro uomo,che arrivato ad un punto limite mi prende da dietro e incomincia a leccarmi l’orefizio e la figa..in quel momento mentre godevo imploravo all’uomo di ficcarmelo nella figa..e l’uomo prese la palla al balzo e mi inficco’ un cazzo incredibile nella figa..era doppio.e veloce.mi prese da dietro tutta e con la mano mi masturbava i capezzoli;io intanto mentre emettevo dei gemiti continuavo a leccare la figa alla ragazza,che secondo me gia’ era arrivata all’orgasmo un paio di volte,ma continuava con la mano a infilarmi sempre di piu’ la testa nella sua figa ormai bollente e vogliosa di cazzo;cosi’l’uomo la prese a candela e incomincio come un martello a fotterla,la ragazza urlava;dicendomi di darle la figa mia da leccarla,cosi’ ci ritrovammo in tre,ad urlare e godere da matti....non sazia la tipa va in cucina e prende un mattarello,e delicatamente piano piano,me lo mette sempre piu’ dentro,sempre piu’ veloce,cosi’ fino al mio orgasmo....tutto questo duro’ per circa sei ore...io mi addormentai...mi risvegliai e i due non cerano piu..i soldi dalla cassa erano spariti..e tutte le cose di valore..sai che vi dico se lo sono propio meritato,mi hanno fato godere come mai in vita mia...ora non c’e’ sera che li aspetto sperando in un loro ritorno...e intanto pensando a quella sera continuo a masturbarmi.’

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Storia Vera by Anonimo

Ciao! Io sono Francesca una ragazza ventiseienne che vive in una grande città del centro Italia, non sono bellissima forse un po' abbondantina, ma con tutte le curve ben pronunciate, l’ideale per quegli uomini che gradiscono il seno prosperoso, il sedere tondo e la coscia consistente.Vivevo un’esistenza normalissima a fianco di un fidanzato, come tante donne hanno, da cinque anni e il classico giro d’amicizie "a coppie" fino a quando, nell’agosto dell'anno passato, il mio ragazzo non decide di buttare in aria il cappello, provare a dare una svolta alla sua vita e mi lascia.



Dramma ! Io ero innamoratissima di lui e tutto per me filava liscio compresa l'intesa sessuale, che ancora era ottima e abbondante a differenza di quello che sento in giro da parte di alcune amiche che, passato il primo anno, massimo due, iniziano sia a ridurre il numero dei rapporti che la fantasia e la carica erotica applicata.



Con il mio fidanzato non era così, noi avevamo mediamente quattro, cinque rapporti a settimana e nonostante lui vivesse solo a volte, tanto per variare, mi facevo prestare la casa di una mia amica oppure ci recavamo nei classici ritrovi da coppiette in macchina, con cumuli di quotidiani attaccati ai vetri a proteggere la nostra intimità.



Rimasta sola e passato un primo momento di smarrimento riniziai a mettermi "in moto" alla ricerca prima di tutto di una compagnia femminile con la quale uscire a svagarmi un po’ e, come credo spesso succeda in questi casi, la paura della solitudine e la desolazione dei sabati passati in casa a chattare con qualcuno via internet, ti porta ad attaccarti alla prima “amica” libera che ti accetta, in un rapporto di falsità e convenienza che, visto a posteriori, è di una tristezza inaudita.

Io trovai sulla mia strada Giovanna.Dire che eravano diverse è poco, lei tipo raffinato, tanta puzza sotto al naso esteta ed arrivista anche se poi passava da un fidanzato all’altro con la semplicità con cui io mi cambio le mutande, ma in ogni caso carina esteticamente, io invece sempre allegra alla ricerca di qualcuno che mi facesse ridere e svagare senza chiacchere di lavoro, investimenti, capitali e noiosità varie….ma visto che non avevo amiche libere….. mi accontentavo.

Le settimane passavano quasi tutte uguali, una capatina in un locale fino alla mezzanotte e poi a ballare Giovanna alla ricerca di uno che avesse tanti soldi e un lavoro interessante io forse cercavo solo di vendicarmi con il sesso opposto, conoscenza, qualche uscita a cena e poi nulla.



Una sera, mi sembra fosse ottobre, insieme con Giovanna decidiamo di andare a ballare in una cittadina vicina, un locale più adatto a me che a lei con tanta gente, forse un po’ grezza, ma sicuramente più sincera, spontanea e simpatica.

Per un po’ tutto ok poi Giovanna scorge un suo ex fidanzato e iniziamo un lungo inseguimento, non

voleva esser lei a fermarlo, cercando di incrociarsi, fino a quando verso mezzanotte e mezza lui "casualmente" ci vede al bar e ci viene incontro. Mi presenta il tipo, bruttino di viso, ampia calvizie ma decisamente un bel fisico e poi, forse per paura glielo soffiassi o semplicemente perché rompevo, mi ritrovai velocemente esclusa dalla discussione.Non che m’importasse molto solo che adesso mi stavo rompendo le palle la macchina era una sola e mancava ancora un bel po’ ad andare a casa.Io mi sentivo imbarazzata e inutile e me ne stavo a due metri ferma come una statuina a rompermi le scatole quando mi si avvicina un ragazzo che mi dice: "Non ti pare di essere di troppo? Vieni ti faccio un po' di compagnia poi quando la tua amica si libera ti mollo.Non temere non sono appiccicoso e sono incensurato" Mi fece sorridere, accettai l'invito e ci spostammo a sedere ad un tavolino vicino ai due piccioncini dove si presentò e mi fece conoscere un suo amico.

Lui, che si chiamava Paolo, e l’amico, Claudio, si rivelarono due ragazzi simpaticissimi, alti un bel fisico tornito da un moderato uso di palestra capelli corti barba fatta e vestiti in modo sportivo ma elegante, si poteva pensare fossero due fratelli ad eccezione de viso che non portava nessun tipo di rassomiglianza, mascolino dai tratti marcati il primo, più morbido, quasi femminile, il secondo.



Erano due ragazzi simpaticissimi e mi tennero compagnia per quasi un paio d'ore fino a quando cioè la Giovanna, proprietaria dell'auto che ci doveva riportare a casa, finì di fare il suo comodo, e la sua pomiciatina, e venne a riprendermi.

A questo punto Paolo, mi viene all'orecchio e mi dice " Se magari un giorno ti va di rivedersi, io tu e Claudio, chiamami a questo numero" e mi mise in mano un bigliettino da visita con tre numeri di telefono, casa, lavoro e cellulare.

Cosa voleva dire ????????

Il tormento mi accompagnò per un paio di giorni, quella frase “io tu e lui” mi era entrata nella testa e non riuscivo a liberarmene, volevano passare una serata a ridere o scherzare oppure ……….

Per quattro giorni mi sentivo come quei gatti dei cartoni animati ai quali appare l'angiolino e il diavoletto che si picchiano per trascinarlo da una o dall'alta parte, poi presi la decisione di chiamarlo e lo feci al numero di casa.



Ero tesissima e super indecisa, pronta a riattaccare di botto, ma quando dall'altra parte mi rispose la

madre di Paolo mi sentii più tranquilla, mi passò Paolo al telefono che m'invitò a bere in un conosciuto pub della città.

Accettai e fu di nuovo una serata divertentissima a tre con Paolo e Claudio che non finivano di stupirmi per simpatia e affiatamento tra loro come fossero stati due fratelli.

Al momento di lasciarci, mentre Paolo andava a pagare, fu Claudio questa volta a dirmi che mi avrebbero rincontrato volentieri un'altra volta e anche lui ci mise la fatidica frase “io tu e lui”.





Andai a casa, ricordo che era giovedì e il tormento riniziò……

Cosa volevano?

Erano scemi o ………..?????

Non reggevo più !!! Il venerdì mattina chiamai Paolo al lavoro, approfittandone anche per verificare la veridicità di questo numero, e lui m’invitò a passare la giornata di domenica in casa sua in montagna.

Eccolo il momento che aspettavo e temevo l'invito in un posto non pubblico.

Inventai su due piedi un impegno e dissi che mi riservavo di andare e che in ogni caso sarei arrivata con un mezzo proprio, mi feci dare l'indirizzo e l'indomani, il sabato pomeriggio, andai e verificarne l'ubicazione.

Era una piccola casetta nel mezzo di un paese abbastanza frequentato, ossia quanto bastava a farmi sentire più tranquilla.

Le ore passavano lente e il tormento non cessava di diminuire, avevo paura, ero piena di dubbi, ma allo stesso tempo pensavo ad un’esperienza diversa, ad una fantasia erotica che non capita tutti i giorni di poter realizzare, ad un treno che mi stava passando davanti e non sapevo se sarebbe potuto riaccadere.

Oppure era solo la mia testa a pensare male (o bene !) e questi due volevano veramente passare qualche ora in allegria a ridere e scherzare come avevamo già fatto?

Il brutto di questa situazione è che entrambe le soluzioni per un verso o per l’altro avevano lati positivi e lati negativi, neanche io sapevo cosa fare, adesso pensavo vado, dopo un minuto avevo cambiato idea e poi il ciclo ricominciava…..Che tormento!

La domenica mattina non resisto, decido che ormai o fatto trenta e farò trentuno, chiamo Paolo al

cellulare e lo avverto che arriverò a destinazione verso le 11 in tempo per pranzare, lui mi dice di fare come voglio tanto lui e Claudio sono già li dalla sera precedente.

Saranno mica due omosessuali ?

Avevo un tormento in più nella mia testa ! E brava Francesca, come se quelli che avevo non mi bastassero!

Arrivo a destinazione tesissima, mi sono messa in testa delle idee talmente strane che non riesco più nemmeno io a ritrovare la via d'uscita.

Suono il campanello, sono le 11 esatte e Paolo, il padrone di casa, viene ad aprirmi, classico bacino di benvenuto, mi prende il cappotto, mi annuncia a Claudio, che intanto sfaccenda in cucina, poi m’invita a visionare la casa.

La casa è ubicata nella via centrale del paese, disposta su due piani, a quello terreno c’è una piccola cucina, un salotto grande con caminetto, un bel divano ad elle un tavolino da fumo, una vecchia libreria che funge anche da porta tv e una un’ampia tavola da pranzo. Nel piccolo ingresso che unisce le due stanze, oltre alle scale per il piano superiore, dove ci sono tre camere da letto, trovano posto un bagnetto e un microscopico ripostiglio.

Mentre giro per casa e in particolar modo mentre mi mostra le camere, m’irrigidisco tremendamente, vorrei scappare sono tesa, tesa, tesa e ancora tesa.

Intanto il tempo passa, si parla del più e del meno, mi adopero in cucina e l’ora di pranzo è già arrivata.Dopo pranzo è Claudio che provvede a lavare i piatti, mentre io e Paolo fumiamo una sigaretta e aspettiamo l’inizio delle partite di calcio, con la tv sintonizzata sulla nota e divertente trasmissione della domenica pomeriggio dedicata al pallone.

Mentre fumo la mia sigaretta penso a quanto sono scema, e pure maliziosa;Nelle fantasie della vigilia pensavo ad un assalto appena varcata la soglia di casa con i due soggetti che mi aspettavano nudi , magari, pensavo timorosa, sono due perversi amanti di pissing oppure due bisessuali che mi avrebbero usata solo per variare un po’,invece sono qui da quattro ore e ancora nulla, Paolo e Claudio sono due ragazzi semplici, sinceri, simpatici che hanno offerto un pranzo in campagna a una loro nuova amica, niente di più semplice.

Confesso che adesso sono molto rilassata e tranquilla, anche se mi sento sciocca e pure un po’ maialina , e mi viene da ridere di me stessa ripensando alla settimana che trascorsa.

Fischi d’inizio su tutti i campi di calcio, ci posizionamo sul divano, con davanti un liquorino per i due ragazzi e una coca-cola per me, e incentriamo la nostra conversazione su alcuni ospiti della trasmissione, ma, di fatto, quel televisore acceso toglie un po’ di comunicazione tra noi, quando all’improvviso, dopo una diecina di minuti, un boato invade la stanza e Claudio e Paolo balzano in piedi con le mani al cielo.

La squadra del cuore di Paolo e Claudio ha segnato un gol.

Sono felice anch’io, infatti tifiamo per la stessa squadra, anche se non faccio tutto quel baccano , ma loro devono sfogarsi per un minutino, poi Paolo si rimette a sedere si avvicina all'orecchio e mi bisbiglia " Adesso dobbiamo festeggiare" e prima ancora che io possa replicare qualcosa lui inizia a baciarmi e a succhiarmi il lobo dell’orecchio e molto delicatamente mi prende la mano.

Sono paralizzata, un brivido come non ho mai sentito mi percorre o meglio mi invade il corpo, Claudio spenge la televisione, si avvicina e inizia ad accuparsi dell'altro orecchio portandomi le mani ai fianchi. Il tempo si è fermato. In questo momento ho quattro mani che mi passano per il corpo, che frugano, che cercano…. è una sensazione fantastica , i miei occhi sono chiusi, sento le loro mani scorrere sul mio corpo delicatamente e ancora nessuno dei due ha ancora toccato in punti " strategici".

I due amici mi fanno alzare in piedi, non riesco ad aprire occhi, il cuore batte all'impazzata, uno dei due, non so chi, si posiziona davanti e mi bacia in bocca mentre con le mani mi cintura alla vita, l’altro da dietro continua ad occuparsi del collo e dei lobi delle orecchie mentre le sue mani si posizionano sopra a quelle dell’amico in vita.

Adesso le loro mani iniziano a muoversi lentamente due lungo i miei fianchi due verso l’alto.

Le mani del ragazzo che stà davanti a me, e che ancora non ho coraggio di guardare, iniziano a sollevare la mia lunga gonna nera, mentre l’altro ha già raggiunto i bottoni della camicetta e uno ad uno li stà aprendo.La camicia adesso è tutta sbottonota, e con un gesto delicato mi viene sfilata da quello che ho dietro, l’altro intanto ha sollevato gran parte della gonna e si è già accorto che le mie gambe sono strette dentro a un paio di autoreggenti nere veramente eccitanti, mentre le mutandine, sempre nere, sono belle ma classiche con una trina in pizzo e una vasta superfice.

A questo punto, praticamente all’unisono sento dire “ Sei fantastica Francesca, sei bellissima ed estremamente eccitante”.

Questo mi dà coraggio, apro gli occhi, davanti a me, ora lo vedo, c’è Paolo, dietro Claudio, abbasso lo sguardo e capisco, dal rigonfiamento dei loro pantaloni, che, se sul fatto che sono bellissima possono anche aver mentito, sicuramente non lo hanno fatto nel definirmi eccitante.

Prendo coraggio e mi decido a muovere le mani, sono ancora impacciata ma inizio istintivamente con lo sfilare la felpa di Paolo mentre loro finiscono di spogliarmi.

Un po’ con il mio aiuto e un po’ facendo da soli anche i due maschietti sono ormai in mutande, mentre a me sono rimasti addosso il coordinato e le calze. Si spogliano completamente, insieme, e si siedono sul divano, allungano le mani, mi tolgono le mutandine e mi invitano ad inginocchiarmi a terra davanti a loro.Adesso Paolo mi addassa il reggiseno, senza toglierlo per far apparire il mio seno ancora più prosperoso e Claudio si avvicina porgendo le sue labbra sulle mie.Prendo in mano i loro cazzi e inizio un leggero movimento, mi stacco da Claudio e inizio a slinguarmi con Paolo.

Ho in mano due cazzi duri come il marmo, davanti a me due toraci muscolosi che inizio alternativamente a baciare, muoio dalla voglia di prendere in bocca quelle due aste, ma confesso che aspetto un loro invito che non arriva.Una mano adesso mi solleva la testa, mi bacia, mi porge due profilattici e mi chiede di montarli sui loro peni.Solo adesso posso guardare con attenzione i loro membri, sono di misura normale, molto simili nelle dimensioni, forse Claudio ha un centimetro in più dell’amico, ma niente di esagerato,sono duri come colonne di marmo e appetitosi come solo un cazzo ritto può essere.Vorrei prendere i due cazzi in bocca,contemporaneamente, ma visto che nessuno purtroppo me lo chiede, eseguo il mio compitino e ci srotolo sopra i due preservativi.

Claudio adesso si alza in piedi, mi aiuta a montare cavalcioni all’amico e, palpandomi i seni , mi impone un lento ritmo, mentre Paolo sembra più concentrato a non venire che a farmi provare piacere.Dopo pochi colpi Paolo infatti raggiunge l'orgasmo, si alza e si avvia al bagno, Claudio si siede sul divano, uccello ritto e mi fa cenno di montare su di luiAnche Claudio non dura molto, sicuramente l'eccitazione è notevole per tutti anche se io non sono riuscita a godere.

Adesso Claudio va al bagno, Paolo sembra sparito forse è al piano superiore, io aspetto il mio turno, delusa sessualmente ma, tutto sommato, felice.

Anche Claudio esce dal bagno, non mi dice niente, si incammina per il piano superiore.

Entro io. Appena finito di lavarmi non ho il coraggio di uscire dal bagno, mi sento imbarazzata, poi decido che non posso passare la mia vita li e che, se qualcuno deve essere in imbarazzo, quella non sono certo io, loro hanno goduto velocemente e questo vuol dire che la mia parte l’ho fatta,mi lavo,mi ricompongo, alzo la testa ed esco.Riprendo immediatamente coraggio nel vedere i due ragazzi che all’apparenza sembrano messi peggio di me, forse per la ridicola durata del rapporto, si sono già rivestiti e fumicchiando una sigaretta hanno già riacceso la tv.

Nessuno dice niente riguardo a quanto successo e tutto, compresi gli argomenti, si ricollegano a quanto facevamo prima di scatenarsi, come se quei momenti non fossero mai esistiti.

Solo dopo capirò, quanto è stato importante e poco spontaneo da parte loro, i quali sicuramente non sono nuovi a esperienze di questo tipo, farmi intendere che erano dispiaciuti per la freddezza, la mancanza di preliminari, nonché per la breve durata del rapporto, che si è consumato, tutto compreso in una diecina di minuti o forse anche meno.

Sono finalmente a mio agio, vedere quei due cani bastonati mi fà sentire fiera e forte, non ho goduto,ma vengo fuori da questa esperienza a testa alta e mi sono levata una voglia.

Mi stò sbagliando !

Arriva la fine delle partite e, appreso che la nostra squadra ha vinto e bene, i due ripeteno il

copione di un'oretta prima con tanto di "dobbiamo festeggiare" sussurrato all'orecchio.

Ora sono completamente a mio agio, il ghiaccio è rotto, tutto sembrava svolgersi come prima e se qualcuno ha bisogno di riscattarsi quella non sono io.

Loro sono diversi da prima, una volta che tutti ci siamo denudati, mi chiedono di rimettermi le scarpe, che mi ero tolta da sola ma che loro trovano particolarmente eccitanti, mi fanno sedere sul divano, Claudio in ginocchio a leccarmi la micetta mentre Paolo monta in piedi sul divano e, senza tanti preamboli mi infila il cazzo in bocca.Cerco di ritmare il pompino con le leccate al mio basso ventre e ben presto si rendono conto, dai movimenti e dal mugolio soffocato dal cazzo di Paolo che mi dilata la mascella, che ho raggiunto un’orgasmo.

Adesso siamo pari, decido allora di prendere una piccola iniziativa, visto che muoio dalla voglia di vedere due cazzi davanti a me, li faccio sedere sul divano, mi inginocchio a terra e inizio a spompinarli a turno per un tempo che non ricordo, fino a quando Claudio mi passa un profilattico, glielo infilo, lui si alza andando a posizionarsi dietro di me, mi fa alzare e inizia a penetrarmi la micetta umidissima da dietro, mentre il cazzo di Paolo è sempre a disposizione della mia avida bocca.Farmi possedere alla pecorina mi ha sempre fatto impazzire, ma adesso, con uno dietro che spinge, un cazzo in bocca e quattro mani che frugano ovunque è una cosa fantastica.Mugolo e mi agito come una troiona navigata e comunque come non avrei mai pensato di fare, mentre il ritmo inizia piano piano a salire.Vorrei continuare all’infinito ma adesso anche Paolo mi porge un preservativo e, anche se un po’ a malincuore, glielo monto;lui si siede sul divano Claudio sfila via l’uccello di dentro me e mi aiuta a montare cavalcioni sull’amico, ma stavolta in modo da dare a Paolo le spalle e a lui,che stà davanti, la possibilità di baciarmi e toccarmi i seni.

Ho un bel pene che mi penetra, una mano da dietro avvolge un mio seno, l’altra mi stuzzica il clitoride, davanti a me un’altro bel giovane a cazzo duro che alternativamente ora mi bacia in bocca, ora mi bacia l’altro seno.

I due torelli si scambiano varie volte il posto e ben presto mi convinco che stavolta la cosa non avrà durata breve.

Passo da un cazzo all'altro al loro comando e mentre uno si siede sul divano per avermi l’altro si mette davanti mi carezza, mi bacia, mi tocca i seni, mi aiuta a pompare visto che le mie gambe cominciano ad accusare la fatica, mi bisbiglia parole d'incoraggiamento, si delizia a toccare le mie gambe velate da quelle calze autoreggenti che fanno imapazzire gli uomini.

Paolo adesso chiede il cambio, si alza e va in bagno, penso che sia venuto, io monto su Claudio, ma stavolta in modo tradizionale, guardandolo, facendo si che lui possa massaggiarmi i seni e baciarmi in bocca, non capisco più niente, sono totalmente spaesata, godo e vorrei che non finisse mai.

Sento Paolo tornare, fa un po' di tramestio ma non ci faccio più di tanto caso, Claudio a quel punto mi sfila il pene e velocemente si distente a terra, sul tappeto mi posiziona sopra di lui e riprende

nuovamente a pompare.

Paolo si posiziona vicino a noi alla mia destra, con una mano mi palpa i seni e sento che con l’altra inizia a spalmarmi qualcosa nei pressi e sopra il mio buco del culo.

Mi blocco, non so cosa fare ho paura, ma lui a già finito, si posiziona sopra di me e mi appoggia il suo pene al mio sfintere, mentre Claudio smette di pompare.

Alzo la testa,mi giro, guardo Paolo e gli dico " No , il culo No ! ". In quel momento capisco cosa faceva quando è tornato, aveva posizionato un grande specchio sulla mia sinistra, mi bacia e mi dice " Guardati, guardati come sei bella e desiderata" e allo stesso tempo mi volta la testa verso lo specchio.Mi vedo, io chiusa nella morsa di due bei ragazzi come una pornostar, io davanti alla possibilità di provare un'esperienza nuovissima, io che mentre penso a tutte queste cose sento che Paolo inizia a premere e non riesco a dire di nuovo no.

Avevo avuto tre soli rapporti anali con il mio ragazzo, e tutti dolorosi, ma adesso no, forse anche perché Paolo ha trovato come lubrificante, oltre a quello artificiale messo da lui, un bel po’ di umori della mia micetta che, vi assicuro, non aveva mai gocciolato così tanto.

Claudio è ancora bloccato, io emetto qualche smorfia di dolore, Paolo da dietro inizia piano piano a farsi posto nel mio culo che ben presto prende a dilatarsi, confermando la mia sensazione che l’umettante che mi ha spalmato è veramente miracoloso.

Claudio da sotto mi bacia e mordicchia i seni, ma ancora è immobile con l’uccello dentro di me, Paolo intento stà piano piano aumentando il ritmo della sua penetrazione.

Adesso le smorfie di dolore e i lamenti si trasformano in mugolii di piacere e Claudio,da sotto, riprende a pompare cercando un ritmo compatibile con quello del suo compagno.

Adesso i due hanno trovato la giusta sincronia e fortunatamente riescono a mantenerla per qualche minuto, quanto basta a farmi i loro cazzi che si strusciano dentro di me separati da una sottile membrana, quanto basta per farmi avere un altro feroce orgasmo.

Il ritmo aumenta in modo forsennato, il mio sfintere, ormai completamente dilatato è fonte di piacere immenso e quella scena riflessa nello specchio, che continuo a guardare con insistenza, aumenta a dismisura il mio godimento.Adesso veramente vorrei che il tempo si fermasse, ma purtroppo sento Paolo sfilare il cazzo dal mio culo, si alza in piedi, toglie velocemente il preservativo viene davanti a me e, mentre Claudio, libero di fare come vuole,riprende a pompare a un ritmo esagerato mi mette il cazzo in bocca e viene.

Anche la sbroda non mi è mai piaciuta tanto ma adesso, vuoi anche per rispetto a Claudio che è sotto e che sicuramente non gradisce il seme dell’amico sul viso, la bevo tutta.

Non ho più freni, continuo a leccare le ultime gocce di quel cazzo che si stà ammosciando davanti ai miei occhi e dico a Claudio di sbrigarsi che voglio bere anche il suo caldo nettare.

Claudio da sotto, con un gesto rapido, sfila il cazzo dalla mia topa e mentre mi siedo per ricevere la sua sborrata mi sento riposizionare alla pecorina, lo vedo nello specchio che mi monta dietro e, deciso a prendersi la sua parte di culo, appoggia l’asta dura al buco stretto e riparte a cavalcare.Paolo è sempre davanti a me a farsi ciucciare il cazzo, tanto per tenere la mia bocca allenata per quando Claudio avrà finito.Anche Claudio ha deciso di venirmi in bocca, come l’amico mi assesta gli ultimi colpi decisi, poi sfila il preservativo, e senza voler disperdere neanche una goccia, mi viene davanti tenendomi il cazzo piantato nella gola fino alla fine.

Credevo di svenire.Non avevo mai goduto tanto.Non riesco a descrivere…immaginate voi, ma

immaginate la cosa più positiva della vostra vita e moltiplicatela per cento.

Ci diamo una lavatina, mi rivesto, ci facciamo un caffè , una sigaretta e poi saluto e ringrazio i due ragazzi dicendo loro che sicuramente li avrei richiamati.

La settimana successiva abbiamo rifissato nuovamente e le cose si sono svolte in modo abbastanza simile …..………ma questa è la seconda parte della storia !

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L'attesa by Verena

Era un giorno come gli altri nel mio ufficio, c’era freddo perché era inverno e la bassa temperatura si faceva sentire, un po’ per noia un po’ per curiosità entrai in Internet alla ricerca di qualcosa che potesse stimolare la mia mente ormai satura di lavoro.



Entrai in chat e ne scelsi una dove si parlava di sesso. La maggior parte erano ragazzini che giocavano e non sapevano quello che dicevano, me ne accorsi subito, ma prima di andarmene scoraggiata venni contattata da un tizio con un nik che era tutto un programma: Pene Eretto.

Pensai: il solito ragazzino che si fa le seghe davanti al PC, invece il signor “Pene Eretto” si rivelò un uomo intrigante e pieno di risorse, aveva 35 anni e la voglia di un 15enne.



Bene, il ghiaccio era rotto e così ci mettemmo in comunicazione tramite il messanger, facemmo conoscenza e vidi che era un tipo abbastanza “veloce” andava per le spicce. A volte con il suo modo volgare e frettoloso mi infastidiva e così toglievo la comunicazione quando cominciava a fare il cretino. In linea di massima di arappava come pochi e così decisi di continuare.



Non mi dilungo a spiegare qui quello che facevamo durante le nostre conversazioni anche perché il vero momento interessante è stato quando lui mi ha detto:”Ci dobbiamo vedere dal vivo”.


Panico, vero panico.

Io non sono libera e neppure lui, ma perché non li basta quello che gli do in chat? Niente da fare, lui è irremovibile, vuole leccare la mia micetta dal vivo e non è più disposto ad immaginarsela e basta.

Bene.

Invento una scusa con il mio compagno mi tengo libera un’intera giornata e gli do appuntamento a metà strada. Io arrivo con il treno e lui con la macchina.

Mi viene a prendere alla stazione e lo trovo in piedi ad aspettarmi, so che è lui perché avevo delle foto, oltre che del suo uccello, anche del suo viso.



Mi vede e mi riconosce anche lui, c’è un momento di imbarazzo da entrambe le parti e poi dico: “Beh eccoci qua, andiamo a bere qualcosa?” lui dice di si e ci rechiamo insieme in un bar li vicino, casualmente è vicino anche ad un albergo e la mia micetta trovandosi di fronte a quell’uomo che l’ha fatta bagnare e godere più volte nel corso dei nostri precedenti incontri virtuali, comincia a farmi capire che le andrebbe di conoscerlo sul serio.

Lui mi guarda e mi dice: “Sei meglio dal vivo, e tutta la ciccia che dicevi di avere a me sembra solo carne al posto giusto” So che lui non è romantico e letteralmente se ne frega di corteggiarmi, vuole scopare e questo lo so, lo voglio anch’io.



Finito di bere andiamo direttamente in albergo, senza tante cerimonie, intanto penso “se questa deve essere una gran trombata facciamola partire da subito”. Ci registriamo e poi saliamo in camera.

E’ una matrimoniale normale, non lussuosa ma tanto a noi non importa certo l’arredamento.

Appena entrati mi mette la lingua in bocca, io lo trovo fastidioso così lo allontano: “Cerchiamo di non fare tanto i romantici” dico io, “Va bene” concorda.



Ci spogliamo guardandoci negli occhi ma l’unica cosa che vedo nei suoi è la mia voglia repressa per mesi, dopo esserci tolti i vestiti lui mi guarda e mi fa capire che gli piaccio nonostante i miei chili in più. Mi porta in bagno e mi mette sotto la doccia dove ci laviamo a vicenda, giusto per non avere brutte sorprese.









Finalmente siamo sul letto e lui comincia a toccarmi dappertutto tranne che la mia micetta, mi accarezza il corpo con le mani aperte come volesse massaggiarmi ma non pressa come un massaggiatore, ben presto la mia micina comincia a bagnarsi, mi bagno le cosce e il mio odore si comincia a sentire nell’aria, io rimango distesa con gli occhi chiusi mentre lui continua la sua esplorazione senza mai toccarmi la fica. Ora ho un braccio sugli occhi e cerco di godermi quel contatto il più possibile, non ho ancora guardato il suo sesso se è cresciuto o no, onestamente in questo momento ho solo tanta voglia di farmi toccare la fica, la sento gonfia, il grilletto è già diventato duro, gli umori cominciano a colare, ho bisogno di essere scopata e lui lo sa, lo sente, per questo continua con il suo non-massaggio, per snervarmi e forse vuole che sia io a chiedere di sbattermi. Ma resisto, ho voglia di giocare.



Ecco ci siamo:

le sue mani mi allargano le cosce, ho le gambe allargate il più possibile e finalmente sento il tocco delle sue mani mi scostano le labbra della micia e gliele bagno, lui commenta “brava, vedo che sei come mi aspettavo, vediamo cosa abbiamo qua? Ah vedo un bel po’ di carne da stropicciare e succhiare e poi un delizioso grilletto da tormentare come piace a me” Più lui mi parlava più io mi bagnavo, tenevo sempre gli occhi chiusi, aspettavo che continuasse l’esplorazione, cominciavo veramente a non poterne più. “Dai, toccamela, infilami un dito, due, quanti ne vuoi” dissi “No, devi aspettare abbiamo tutto il giorno e ho voglia di guardartela ancora un po” Detto questo prese un torcia tascabile e l’accese sulla mia fica, voleva veramente guardarla!! A quel punto aprii gli occhi e lo vidi che si leccava le labbra mentre mi guardava la micia, quando vidi la voglia che aveva quell’uomo di avermi mi bagnai ancora di più, vidi che aveva un’erezione grandiosa, sapevo che aveva una gran cazzo ma non immagino che fosse così bello, mi venne voglia di prenderlo subito in bocca ma sapevo che lui non me lo avrebbe permesso.



Rimasi ancora così mentre lui mi studiava per bene, ad un tratto mi guardò negli occhi e mi disse di girarmi a pecora, lo feci e lui riprese a studiarmi con la luce anche in quella posizione, io mi eccitavo sempre di più e infine lui si decise finalmente a toccarmela.

Sempre a pecora, mi aprii le labbra con le dita e fece venir fuori il mio grilletto così gonfio e voglioso e in cerca di attenzioni, con la punta dell’indice mi tocca il clito in modo da toccarlo ma non pressando, mi sento quasi svenire, voglio che me lo sfreghi, ho voglia di un orgasmo istantaneo lui se ne accorge e tira via il dito.

“No, non devi venire, non ho ancora finito…” non vuole toccarmi e non vuole leccarmi ancora, stà aspettando che faccia un laghetto sul lenzuolo “Voglio che mi pisci in faccia i tuoi umori prima di farti godere”. Adesso dalla sua borsa vedo che tira fuori un cazzo di gomma, di sicuro non ne ha bisogno perché il suo è bello pimpante e ho una gran voglia di morderlo, ma evidentemente ha pensato per me tanti bei giochini prima di concedermi il suo.

“Rimani a pecora, metti le braccia avanti, abbassa il viso sul letto, il culo lo voglio vedere in aria e i tuoi buchini devono aprirsi quasi da soli”. Io faccio come vuole lui e vedo che si avvicina con quel cazzone di gomma, è rosa, grosso, lungo, sento che la mia fica lo vuole dentro. Senza preavviso alcuno me lo infila direttamente nell’utero, così grosso, freddo e lungo, mi sento piena un po’ infastidita perché il cazzo di un uomo non lo supera nessun vibratore, non mi stantuffa con quello non mi da il tempo di avere un orgasmo, lo ritira fuori subito, gronda dei miei umori e lo avvicina al mio buchino posteriore. E spinge.



Mi stà inculando con un pezzo di gomma lungo quanto il suo cazzo, un 18 cm, grosso tanto grosso, mi ha fatto molto male, ora mi sento molto piena ma neppure adesso mi da il tempo di avere un orgasmo. Lo tira fuori e me lo porta alle labbra. “Leccalo, tutto, senti come sei eccitata troiona, lo so che vuoi il mio ma per adesso accontentati di questo” Lecco il fallo di gomma, sento tutti i miei umori, il dolce della fica e l’acre del culo, sono sempre più eccitata. “Ti prego scopami, mettimelo dentro, sbattimi”, “No, non ancora, vieni qua, siediti a gambe larghe sulla sedia”, io lo faccio, mi siedo a gambe larghe, il freddo del legno sulla carne è come una scossa, appena appoggio la fica il legno si bagna lui è sempre lì che mi guarda, ora il suo cazzo è viola, enorme, durissimo, lo voglio. “Dammelo in bocca ti prego” “Si adesso te lo do, ma tu devi rimanere in questa posizione le mani dietro la schiena, me lo devi solo prendere in bocca senza le mani” Allora felice io lo inforco, lui spinge e quasi mi soffoca, sento finalmente il suo sapore, lo adoro, è duro come piace a me. Devo rimanere in questa posizione ed è come se mi scopasse la bocca a gambe larghe i miei umori si stanno raccogliendo sul sedile della sedia, poi lui si stacca, troppo presto “Ti prego ridarmelo in bocca lo voglio” “Adesso basta, inginocchiati davanti alla sedia” Io lo faccio “Adesso lecca tutto quello che hai fatto” Mi obbliga a leccare i miei umori che ho spanto durante il brevissimo pompino, mi piacciono, lecco di gusto lui mi guarda e per premio mi da da leccare la prima gocciolina, io me la gusto tutta.



“Rimettiti sul letto” Io lo faccio mi sistemo a pancia in su, per guardarlo “No, alla pecorina” Allora mi giro e sono di nuovo nella posizione di prima braccia in avanti e culo in aria.



Finalmente!

Mi stà leccando la figa ora, ahhhhhhh è quello che volevo, appena mi apre la micia e mi lecca il grillo vengo come una troia, ho un orgasmo a lungo trattenuto e lui se ne accorge, gemo e vibro, sgorgo come una fontana e lui beve, mugolando, gli piace la mia sborra, stò avendo ancora le contrazioni che lui mi gira violentemente e mi infila il cazzo in bocca appena in tempo per sentire la sua di sborra contro il mio palato, uno, due, tre, quattro getti violenti e succosi mi scivolano in gola, sono gustosissimi e io li bevo con cura. Lui rantola e mi tiene la testa ben ferma con le mani, finisce di godere.



Bene, la mia voglia di orgasmo non si è calmata ma solo rallentata, lui lo capisce, mi fa pulire per bene con la lingua il suo cazzo poi mi fa stendere sul letto.

Mi benda, cosa che mi piace da matti, sento che armeggia di nuovo con la sua ventiquattrore mi lega le mani alla testata del letto con un foulard ora sono completamente a sua disposizione.

Mi fa mettere in posizione ginecologica con le gambe sul seno, mi mette un cuscino sotto il sedere per alzarmelo.

Così ha disposizione tutti e due i miei buchi. Ora comincia il gioco delle mani, mi tocca la micina, mi tocca il buchino, mi allarga, mi tira mi stropiccia, la fica è completamente bagnata e così bagna anche il buchino, lui infila un dito dentro e vede che non faccio resistenza allora ne aggiunge un altro. Ho due dita nel culo che danzano facendomi godere come una matta.



Riprende il cazzone di gomma e lo infila nella micetta smaniosa, vede che sono contenta sorrido, mi contorco un po’, gli dico che mi piace, lo invito ad andare più forte. “Si vede che ti piace prenderlo, te lo gusti proprio” “Si, continua stantuffami, avanti e indietro, continua…” “Ho un’altra sorpresa per te….” Mi dice, smette di farmi i due buchi e io rimango li con il cazzone di gomma infilato nella fica ma che piano piano mi scivola via… senti dei rumori ma non riesco a capire cosa succede, poi finalmente lo sento, il suo cazzone nella fica……..completamente dentro, caldo, grosso come prima, mugolo, godo, riprendo a godere, ho un orgasmo dietro l’altro, le mie contrazioni sono moltissime, avvolgono il suo cazzo e lo spremono per bene, mi fa girare e mi ritrovo a cavalcarlo sempre durissimo e grosso, mi ma salire fin quasi a farlo uscire ed è li che capisco qual’era la sorpresa, un altro cazzo mi si è avvicinato e spinge sul buchino, capisco che il bastardo non era solo ma aveva un amico che aspettava un suo cenno, sono in trappola (non troppo direi) e li lascio fare, quello dietro mi penetra piano in sincronia con quello davanti, ora non so quale dei due sia lui, ma questi due cazzi e 4 mani che mi toccano mi fanno perdere la testa, adesso gli voglio, comincia a gridare “Dai, sbattetemi, più forte, scopatemi!” Che bello due cazzi tutti per me, che mi riempiono, non sono mai stata così contenta, così piena, credo di avere avuto una decina di orgasmi e poi a malincuore non mi hanno fatto bere la loro sborra, ma mi hanno riempito anche di quella.

Alla fine mi hanno sbendato e mi trovo davanti un uomo mai visto, bel viso e gran bel cazzo, uguale a quello del suo amico che scopro essersi riservato il culo, cosa di cui è molto ghiotto.

Andiamo tutti e tre in bagno e dopo averli lavati per bene, ritorniamo a letto e rimaniamo distesi a fumarci qualche sigaretta, prendiamo dal frigo bar qualcosa da bere e mentre ce ne stiamo lì distesi finalmente ci presentiamo……..

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Solo sesso... con te! by Laura

Il fine settimana si preannunciava noioso: sola in casa nonostante lo splendido sole fuori. Forse è per questo, per esorcizzare la noia, che ho accettato l’invito di Luca al lago.
Il venerdì sera, mentre preparavo la valigia piccola, ho chiamato Luciano, mio marito, e l’ho avvisato che sarei stata fuori per due giorni visto che lui non sarebbe rientrato prima di martedì, non gli ho detto dove o con chi e nemmeno lui mi ha chiesto nulla. Il nostro rapporto prevede ampi spazi di libertà per ciascuno di noi… a patto che, poi, si racconti tutto all’altro.
Sinceramente non avevo intenzioni libidinose con Luca. Sì, mi piace, è simpatico e ci sa fare, ma non è mai riuscito a far scattare la molla della passione in me. Un caro amico, che spesso ci prova, con cui sto bene e che sa farmi ridere. Avevo bisogno di un po’ di svago in effetti.
Così il mattino seguente ero pronta a partire con lui, la valigia nei pressi della porta aspettava solo un suo squillo. Mentre bevevo il secondo caffè della giornata iniziavo a dubitare d’aver fatto la scelta giusta nell’accettare il suo invito, temevo l’avrebbe inteso come un consenso al suo pressante corteggiamento ogni volta che Luciano era via per qualche giorno. Avevo pensato più volte di chiamarlo per unirsi ai nostri giochi di coppia ma qualcosa mi diceva che non era il tipo da accettarli, nonostante l’ostentata sicurezza e la sua dichiarata apertura mentale nei confronti del sesso, sentivo che era ancora legato a canoni troppo restrittivi in questo campo. In ogni caso ora era tardi per rifiutare e disdire.
Un normalissimo fine settimana sul lago, continuavo a ripetermi.

Dalla casa di Luca si gode di una vista stupenda sulle acque del lago, è tranquilla ma non isolata, in pochi minuti a piedi è possibile raggiungere il centro del paese ma dalla sua terrazza si ha veramente l’impressione d’essere gli unici a vivere in quel luogo. Forse è per questo che ho accettato l’idea di rilassarci un po’ al sole prima di pensare alla cena della sera.
Luca mi aspettava giù ed io ero ancora nella camera degli ospiti indecisa su cosa indossare. Non che lo avessi previsto nei dettagli ma avevo infilato nella piccola valigia due costumi: uno decisamente audace, del tipo che uso normalmente al mare quando sono in ferie con il mio uomo, l’altro molto castigato, un due pezzi che copre per bene i glutei e trattiene il seno a prova di ogni movimento che uso per nuotare. Non volevo suscitare strane idee in Luca ed optai per il secondo. Mi faceva una strana impressione indossare quel costume per prendere il sole quando, di solito, non metto neppure il reggiseno al mare. Ero decisa a non lasciarmi andare e a lanciare un chiaro messaggio al maschiaccio che stava di sotto, quindi sopra il costume indossai una casta maglietta bianca molto lunga e di tre misure oltre la mia.
Mi studiai allo specchio prima di scendere.

- Al di là di ogni tentazione! – mormorai soddisfatta.

Lui era steso sulla sdraio quando raggiunsi la terrazza, subito notai quanto fosse tonico ed attraente il suo fisico ed il suo sesso anche se “a riposo”; Luca prendeva il sole completamente nudo!
Distolsi lo sguardo da quel punto preciso e tentai di stendermi il più lontano possibile da lui.

- Laura… finalmente! – mi salutò lui – Vieni qua, vicina a me.
- Eccomi, non trovavo il costume! – mentii
- Sei bellissima! Potevi anche fare a meno del costume. – mi disse mentre sfilavo la maglietta.
- Per rischiare una scottatura sulla pelle più delicata?
- Sono convinto che sei abbronzata anche lì… fammi vedere dai!
- No, meglio di no.

La mano di Luca scivolò verso il basso attirando la mia attenzione sul suo sesso che mi appariva leggermente più turgido di prima. Possibile che si stia eccitando solo con la mia presenza?

- Rilassati, non c’è niente di male a prendere il sole integrale. Poi qui non ci può vedere nessuno.
Lo faccio sempre quando vengo qua… mi da una sensazione di libertà impagabile poter stare all’aria aperta senza vestiti… sentirmi parte di questa natura che ci circonda… il sole sulla pelle, il vento leggero che ti accarezza… è bellissimo!
Spogliati!

La voce di Luca era suadente e rassicurante. Avevo davvero voglia di spogliarmi e stendermi al sole completamente nuda e i suoi occhi puntati sul mio corpo stavano risvegliando quel mio perverso piacere che provo nel farmi osservare con voglia da un uomo. Gli voltai le spalle e slacciai il reggiseno mentre valutavo quanto fosse stata inutile la scelta di quel costume.

- Girati! Fatti vedere. – disse lui.

Mi voltai lentamente prestando attenzione a non far cadere il mio sguardo sui genitali.

- Sei bellissima… hai un seno stupendo.
- Grazie! – dissi mentre mi sedevo sulla sdraio al suo fianco.
- Levati anche gli slip!
- Non penso sia una buona idea.
- Giuro che non ti guardo.
- Certo… e io ci credo.
- Fidati!

Quando un uomo ti dice: “fidati” è il momento di voltarsi e andarsene. Invece mi trovai stesa sul lettino con il sedere sollevato mentre mi sfilavo il costume. Rimasi per un attimo a godermi i raggi del sole sulla pelle, quindi mi voltai verso Luca sicura di trovarlo intento ad osservarmi. Invece lui pareva più interessato alle cime degli alberi che a me, tranne che per un particolare:

- Luca? – lo chiamai
- Ti senti meglio ora… vero?
- Sì, amo il sole sulla pelle, ma….
- Si? – domandò lui
- Sono io che ti faccio quell’effetto?
- Sì!

Il membro di Luca si ergeva perfettamente verticale dal suo corpo in piena erezione.
Mi misi seduta e fissai a lungo il suo sesso, poi dissi:

- Luca… puoi guardarmi se vuoi. – ed in quel momento mi alzai in piedi.
- Se fai così mi esplode! – ammise lui

Feci un passo verso di lui:

- Che ne dici? – domandai mentre mi mettevo in posa per lui
- Posso masturbarmi?

Il sangue venne richiamato improvvisamente al mio ventre mentre provavo quella pressione allo stomaco che sempre preannuncia una profonda eccitazione, mi si oscurò per un attimo la vista mentre mi sentivo dire:

- Sì, ti prego… toccati per me!

Luca iniziò a far scorrere la mano lungo l’asta, molto lentamente. Lo osservai rapita da quei movimenti che scoprivano un glande degno delle mie labbra. Ero sempre più eccitata e nella mente iniziavano a prendere forma le immagini di noi due intenti a masturbarci uno di fronte all’altra.
Poi feci la mossa che non mi avrebbe più consentito di tornare indietro: misi un piede sullo sdraio di Luca e mi abbassai sino a porre la vulva dinanzi al suo viso.

- Continua a toccarti, non ti fermare. – lo pregai

Voltai il viso verso il membro e lo guardai mentre sentivo la sua lingua scorrere tra le labbra a tempo con la sua mano sul membro. Era bellissimo ed eccitante, lì all’aperto, trovarsi in quella situazione. La sua lingua cadeva esattamente dove ero più sensibile e iniziavo a godere.

- Sei bravo… ci sai fare! – confessai

Lui non rispose per non interrompere le lunghe leccate che mi dava. Stavo perdendo ogni controllo; se guardavo il suo sesso lo sognavo dentro di me ma non volevo interromperlo, mi eccitava guardare un uomo che si masturbava provocato da me. Spinsi il pube sempre più contro il suo viso, tanto che respirava a fatica ma la stessa aria che espirava dal naso mi stuzzicava. Non era più un semplice gioco, era sesso e lo volevo gustare sino in fondo ora.
Sollevai il pube dalla sua faccia quando iniziai a godere troppo, quindi mi spostai ai suoi piedi.

- Lascia fare a me! – dissi prendendo il membro tra le mie mani

Luca chiuse gli occhi e si rilassò.
Strinsi il membro tra le mani, era caldo e durissimo. Mentre avvicinavo il viso ne inspirai il profumo intenso di sesso maschile e quando appoggiai le labbra colsi il sapore della sua profonda eccitazione. Lo ingoiai lentamente, non volevo stimolarlo troppo, capivo dal sapore quanto avesse già goduto da solo. Il membro era umido, lubrificato e sicuramente qualche goccia di seme aveva già raggiunto la cima. Lo sentivo sulla lingua quel sapore unico che ha l’uomo quando gode intensamente.
Volevo farlo impazzire di piacere ma non venire, non intendevo sprecare quella magnifica erezione in quel modo. Ora che avevo provato le prime fitte di piacere non potevo esimermi dal prenderlo profondamente nel ventre per godermelo tutto.

- Sei… sei… incredibile! – mormorava lui – Fantastica… leccalo tutto… piano, piano!

Lo accontentai facendo scorrere la lingua dai testicoli sino al glande, lo feci in modo da non coprire l’azione con i miei capelli o nascondendomi in qualche modo. Volevo che mi guardasse mentre lo leccavo. Ma non era ancora sufficiente a domare il mio bisogno di esibizionismo, cercai di assumere una posizione tale da valorizzare il mio corpo ed, al contempo, eccitarlo per il significato erotico delle mie gambe aperte che esponevano una vulva vogliosa. Avrei continuato in quel modo se lui non mi avesse fermato.

- Sto per venire! – mi avvisò
- Non vuoi? – domandai
- E ti lascio così… insoddisfatta?
- Se vieni ora, e godi, sarò immensamente soddisfatta. Lasciati andare e vieni, se lo vuoi.
- Non mi vuoi dentro? – domandò lui

Ci pensai per un istante dando l’impressione di averci ripensato, d’essermi pentita di aver raggiunto quel punto, in realtà ero indecisa sulla posizione.

- E tu vuoi entrare qui? – domandi mentre facevo scorrere una mano sul pube

Non attesi la sua risposta, la conoscevo già. Dolcemente salii a cavallo delle sue gambe e mi fermai contro il pene. Me lo appoggiai alla pelle del bacino mentre fissavo i suoi occhi dilatati dall’eccitazione.

- Quanto lo hai sognato?
- Da quando ti ho conosciuta! – ammise
- Certo che… guarda sin dove mi entreresti dentro! – attirai l’attenzione sul membro appoggiato sulla mia pelle che giungeva a sfiorare l’ombelico.
- Temi di non riuscire a prenderlo tutto?
- Mi sfidi? – domandai con un sorriso

Mi sollevai sulle gambe e spostai in avanti il pube mentre con la mano stringevo quella carne che stavo per accogliere in me, me lo guidai dentro e mi lasciai penetrare. Dominai il piacere e mi calai sino a sentire i testicoli contro la pelle.

- Hai visto? Sei completamente dentro di me!
Ora dimmi… cosa ti faccio provare?
- Sei… morbida!
- È tutto quello che ti viene in mente ora?
- No… ma… muoviti, ti prego!

Luca era in estasi ed io pure, lo sentivo magnificamente dentro e volevo godere. Iniziai la mia danza, quella che avevo fatto tante volte con tanti altri uomini e che sapevo essere efficace per me e per lui. Le solite mosse, i miei sperimentati ancheggiamenti, le ritmiche contrazioni, le salite e le calate sul membro che sentivo sempre meglio mentre mi adattavo a lui.

- Ti piace?
- Sei fantastica… ti muovi in un modo unico
- Guardami… negli occhi, voglio vedere nei tuoi il piacere che ti do!

Luca sollevò a malincuore lo sguardo dal mio pube agli occhi dopo essersi soffermato sul seno, mi piace quando un uomo mi guarda in quel modo!
Il mio piacere era in costante crescendo ma stentava a decollare, qualcosa mi impediva di esplodere nell’orgasmo. Se il corpo era pienamente soddisfatto non lo era la fantasia, volevo qualcosa di più da lui.

- Cambiamo, prendimi da dietro!

Luca mi spinse verso l’alto con un’intensità tale da farmi capire quanto lo volesse anche lui. Mi sistemai in fretta carponi sul lettino ed attesi il suo membro che tornò ben presto a riempirmi. Ora lui spingeva con decisione, se prima mi era parso quasi passivo sotto di me, ora mi stava dominando. Ero schiava delle sue forti mani che stringevano i fianchi e delle sue spinte che mi facevano godere. Si muoveva con una costanza impensabile nonostante fossi sicura che era davvero prossimo all’orgasmo, mi complimentai mentalmente con la sua capacità di controllo mentre iniziavo a dedicare tutto il mio cervello, tutta la ragione e l’istinto al mio piacere.
Le spinte di Luca e le profonde penetrazioni mi portarono ad un passo dal piacere estremo ma la molla decisiva fu l’intuizione che posso esprimere in questo modo: “Ti piacerebbe sfondarmi anche il culo.. vero?”. Come nella mente prese forma questo pensiero il piacere cancellò ogni forma di ragione. Urlai e mi bloccai per un lungo istante mentre le prime ondate di piacere invadevano il mio corpo, quindi senza lasciarlo scemare presi a muovermi in controtempo a lui.
Devo ammettere che non mi aspettavo una tale resistenza da Luca ma continuò a sbattermi sin quando non crollai sul lettino esausta.

- Riempimi! – rantolai in preda agli ultimi spasmi – Vieni!
- Non ho il profilattico. – ansimò lui
- Non importa, se vuoi… riempimi!

Luca non rispose, uscì da me e mi fece voltare.
Non aveva bisogno di parlare, sapevo cosa desiderava: presi in gola il suo membro ricoperto dai miei umori e lo feci godere.
Un primo e possente fiotto direttamente in gola, buono, caldo, viscidamente sensuale.
Luca si fece indietro ed il secondo fiotto mi arrivò sul viso.

- Sei un vero porco… ti piace guardare il tuo seme che mi arriva sulla faccia!” – pensai senza riuscire a dar voce a questo pensiero.

Altri due, tre, getti in parte sul viso ed in parte sul seno.
Luca indietreggiò per ammirare meglio la sua opera su di me, sapevo cosa dovevo fare per imprimere la mia immagine indelebilmente nella sua mente: mi misi a giocherellare maliziosamente con le gocce di seme sulla mia pelle.

La sera stessa tornai a casa, spiegai a Luca che non doveva succedere. Gli raccontai dei giochi erotici tra me ed il mio uomo e la sua reazione non fu quella che mi aspettavo dopo quel pomeriggio: un uomo pronto a scoparsi la donna di un altro, che la prende in quasi ogni posizione, pronto a masturbarsi dinanzi a lei, che le spara il seme sul viso e sul seno… ma che alla fine si sconvolge quando lei gli propone di scoparla ancora ma dinanzi a suo marito?
Non fa per me.

Peccato Luca… sei ben dotato ma non di fantasia.


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Solo sesso, puro piacere by Laura

È tutto combinato!
Ogni cosa è già stata stabilita dal mio uomo.
Il luogo, i tempi, le modalità. Persino la biancheria che indosso è stata scelta da lui.

Sono tesa, non riesco a rilassarmi mentre, stesa supina sul letto, sento i denti di questo stupendo ragazzo mordicchiarmi le natiche prima di far scivolare la lingua lungo le gambe sino ai piedi. Lo stimolo è eccitante, indubbiamente piacevole, però manca qualcosa.
Sospiro e gemo di un finto piacere per lasciare il tempo alla mente di cercare il punto di svolta, quello che una volta superato mi fa perdere il controllo e predispone il mio corpo al piacere.
Lui mi vuole baciare, si avvicina e schiude le labbra mentre spinge la lingua contro le mie.

“E sia!” penso, “Tanto avrai tutto di me tra poco, puoi anche baciarmi ma… niente sentimento, solo sesso!”

Lui si stende sul letto e m’invita sopra. Lo guardo negli occhi poi studio i lineamenti del viso: mi piace, il mio uomo ha scelto bene. Come sempre. Mi lascio slacciare il reggiseno, mi piace quando de forti mani maschili armeggiano con la minuta chiusura, adoro quando mi è sfilato con forza e passione, come se la pelle del mio seno nudo fosse in grado di soddisfare ogni suo desiderio. Spingo avanti il busto ed aspetto la sua lingua sui capezzoli. Si solito a questo punto sono già completamente fuori controllo ma oggi è diverso.
Lui, il mio uomo, mi ma semplicemente portata qui, in questa camera di un albergo fuori mano, lontano dalla città e dalle autostrade. Mi domandavo come facesse a vivere in quel luogo isolato, poi gli occhi del portiere, che mi spogliavano e valutavano, come nel tentativo di stabilire se il mio prezzo fosse alla sua portata, mi hanno fatto sentire puttana; ed ho compreso. Il mio uomo mi ha semplicemente detto: “Solo sesso, puro piacere. Voglio guardarti godere!”
Mi accorgo che ho portato il pube sul viso dell’uomo sotto di me, sento la sua lingua esplorarmi l’intimità del sesso. È bello, mi procura un intenso piacere. La mente mi si apre, un pensiero illumina il buio di prima. Urlo:

- Dove sei! – rivolta al mio uomo.

Non riesco a lasciarmi andare se lui non è lì presente, ho bisogno di sentire i suoi occhi sulla pelle, devo vedere l’eccitazione nel suo sguardo per lasciarmi andare.
Eccolo!
È sempre stato qui, sulla poltrona nell’angolo della stanza. Mi sentivo persa senza di lui. Ora, con i suoi occhi che puntano su di me sento smuoversi il ventre. Una forte pressione mi opprime il petto, il bacino s’incava e sento i capezzoli inturgidirsi. Mi bagno, ora sono eccitata e pronta, se ne accorge anche l’uomo che mugola soddisfatto nell’illusione d’essere lui la fonte del mio stato.
Strofino un po’ la vulva sulla sua faccia, mi prendo una riserva di piacere prima di prepararlo alla nostra unione. Soddisfatta scivolo indietro, strofino il busto contro il suo e faccio scorrere il seno sul membro che sento durissimo. Quindi, con la faccia più convinta che mi riesce, inizio a leccarglielo prima d’ingoiarlo. Lo succhio mentre lo stringo forte con la mano, me lo porto alla bocca e lo bacio mentre muovo la mano su e giù. Lo faccio godere, mi sento bene.
Lui ha un sussulto e spinge in alto il bacino, capisco che sto esagerando e mi allontano. Mi metto in ginocchio e lo chiamo. Lui si alza in piedi sul letto e mi spinge il pene contro la faccia. Vuole che lo prenda ancora, lo accontento mentre cerco l’approvazione negli occhi del mio uomo. Incrocio il suo sguardo e provo un forte brivido, quando mi guarda così riesco ad essere più vacca di quanto non sia la mia vera natura. Divento disinibita e assetata di piacere, sento di poter fare di tutto, di poter dare tutto di me all’uomo che ho sul letto. Tra un ingoio e l’altro gemo:

- Ti voglio dentro!

Misuro con lo sguardo quel pezzo di carne che sto per accogliere dentro di me e già lo sento riempirmi il ventre. Diventa sempre più difficile resistere alla voglia di sentirlo scorrere dentro. Mentre mi stendo sul letto guardo il mio uomo e gli lancio un messaggio con gli occhi, voglio dirgli: “Lo faccio per te, tutto il mio piacere sarà per te. Guardami, osserva il mio corpo come si muove quando cerca il piacere… so che ti piace!”.
Mi stendo su un fianco rivolta verso il mio uomo, voglio che non si perda un solo sospiro, un solo movimento del mio bacino mentre l’altro mi prende. L’uomo si stende dietro di me, mi solleva una gamba ed appoggia il membro contro la pelle, lo sento e lo voglio. Ho il pube completamente rasato e la pelle è sensibilissima, colgo ogni dettaglio e la cosa mi eccita. Mi son lasciata depilare dal mio uomo, prima d’uscire, immaginando che lui volesse vedermi così, supponendo che l’assenza della delicata peluria gli consentisse d’osservare meglio il pene dell’altro violarmi. Ora, però, capisco che lo ha fatto per aumentare la mia sensibilità, per consentirmi di godere di più; lo amo!
Eccolo!
Il pene è spinto con dolcezza tra le labbra della vagina, chiudo gli occhi e mi concentro. Lo sento entrare lentamente, farsi strada in me con dolcezza. Lui spinge un po’ poi esce. Gemo, lo voglio dentro. Con un colpo secco e deciso di reni l’uomo mi entra completamente dentro, sento i suoi testicoli appoggiarsi all’inguine mentre il ventre smette di lamentarsi sazio di quella presenza. Volto il viso e cerco un suo bacio, non contravvengo alla regola, il mio uomo sa che quel bacio è solo uno stimolo supplementare, non c’è sentimento in esso. Lo incito a muoversi, mi piace e gemo forte. Cerco il mio uomo ma stesa sul letto non lo vedo, ho bisogno di lui e scivolo in avanti. L’uomo mi guarda interrogativo, si domanda cosa voglio. Gli indico il cuscino e lui si stende. Ora posso guardare il mio uomo negli occhi mentre mi faccio scopare dall’altro o meglio mentre mi scopo l’altro. Salgo a cavallo dell’uomo, gli volgo la schiena in modo e mi apro sopra di lui. Sento le sue mani aprirmi la vulva e guidare il pene. Scendo lenta, il membro d’insinua deciso, mi apre dolcemente la vagina, ora non mi resta che muovermi e prenderlo tutto, ma prima sorrido al mio amore, quindi scendo e mi faccio penetrare.
È bellissimo, mi satura il ventre, lo sento premere dove sono più sensibile. Quando mi sollevo e ridiscendo una fitta di piacere invade tutto il corpo. So d’essere una visione eccitante per il mio uomo, ma cerco di atteggiarmi sempre meglio, tento di far assumere al mio corpo delle posizioni che mettano in mostra le curve, che magnifichino il momento. Lui mi guarda, ha gli occhi puntati sul mio pube, so cosa vuole: scendo aprendo ancora di più le gambe lo prendo tutto, completamente, dentro; poi lo guardo e gemo chiudendo gli occhi mentre faccio scorrere lentamente una mano dal bacino alla vagina aperta, come per indicargli dove guardare. Sono eccitatissima!
Voglio muovermi meglio sopra il mio amante, mi sollevo e mi volto. Lo riprendo dentro e attacco un ritmo velocissimo, salto sopra di lui, crollo adagiata sul suo petto poi mi sollevo sino a raddrizzare la schiena completamente, lo voglio sentire dentro di me in ogni posizione. Voglio godere, provare piacere. Ora la mia mente non ha più il controllo della situazione, solo l’istinto è padrone delle mie azioni e questo istinto animale vuole il piacere.
Non so come, non ricordo quando, mi ritrovo carponi con lui dietro di me che spinge il suo palo di carne con violenza dentro il mio ventre umido. Urlo di piacere, di vero piacere… crollo quasi distesa, non vedo più il mio uomo ma so che sta godendo con me. Non dico nulla, non riesco a formulare una frase che abbia senso, mi lascio sbattere dall’uomo. Lui si muove bene, mi tocca e lo fa nei punti giusti. Non capisco più niente, sento solo un forte piacere che monta inesorabile. Mi tremano le gambe, non riesco a reggermi. Il ventre s’incava e si gonfia a tempo con il piacere, che non è quello delle spinte del mio amante, ma godo. Godo intensamente. Quando arriva l’orgasmo gemo, urlo un “Sì” poi mi lascio andare. L’uomo mi sbatte ancora più velocemente, ogni volta che entra spinge il piacere dal pube alla testa. Tutto diventa scuro, perdo la cognizione del mio corpo, esiste solo il piacere e mi lascio prendere totalmente da questa sensazione.
Ritorno alla realtà fisicamente distrutta, non mi aspettavo un orgasmo così intenso. So che devo far godere lui e so cosa vuole ora il mio uomo.
Mi stendo languida sul letto, spalanco le gambe e rivolta al mio amante sussurro:

- Godi! Godimi dentro!

Lui mi trascina sul bordo del letto poi mi prende le natiche, mi solleva e mi penetra. Lo sento entrare da lontano, sono talmente aperta e bagnata che potrei accogliere di tutto in questo momento. Lui si muove, scorre dentro di me, esce e rientra. Lo sento ansimare e fremere. Quando si spinge tutto dentro di me e s’irrigidisce attendo con ansia le sue pulsioni.
Eccolo!
Ha un primo lungo impulso, ho la sensazione di sentire il seme scorrere lungo l’asta del pene per poi allargarsi nel mio ventre. È bellissimo! Quando un uomo gode dentro di me ho la chiara percezione delle mie capacità erotiche.
Pulsa ancora, sempre più veloce. Spinge in avanti il bacino come per iniettarmelo direttamente nell’utero. Soddisfatto esce ed una parte del suo seme segue il pene. Quando lui si allontana resto distesa con le gambe aperte, sento qualcosa d’umido e vischioso colare dalla vagina. So cos’è e questo mi eccita. Mi domando cosa sta provando il mio uomo che visto tutto sino in fondo, penso a cosa stia passando per la sua testa e mi sento appagata.
Chissà quando mi farà ripetere un’esperienza simile?
Non vedo l’ora!

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La mia voglia... by Laura

Oggi ho voglia!
Sento il disperato bisogno di toccare, baciare, leccare, succhiare e prendere dentro di me un uomo.
Se mi ascolto mentre penso a questo mi sento male, mi giudico per quella che sono: una ninfomane.
Tutto è nato ieri sera quando mio marito, l’unico uomo che amo e che non abbia mai amato sino ad ora, mi ha esposto alcune delle sue fantasie su di me. Mi piace ascoltarlo mentre mi parla eccitato di come sono, di quanto gli piaccio quando sono voluttuosa ed eccitante. Le sue parole avevano un potere maggiore di qualunque mano non mi abbia mai toccata, delle labbra che mi hanno baciata o dei vari attributi maschili che hanno violato la mia intimità.

“Voglio vederti godere!” mi diceva Luciano con voce roca e calda dall’eccitazione.

Ed a me piace godere a fondo di un uomo, mi piace farlo come lui mi chiede… per soddisfarlo e per provare su di me le sempre nuove sensazioni che un uomo diverso mi sa dare.
Ora sono qui, davanti al mio collega, e penso alle parole di Luciano.
Forse è per questo che fisso il ragazzo dinanzi a me forse un po’ troppo intensamente. Lui da sempre ci prova, ogni volta sento i suoi occhi spogliarmi e spingersi ben oltre il limite della pelle. Sento il suo sguardo penetrarmi, come se volesse spingere gli occhi la dove non gli ho mai concesso di conficcare altro, almeno sino ad ora.
Si vede che ho voglia?
Penso di sì da come si accendono i suoi occhi.
Mentre parliamo m’invita a sedermi mentre lui chiude la porta alle mie spalle. Ho la gonna al ginocchio ed una camicetta trasparente al punto giusto. Forse non è l’abbigliamento ideale per sedurre ma lui mi vuole da tanto tempo ed io, oggi, ho voglia di un uomo.
Uno qualsiasi!
Mi siedo maledicendo la gonna troppo lunga, vorrei scoprire di più le gambe in modo da costringerlo a spingere gli occhi tra le mie gambe a spiare cosa indosso sotto.
Non mi arrendo.
Mentre gli illustro l’elaborazione dell’ultimo quadrimestre scivolo in avanti con il sedere e la gonna, ovviamente, rimane indietro. Riesco a scoprire le calze, so quando eccitante è la pelle che s’intravede sul limite delle autoreggenti. Ora sento i suoi occhi su di me, li percepisco accarezzare il tessuto, spingersi sulla pelle e valutarne la sfericità, quindi eccoli sul pube, sugli slip in piena vista.
Il suo respiro si fa più veloce, si sta eccitando ma non si muove. Forse non comprende il mio messaggio?
Non “sente” quanto sono eccitata io?
Si allontana e si siede alla scrivania.
Mi teme?
Non ci credo, sta giocando con me, forse l’ho rifiutato per troppo tempo.
Mi alzo e lo raggiungo, mi appoggio a lui e mi strofino senza parlare.
Finalmente ecco le sue mani.
Prima sui fianchi e mi stringono forte. Mi piace!
Poi salgono lente e afferrano il seno prima d’iniziare a slacciare la camicetta. Cerca di baciarmi ma non voglio i suoi baci. Voglio solo sesso da lui, nessun’altra emozione. Unicamente sesso!
Sempre in silenzio lo spoglio, lo denudo completamente prestando attenzione a non sfiorare alcun punto erogeno del suo corpo o a mostrare tenerezza. Quando è nudo valuto la sua eccitante disponibilità, prendo il membro in mano e lo stringo come per valutarne la compattezza. Lui sorride sicuro di sé, forse pensa che non ho mai visto nulla di meglio ma, anche se ben dotato, è pur sempre nella norma. Ora rappresenta un pene duro, nulla di più per me.
Scendo con la bocca sul membro, lo lecco, lo assaporo, ne valuto il sapore e lo memorizzo dentro di me. Mentre lo stimolo inizio ad immaginarlo dentro il centro della mia voglia, nel ventre mentre si muove senza sosta e si spinge a fondo, completamente a fondo per riempirmi con la sua mascolinità.
Ho sempre più voglia di lui.
Ripenso alle parole di mio marito e mi eccito ancora di più.
Mi levo la camicetta e gli slip ma tengo la gonna e le calze. Lui mi sorride sempre più eccitato, fissa il mio pube nudo, la vulva denudata e disponibile. Si sente già dentro di me.
M’inginocchio ai suoi piedi ed ingoio il membro durissimo. Ora è come piace a me. Lo stimolo sin quasi all’orgasmo. Più lo eccito meglio mi sbatterà dopo. Conosco il prezzo del mio piacere e lo pago sempre in anticipo.
È pronto, sento da come pulsa il membro che non regge più. Mi alzo e mi siedo sulla scrivania, quindi mi stendo aprendo le gambe a mo’ d’invito.

- Da quanto è che lo vuoi… che mi vuoi? – gli domando.

Lui non riesce a rispondere, è troppo eccitato, forse non ci riesce a credere. Si avvicina con il membro tra le mani e me lo punta sulla vagina, lo strofina tra le labbra e si fa strada ma non spinge.

- Prendimi! – lo prego.

So che quest’invocazione fa sempre effetto.
Eccolo, finalmente. Sento che spinge. Lentamente il mio corpo si prepara a prenderlo, mi apro a lui mentre oltrepassa la mia femminilità. È delicato, dolce. Non spinge con forza ma è inesorabile. Lentamente lo sento entrare, mi sto aprendo a lui e lo accolgo. Mi piace sentirlo mentre mi entra nel ventre e… godo.
Non è un piacere immenso, è solo l’inizio. Questo è appagamento di un desiderio. Mi sento piena, soddisfatta e domata. Ora inizio a provare piacere.
Si muove bene il ragazzo. Sa quando spingere e quando rimanere dentro. Potrei anche rimanere stesa sulla scrivania e lasciargli il compito di portarmi all’orgasmo ma… voglio condurre io il gioco ora.
Facciamo cambio: lui steso sulla scrivania ed io sopra. Non mi levo la gonna, la tengo. Non ho tempo da perdere, sento ancora il forte desiderio di tenerlo dentro. Gli salgo sopra guardandolo negli occhi e lo invito a guidarmelo dentro. Scendo e m’impalo. Ora entra in me strusciando nei punti giusti ed il mio piacere è più intenso. Lo cavalco, lo faccio entrare ed uscire più volte. Mi piace… mi piace davvero tanto ma… se lo guardo il misterioso equilibrio del piacere si rompe. Non domandatemi perché, forse è dovuto al fatto che non volevo lui ma un qualsiasi maschio. Non voglio far l’amore con lui, voglio semplicemente scopare.
Mi sollevo e lui geme, lo faccio uscire e mi volto. Gli do la schiena e mi sistemo per prenderlo nuovamente. Lui comprende e, penso, si eccita all’idea che io voglia adottare quella posizione poco comune. Non sa che è una delle nostre preferite. Quella che adotto sempre quando lo faccio con Luciano presente.
Ora è meglio, il membro scivola dentro di me in modo estremamente efficace.
Abbasso lo sguardo ed osservo il pene entrare in me, lo guardo aprire le labbra della vagina ed affondare nel ventre. Penso a Luciano, a quando lui ami proprio questa scena e mi spiace non sia presente ora. Questo limita un poco il mio piacere, mi manca la morbosa eccitazione di farlo davanti a lui con il suo consenso.

“Non dovevi eccitarmi così ieri sera Luciano!”

Penso mentre mi muovo come se non scopassi da anni sopra il ragazzo.

“Però! Regge bene!”

Mi rendo conto di muovermi in modo troppo efficace per lui, forse sto gemendo ed ansimando in una maniera troppo eccitante ma dimostro quanto stia fisicamente godendo. Anche se manca quell’eccitazione unica che solo il mio uomo sa darmi, questo membro che scorre dentro di me genera un intenso piacere.
Forse sto esagerando.
Lui mi afferra per i fianchi e mi solleva allontanandomi.
Ci ritroviamo giù dalla scrivania. Lui, per prendere tempo mi sfila la gonna, ora mi vuole completamente nuda, con gli occhi mi promette un orgasmo indimenticabile. Non voglio deluderlo e rispondo con uno sguardo implorante. Mi sollevo un po’ sulla scrivania e lo chiamo. Alzo una gamba sulla sua spalla e mi lascio nuovamente penetrare.
Va bene, mi piace! Si muove sicuro ora che ha riacquistato un minimo d’autocontrollo. Ora mi sta facendo veramente godere, sono prossima all’orgasmo, non lo trattengo e lo lascio esplodere. Lui mi sbatte sempre più forte, tiene il mio piacere al massimo livello sin che non gemo soddisfatta, penso che voglia svuotarsi nella mia gola quando si ritrae ed esce ma, mi afferra e mi costringe a voltarmi.
Mi chino sul piano e gli offro le terga, il messaggio è: “Puoi prendermi come vuoi, ma sbrigati a venire ora!”
Eccolo che punta il membro sulla vulva, pensavo volesse un finale anale, per me andava pure bene!
Entra in me e riprende a muoversi. Ora che sono soddisfatta ed appagata la sua voce pare il grugnito di un animale. Mentre pompa con forza dentro di me geme ed ansima come se stesse facendo uno sforzo immane. Chiudo gli occhi e angolo il mio corpo in modo da offrirgli il massimo stimolo, in fondo sono in debito con lui. Non mi da fastidio ma neppure stimola il mio desiderio di farlo godere, ho già avuto quello che cercavo. Sposto leggermente il pube, lo abbasso e lo stringo. Lui mi sente meglio e sta per venire.

“Voglio vederti riempire!” ripenso alle parole di Luciano.

Potrei anche farlo ora, farmi riempire dal seme del mio collega, da come grugnisce ora direi che ne ha parecchio da emettere ma senza Luciano non mi va.
Eccolo!
Due affondi violenti.
I lombi che si contraggono.
Sento il membro enorme e gonfio dentro di me.
Sta per venire!
Esce e m’imbratta le natiche.
Sento il suo seme colare sulla pelle mentre ansima. È tutto finito.
Sono appagata, ho soddisfatto la mia voglia. Ora devo far capire a questo ragazzo che è stato lo stallone adottato per sedare una mia voglia e nulla di più.

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