Racconti Erotici 

Giulia by Eric

Il re e Giulia si erano addormentati , abbracciati su quella pietra calda . Malgrado il loro incontro fosse avvenuto di notte l' aria attorno non era fredda e quindi si erano addormentati dolcemente . Eric si svegliò con lei al fianco . Il lago era coperto da un leggero velo di nebbia sulla superficie , la luce dell' alba rendeva tutti i colori tendenti al blu e basso all' orizzonte vi era il disco rosso del sole che stava nascendo . Il cielo era ancora scuro e velato di una leggera foschia che faceva sembrare ancora più grande il disco rosso del sole . L' erba attorno era coperta di rugiada che scintillava ai primi raggi di quel sole rosso . Eric guardò Giulia che stava ancora dormendo , la sua pelle era coperta da un leggero velo di rugiada . Le sue labbra rosse erano socchiuse e mentre lui la fissava lei aprì gli occhi . Gli sorrise , era ancora nuda , i suoi capelli biondi spettinati le coprivano le spalle . Lei era una fata e sapeva fare incantesimi e magie e quando vide lo sguardo di Eric decise di faregli vedere la sua prima magia . Nella notte il vento aveva portato sui loro corpi dei petali di fiori bianchi degli alberi che crescevano nella radura . Lei ne raccolse alcun tra le mani e vi soffiò sopra . Immediatamente si alzò un leggero vento che iniziò a far turbinare lentamente attorno a loro una miriade di petali bianchi . L'aria attorno a loro si riempì di petali che li sfioravano e si fermavano tra i loro capelli . Anche la pietra che li accoglieva si coprì di petali . Il cielo si era tinto di azzurro e di rosso . L' aria era diventata più fredda e allora Eric raccolse il suo mantello tessuto di testa e fili d' oro e se lo avvolse attorno e prese sotto il mantello anche Giulia . Erano stretti abbracciati sotto il mantello che li riscaldava e con i raggi del sole scintillava di riflessi dorati . Erano streti e Giulia sentiva il calore del corpo di Eric . Lui ascoltava il respiro di lei e sentiva il profumo della sua pelle . La baciò dolceente sul collo. Lei provò un bivido di desiderio sentendo le labbra di lui sul suo collo . con la mano andò verso il pene di Eric che era già turgido e lo strinse per sentirne il calore . Lui sotto il mantello avvicinò la sua mano al fiore di Giulia e iniziò ad accarezzarlo con le dita . Sotto le sue dita si unimidì e lentamente iniziò a penetrarlo . Lei gli salì sopra.

Erano seduti lei sopra di lui con il mantello che li copriva . Sotto il mantello il calore dei loro corpi eccitati li riscaldava e lei con le mani guidò il pene di lui dentro di lei . Il pene di Eric era così grosso e lei si sentì riempita di quella stupenda verga . Offrì il suo seno ai baci di Eric che li baciava e con la lingua accarezzava i capezzoli di Giulia . Sotto l' effetto di quei baci volluttuosi lei si sentiva eccitatissima e quel pene caldo la riempiva e si mise a salire e scendere facendosi penetrare . Eric non smetteva di baciarla e leccarla . La sua farfallina era bagnatissima e sentiva quella verga possederla . Il suo ritmo si era fatto frenetico e sentiva il piacere in tutto il ventre ed ebbe un orgasmo mentre Eric baciandola le stringeva le natiche con le mani . Lei gemeva di piacere e anche Eric era vicino all' orgasmo . Stava per venire e allora la fermò e le disse che desiderava venirle dentro l' ano , quindi estrasse la sua verga dalla vagina di lei e la fece mettere a pecora . Lei si girò e si mise in ginocchio a ancia in giù . Lui avvolse di nuovo i loro corpi col mantello e si mise dietro di lei . con le dità inziò ad esplorare il bucin di giulia , penetrandolo co le dita umide dei succhi vaginali di lei . Quando sentì il bucino un po dilatato si adagiò sulla schiena di lei stringendola con le braccia attorno al ventre e con la mano gidò il suo pene dentro il buchino di lei e iniziò a penetrarla di dietro . con una mano le toccava il sesso e con le dita la penetrava mentre con la verga la possedeva da dietro . Lei si sentì penetrata da enambe le parti ed iniziò a mugolare di piacere mentre lui ad ogni ansimo di piacere di lei la penetrava con più forza . Lei ormai gridava di piacere e aveva un lughissimo orgasmo , sentiva il suo corpo paralizzato dall' intenso piacere . Eric con l' altra mano le stringeva il seno e le accarezzava i capezzoli sfiorandoli . " vieni mio re , riempimi dei tuoi succhi ... " lei lo implorava . La verga di Eric era durissima e calda e affondava i suoi forti colpi dentro l'ano di Giulia . " sto per venire ... stupenda giulia " e continuava ad affondare i colpi . La mano di Eric che la penetrava davanti era fradicia di umori di Giulia e allora Eric venne dentro Giulia che ebbe un utimo orgasmo sentendo il corpo di Eric irrigidirsi nell' orgasmo . Venne copiosamente mentre Giulia godeva pazzescamente gridando e mugolando . Eric estrasse le verga e giulia le avvicinò le labbra e la prese in bocca per raccoglierne tutto lo sperma . Il pene di Eric era bagnato del suo sperma , era ancora lungo ma ormai non più rigido e lei se lo infilo tutto in bocca per leccarlo bene . Era tutto bagnato della saliva di lei che ne raccolse ogni goccia . Il turbinio di petali attorno a loro continuava . La luce del mattino era rossa e si abbandonarono di nuovo al sonno stringendosi dolcemente sotto il mantello dorato che preservava il tepore dei loro corpi ebbri di piacere e stanchi .... si abbandonarono al sonno continuando a baciarsi ed accarezzarsi ...

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Auto di Lusso by admin

-E' davvero una bellissima macchina... Comoda, spaziosa, fa venire proprio voglio di rilassarsi!!!-
La ragazza era bellissima, e il suo tono di voce sensuale e intrigante lo faceva sentire quasi a disagio. Certo, Enrico era un tipo piuttosto sveglio, un trentenne bello ed elegante, e con le donne ci sapeva decisamente fare. Vantava già una discreta serie di conquiste serali, grazie al suo modo di fare affabile, alla sua spigliata solarità, e perché no, alle ottime doti di "venditore di fumo" che possedeva. Eppure, quella ragazza, splendida, sensuale, dall'aria decisamente disinibita e sicura, lo stava mettendo un po' a disagio, minando seriamente le sue capacità di riflessi! La stessa mise della ragazza aveva un'aggressività erotica totalmente contrastante ai lineamenti dolci del suo viso bello e delicato, ma contemporaneamente modellava il suo corpo in maniera allarmante: una deliziosa Longette pitonata con un piccolo spacco laterale le copriva le gambe, disegnandole le cosce e i fianchi; aveva una camicetta di un rosa chiarissimo, che riprendeva la tonalità della gonna, dando a tutta la sua figura una luminosità cui era difficile sfuggire, e una giacchina corta, tenuta aperta. Il bel seno pieno e modellato da un balconcino sicuramente molto costoso le balenava dalla camicetta, lasciata maliziosamente sbottonata quanto possibile. Una sciarpina di seta attorno al collo e i capelli castani raccolti sul capo completavano la sua figura, dandole un affascinante pizzico di anni 50.


Mentre salivano in macchina, poi, il movimento fluido delle sue gambe aveva fatto apparire per un attimo l'orlo delle calze, rivelando la presenza (assolutamente eccitante per Enrico) di un reggicalze nero; così, mentre parlavano, seduti dentro l'auto, lui non riusciva ad evitare di lasciar cadere il proprio sguardo su quelle splendide gambe. Lei sembrava accorgersene e, probabilmente, gradire, dato che continuava a sorridergli, e la cosa metteva in difficoltà Enrico, troppo abituato alle solite, lunghe disquisizioni di persuasione e convincimento. Non si illudeva, perché sapeva benissimo che tipo di fascino potevano esercitare le auto di lusso su certe ragazze, ma in questo caso non riusciva a capire cosa realmente quella splendida creatura stesse cercando. Aveva acceso l'autoradio, un modo come un altro per ammorbidire la situazione, oltre che per farle notare, furbescamente, le notevoli qualità della vettura.
-Certo, è una gran bella macchina... Sinceramente, credo che non ce ne siano molte, sul mercato, così. E poi ha veramente tutto: vedi? Questo è il joystick da cui posso controllare l'autoradio, senza staccare le mani dal volante... E l'autoradio, di serie, ha il CD con il caricatore da dodici nel bagagliaio... L'airbag, poi..
-Deve costare un patrimonio...
-Senti, ti dico la verità! Non troppo! O meglio, non si può certo considerare un'auto economica, questo è chiaro, ma vale ben più di qualche sacrificio, te lo assicuro! E poi, sembra impossibile, ma consuma veramente poco, pensa che...
-Il pomello del cambio è in radica?-
-Il.. pomello del cambio? Ah, sì.. questo! Certo, è in radica! Pensa che solo questo costerebbe più di duecentomila lire! Il cambio semiautomatico, poi..
-Mi piacciono da impazzire, i pomelli in radica.- la ragazza vi aveva messo la mano sopra ed aveva cominciato a lisciarlo languidamente;
-Danno l'impressione di morbidezza e di calore, e invece sono così lisci, così asciutti e duri...Fanno proprio venire la voglia di accarezzarli! Mi eccitano!!!-
Enrico sentì il sangue salirgli di colpo al cervello!! Si voltò di scatto, trovandosi improvvisamente inchiodato dallo sguardo malizioso della ragazza.
-E tu? Cos'è che ti fa eccitare? Ah, si, ho capito.....queste, giusto? A giudicare da come me le guardi ti devono proprio piacere... -
La ragazza si tirò su la gonna, scoprendo le gambe fino al bordo più scuro delle calze, e divaricandole impercettibilmente. Enrico, impietrito, divenne rosso come un peperone.
-Però queste sono, morbide, non come la radica... e sono anche più calde!! Perché non provi ad accarezzarle?-
Impossibile resistere!!! Enrico posò la mano sul ginocchio della ragazza, scorrendo lentamente lungo la coscia, scivolandovi all'interno, salendo fino all'orlo della calza, e ancora più su, trovando la pelle nuda, liscia e morbida come seta. La ragazza reclinò la testa, socchiudendo la bocca e sospirando, quando lui le sfiorò il pizzo delle mutandine.
-Scommetto che anche tu nascondi qualcosa di più eccitante della radica del cambio, vero?-
La ragazza allungò una mano sul petto di Enrico, scendendo senza troppi complimenti sul suo ventre, e ancora giù, penetrando sotto la cintura, carezzando il morbido cotone dei boxer ingrossati di colpo dalla reazione al suo tocco vellutato.
-Ecco! Lo sapevo che nascondevi qualcosa di buono...
Ritrasse la mano, per dedicarsi alla zip dei pantaloni e alla cintura di cuoio. Il pene di Enrico sbucò dalla fessura dei boxer all'improvviso, eretto e duro come un obelisco di granito. Il sorriso della ragazza fece trasalire Enrico.
-Wow!! Felice di conoscerti!!-
La ragazza si piegò su di lui, saggiando con la punta della lingua il disegno delle vene sull'asta di Enrico. Con pochi movimenti rapidi ed esperti mise a nudo la cappella, circondandola con le proprie labbra e facendola sparire dentro la propria bocca. Enrico sussultò, sentendo quelle morbide labbra scendere lentamente, fino a toccargli l'attaccatura dei testicoli, e spingere ancora più a fondo, fino a che il nasino di lei non sprofondò nel suo ventre, soffermandosi qualche secondo. Lui si ritrovò a chiedersi come poteva quella bocca così piccola e delicata accogliere tanto facilmente tutta quella carne in un colpo solo; così, allentandosi la cravatta abbassò lo sguardo su di lei, scoprendo che lo stava fissando, con la bocca completamente spalancata per poter essere piena, e che contemporaneamente riusciva anche a sorridere. Credette di perdere il controllo, lasciandosi andare. La sua mano era passata ad interessarsi delle morbidezze racchiuse dentro la camicetta della ragazza, scoprendo due seni sodi come il marmo, coronati da capezzoli turgidi e carichi di voglia. Lei stava aumentando il proprio ritmo, andando su e giù con la testa, senza aiutarsi con le mani per potersi gustare quello splendido cazzo nella sua interezza. Enrico era ormai travolto, e tornò ad allungare le mani verso le gambe della ragazza. Lei si inginocchiò sul proprio sedile, e lui fece altrettanto, afferrandola per la nuca e dandole il ritmo per gli affondi della sua bocca, mentre lui le scostava le mutandine con due dita, affondandole estasiato nella fichetta calda e fradicia di desiderio.
Si bloccò all'improvviso!
-Ma... Cazzo!!!-
-Che ti succede?- Chiese lei, senza mollare la presa sui glutei di Enrico.
-Ma insomma.. Come sarebbe a dire "che ti succede"?!!!-
-Ah, capisco... Hai ragione!! Non vuoi rischiare di fare macchie spiacevoli sulla tappezzeria dell'auto, vero? Beh, non ti posso dar torto!! Allora facciamo così..-
In un attimo la ragazza scese di macchina, vi girò attorno, raggiungendo Enrico che, sceso lentamente a sua volta dall'auto, si stava riassestando. Lei lo afferrò per la cravatta e se lo trascinò lentamente ma decisamente verso il cofano, fino a sedervici sopra, a gambe divaricate.
-Coraggio, assaggiami! Sentirai come sono dolce, quando ho voglia di essere scopata!!-
Era davvero troppo! Per Enrico non c'era più speranza di mantenere il self control!! Le afferrò le mutandine, strappandole di colpo e facendola ridere, e si buttò a capofitto tra le sue cosce, affondandole la lingua nelle umide labbra della fica. Le attenzioni della sua lingua la fecero sussultare, mentre con le mani le apriva la camicetta, afferrandole i due seni polposi. Lei gemeva, ansimava, inarcando la schiena sempre più nervosamente, afferrandolo infine per i capelli:
-Ora basta: fottimi!!-
Enrico si rialzò, le appoggiò il glande sulla vagina dischiusa come un'orchidea, e affondò dentro di lei con un movimento secco e potente. Cominciò a muoversi piano, mentre lei chiudeva gli occhi respirando profondamente; poi lui alzò il ritmo, facendola ricominciare a gemere, e poi ancora più forte, afferrandole i seni, stringendole delicatamente la gola, afferrandole le spalle per tirarla più a sé, strappandole rantolii sommessi e acuti come quelli di una gatta.
-Ah!!! Aaaaah!!! Fer.. Fermo... Fermo! ....As.... Aspetta!!!-
A fatica, ma si fermò:
-Che c'è?-
-C'è che non mi basta!!-
-Cosa vuol dire?-
-Vuol dire che lo voglio prendere anche di dietro!-
Attimo di sbigottimento! Qui si rasenta la follia, pensò Enrico. Una proposta così non l'aveva mai ricevuta, e tantomeno da un pezzo di fica come quello lì. Si scostò leggermente, lasciandole lo spazio per scivolare giù dal cofano dell'auto. Lei si girò, divaricando le splendide gambe, i piedi ben piantati a terra e i gomiti poggiati sulla carrozzeria della macchina. Enrico le infilò di nuovo le dita nella vagina, trasudante umori, passandole poi nello sfintere anale, lavorando rapidamente per inumidirlo, per allargarlo al punto giusto.
-Non perdere tempo! Entrami dentro!!!-
La mente di Enrico non aveva più il benchè minimo spazio per la razionalità; ogni sensazione, ogni fetta di coscienza, ogni muscolo del suo corpo convergevano verso un unico punto: il suo sesso, assolutamente, incredibilmente, bisognoso di esplodere!!
Guidò il cazzo pulsante con le mani, accompagnandolo nella lenta penetrazione di quel piccolo, angusto, fiorellino di carne. La sensazione, là dentro, fu disarmante: il senso di calore, di esaltazione, di necessità assoluta di scatenare la propria libido lo pervase, invitandolo a spingere forte nella penetrazione, squassando il culetto della povera, fortunatissima ragazza con un'intensità inenarrabile.
-Ti piace farti riempire il culo, eh, troia? Sssi, ti sfondo!!! Così... Ti sto fottendo..... Ti sto fottendo il culo, puttana!!!!-
Si sorprese di se stesso, non aveva mai parlato così a nessuna, e la cosa lo esaltò oltre ogni limite. Le risposte della ragazza si limitavano a qualche vocale ansimata a caso o gridata all'improvviso, mentre lui la stantuffava ormai con violenza, stringendole i fianchi e godendo del rumore dei propri testicoli che sbattevano contro la sua vagina dilatata e grondante di piacere. Non si era mai sentito così!! Con la soddisfazione tipica dell'orgoglio di un uomo che sa di aver svolto bene il proprio compito, la sentì contrarsi in uno spasimo violento, travolgente, estenuante. Ma Enrico non riusciva ancora a godere, non ancora!! La costrinse ad inginocchiarsi, afferrandole la testa e forzandole le labbra con la propria carne intrisa di caldi sapori femminili, spingendogliela giù, sentendole la lingua, il palato, la gola!! Uno, due, tre colpi violenti, e finalmente l'esplosione, completa e travolgente, che gli annebbiò la vista. Estrasse il proprio cazzo dall'abbraccio di quelle labbra per vedere gli ultimi fiotti del proprio orgasmo colpirle la fronte e scenderle sul naso, mentre lei, dagli angoli della bocca, lasciava uscire due bianchi rivoli di soddisfazione maschile. Lei rise, maliziosamente soddisfatta. Lui sospirò, piuttosto sconvolto, conscio del fatto che quasi sicuramente avrebbe perso il lavoro. Fuori dal Concessionario di auto, intanto, decine di persone, con la bocca spalancata e il naso schiacciato contro la vetrina, continuavano a fissarli, esterrefatti..


Steve Vansanti

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La Collega Birichina by admin

Io lavoro con 3 ragazze, e una di queste di nome Concetta ci invita a casa sua per una cena.
Concetta è l'unica sposata.

Arriviamo la sera verso le 19.30 a casa sua e ci viene ad aprire e la trovammo vestita in un modo come non l'avevo mai vista cioè con un pantalone aderente ed un body celestino.

Entriamo e ci chiede che preferiamo prima della cena e prendemmo un cioccolatino ed intanto arrivò il marito.

Tra una chiacchiera e l'altra si fanno le 20.30 e la cena è pronta.

Iniziammo a cenare e mentre eravamo alla frutta arriva una telefonata, che un amico del marito era rimasto a piedi con la macchina ed aveva bisogno di aiuto e quindi il marito uscì di casa.

Intanto si erano fatte le ore 22.00 e venne il padre di una delle mie colleghe a prenderla e se ne andò anche l'altra.

Io rimasi solo insieme a Concetta ed in un primo momento me ne stavo andando anche io però mi disse di rimanere un'altra mezz'ora fino a quando tornava il marito.

Nel frattempo iniziammo a guardare la tv ed involontariamente pigiò il tasto del telecomando su un canale che trasmetteva un film con delle scene porno.

Non ebbe il coraggio di cambiare canale e mi fece un guardo strano.

Ma io feci finta di niente però in lei vidi un cambiamento, attraverso il body si iniziavano a vedere i capezzoli allora capii che questa si stava eccitando .

Io a questo punto avevo il mio pisello che si stava svegliando e non sapevo cosa fare, lo volevo nascondere con un cuscino e mentre facevo questo lei se ne accorse e mi tolse il cuscino da sopra e mi iniziò a toccare.

Nel frattempo chiamò il marito dicendo che faceva molto tardi ed inoltre Concetta gli disse che era rimasta da sola con l'altra mia collega.

Finita la telefonata si avvicina di nuovo a me e si sedette sopra io allora la iniziai a toccare fino a quando gli sfilai i pantaloni aderenti.

Lei rimane solo con il body celeste e la cosa che notai subito furono la quantità enorme di peli castani della sua fica che fuoriuscivano dal body.

Anche lei si diede da fare e mi fece restare solo con i boxer.

A questo punto la stendo sul divano gli sbottono i 4 bottoni del body che erano vicino a quella foresta amazzonica glie lo sfilo dalla testa cosi rimase tutta nuda.

Non avevo mai visto una donna così perfetta ed arrapante !!!

Lei in un primo momento aveva un pò di vergogna ma poi filò tutto tranquillo.

La iniziai a toccare da tutte le parti e lei iniziò ad eccitarsi cosi arrivammo alla posizione 69 e per me è stata una cosa bellissima perchè per me era la prima volta oltre al fatto che lo stavo facendo con una mia collega.

Dopo 5 minuti mi disse che aveva molta sete, si alzò dal divano per andare in cucina. Io andai appresso e vedevo quelle pacche di culo sculettanti che mi facevano pensare a 2 palloni di cuoio.

In cucina aveva un ripiano in marmo alto 1.20.

Allora l'ho presa dalle natiche e la feci sedere sul marmo dove fece un piccolo laghetto in quanto era molto bagnata in mezzo le gambe, allora io mi avvicinai con la bocca ed iniziai a sentire un profumo di fica mai sentito sino allora ed iniziai a leccargli la fica pelosa la quale aveva un sapore salino delizioso.

Lei inizio a gemere come una cavalla e mi disse se la penetravo, ma io la feci scendere dal ripiano e la misi alla pecorina ma la penetrai nell'ano.

Quell'ano era qualcosa di eccezionale, anch'esso ben lubrificato dove il mio pene ci scivola così bene che gli diedi 48 spinte nel culo fino a quando ci sborrai dentro minimo un bicchiere di sperma.

Lei non soddisfatta continuava a gemere allora io tolsi dal suo culo il mio pisello e vidi che fuoriusciva lentamente dal quel buchino peloso tutto il mio sperma e che andava a finire lentamente sulla sua fica bagnata.

A questo punto io ero sfinito ma lei sfesca come un gelato mi prese il mio cazzo in bocca e me lo inizio a pulire con la lingua!

Le dissi: Concetta basta che arriva tuo marito! Ma lei disse di non preoccuparmi e andammo di nuovo sul divano dove mi fece sedere e lei con violenza me lo prese in mano e se lo inserì nella sua fica, quindi si sedette con le gambe aperte davanti a me. Inizio a saltellare su se stessa con una intensità impressionante e io continuavo a godere come un ippopotamo, gli leccavo i capezzoli, il collo, gli toccavo il sedere, le orecchie e lei continuava fino a quando buttò un urlo impressionante e mi casco sopra sfinita.

Io ancora non ero arrivato per la seconda volta allora cosa feci la stesi sul divano e glie lo misi in bocca fino a quando gli sborrai dentro.

A questo punto eravamo sfiniti tutti e due andammo in bagno per lavarci io mi sedetti sul bidet e lei si avvicinò a me e mi lavò il pisello dolcemente e viceversa si sedette lei allargando le gambe e io presi il detergente intimo glie lo spalmai su quelle labbra pelose e poi glie la sciacquai con acqua fredda

Quella fica divenne un marmo come i suoi capezzoli.

Andammo nella camera da letto prese la sua biancheria intima e la volle indossata da me allora le misi il reggiseno, il perizoma e il pigiama. Ci salutammo e il mattino seguente quando arrivò allo studio e mi vide divenne rossa, perchè gli venne in mente quello che aveva fatto con me sapendo che lei era sposata.


Tiganà

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La nuova vita di Barbara by Jack D

Barbara è una ragazza dolce e delicata, fresca come una piccola ragazzina, non ostante abbia già superato i venticinque anni. La sua freschezza la fa apparire ingenua, a volte, quasi immatura; e forse, in qualcosa, lo è veramente, non avendo avuto tante storie su cui crescere. Sono diversi anni ormai che ci diamo l'un l'altra tutto ciò che possiamo, vivendo in una specie di nicchia ricavata nel mondo che ci circonda e che abbiamo sempre lasciato fuori. Certo, lei ha le sue amicizie e io le mie; esce spesso senza di me, specie ora che finalmente ha trovato il suo primo lavoro; ma non ha mai avuto neanche la più pallida idea di cosa significhi "avere voglia di tradire". Io invece sì, e ci sono stato vicino diverse volte, ma l'amore e il rispetto che provo per lei mi ha sempre frenato, ponendola al centro assoluto del mio universo sessuale. Stasera lei deve uscire con le sue amiche,

e io ne approfitto per ficcarmi in macchina di Massimo, insieme a Stefano e Marco, i tre amici con cui ogni tanto mi diverto a fare finta di essere single, andando nelle discoteche dei paraggi a collezionare finti appuntamenti a cui, poi, non mi reco mai. Loro tre, invece, non si fanno molti scrupoli, e cercano di portarsi a letto ogni fichettina che dia loro un po’ di confidenza.

-Allora, la tua donna dov'è, stasera?- mi fa ridendo Stefano, -A caccia di una buona scopata?-

-Ma piantala, idiota! Non è proprio il tipo, lei….-

-Non ne sarei tanto sicuro!- interviene Marco, - Non puoi mai sapere cosa gira per la testa alle donne!-

-Si, ecco lui. Ma smettetela di fare i cretini! Che cosa ne potete sapere voi ? A voi basta cambiare posto dove mettere l'uccello una volta ogni tanto, non venitemi a dire che conoscete le donne….- Mi squilla il telefonino, e sul display appare il nome di Barbara.


-Pronto, ciao Tesoro, che c'è?!-

-Niente di particolare- mi risponde lei, con un tono piuttosto infelice, -Che fai?-

-Beh, sto andando al Deep Skin insieme a Stefano, Massimo e Marco. Andiamo a ballare. E tu?-

-Io niente. Mi ha telefonato Francesca e mi ha detto che non potevano uscire né lei né Silvia, stasera. Così adesso sono ancora qui in ufficio, perché abbiamo fatto tardi, e dovrò chiamare un taxi, per tornare a casa….-

-No, aspetta, veniamo noi a prenderti, dài!-

-No, lascia stare. Mi spiace farvi venire qua…..-

-Non ci pensare nemmeno! Aspettami lì- e riattacco.

-Che palle!- mi apostrofa subito Massimo.

-Davvero, sei proprio una lagna! Ma non potevi proprio fare diversamente?-

-E dài, ragazzi! Cosa ci costa. Andiamo là, la riportiamo a casa e poi torniamo verso il Deep Skin. Capirai quanto tempo sprecheremo…..-

Così andiamo a prenderla, e io la faccio montare sul sedile posteriore, fra me e Stefano. E' deliziosa, vestita a modino per poter ben figurare nell'ufficio di rappresentanza dove ha trovato lavoro: ha una leggera casacchina nera dalla quale fanno capolino i bei seni pieni ma non grossi, inguainati in un reggiseno di pizzo che si intravede appena. Una gonna rossa, lunga appena sopra al ginocchio, le calze nere e le scarpe con il tacco alto fanno il resto. Ma ha l'aria triste, e anche i ragazzi se ne accorgono.

-Che hai, Barbara?- le chiedo.

-Niente, è solo che ……. E' solo che non esco da quasi dieci giorni, e sono un po’ stufa!-

-Se vuoi, stiamo insieme, stasera.- le propongo, riscuotendo subito un bel trio di occhiatacce.

-No, non importa! Dovete andare a ballare, non è mica giusto che cambi idea!-

Ma a me dispiace, vederla così annoiata, così, dopo averci pensato un'attimo, lancio una proposta che farà sicuramente incavolare i miei amici:

-Senti, perché non vieni con noi? Tanto, voglio dire, andiamo a ballare…..-

Lei sembra contraddetta, ma alla fine accetta:

-Se a voi non vi dispiace, io verrei anche volentieri…..-

-E allora forza! Dai Massimo, andiamo al Deep Skin!-

E così partiamo, con i tre piuttosto contrariati, e Barbara che comincia a sorridere, finalmente.

Dentro al Deep Skin sembra di essere in una bolgia infernale: pieno zeppo di gente, e soprattutto pieno di belle fiche vestite il minimo indispensabile per combattere il caldo. La prima cosa da fare è prendere da bere, così raggiungo il bar insieme a Barbara e mi faccio preparare due Negroni; così, mentre gli altri tre si dileguano, noi due ci mettiamo a ballare, sorseggiando i nostri cocktails e pensando a divertirci. A dir la verità sono distrattissimo dalla spropositata quantità di fica che mi gira attorno, e faccio fatica a non farmi sorprendere da Barbara mentre punto questa o quella ragazza. Ma d'altra parte anche lei è bellissima, stasera: perché non dedicarlo a lei il mio sguardo? Così passa il tempo, e finiti i nostri Negroni le chiedo se ha voglia di bere ancora:

-Dài, vieni a prendere qualcos'altro. Tanto pago io, stasera!-

-Okay, però non mi prendere niente di così forte come il Negroni di prima, eh? Altrimenti tra mezz'ora vado a gambe all'aria!-

-Non sarebbe poi tanto male!- le ribatto io, strappandole una risata. Comunque le prendo un altro drink, mentre per me ordino un altro Negroni. Balliamo ancora un po’, poi riusciamo a trovare un tavolino libero e ci sediamo.

-Certo, che ci sono un sacco di belle ragazze, qui!- mi fa lei, -Sarà per questo che vi piace venirci….. o no?-

-Beh, è chiaro che non dispiace a nessuno, vedere un po’ di belle figliole…- le rispondo, nel pieno dell'imbarazzo.

-Comunque ci sono anche tanti ragazzi…. Mi sa che qualche volta ci porto le mie amiche!- La guardo, scoprendo nei suoi occhi la malizia di quella affermazione. Ma non è certo il caso di mettersi a discutere, la serata sta passando alla grande e non voglio certo rovinarla con qualche assurda polemica sulla gelosia. Finisco anche il secondo Negroni, dopodichè mi alzo in piedi:

-Senti, vado a fare un giro per vedere se trovo quei tre idioti. Chissà dove si sono cacciati…. Massimo sarebbe capace di lasciarci a piedi!-

Quando li trovo, mi comunicano dei loro fallimenti:

-E' seratuccia- mi fa Marco, -Se la tirano tutte quante!-

-Già, non ce n'è una che sia stata qui a chiacchierare per più di trenta secondi.- ammette sconsolato Stefano, -Tu piuttosto, come va con la tua fedele mogliettina?-

-Oh, smettila! Mi dispiaceva lasciarla sola, era così triste!-

-Si, certo! Ma ora dove l'hai messa? Stai attento che non te la portino via…..-

-Macchè! Cosa vuoi che faccia, lei! Se qualcuno le si avvicina, quella scappa!-

-Certo, certo…… povero illuso!-

-Che fai, ricominci con i soliti discorsi? Va bè, me ne vado! Ci vediamo più tardi, quando volete andare via venite a chiamarci.-

Così ritorno a fatica verso il tavolino, facendomi strada fra la gente che si accalca nei corridoi del locale. Ma mi aspetta una sorpresa: Barbara sta chiacchierando allegramente con tre ragazzi che le si sono seduti accanto, e sta bevendo un Negroni!

-Oh, eccoti di ritorno! Questi ragazzi mi hanno offerto da bere…. Lui è Luca, lui è Fabio, e lui è…. Com'è che ti chiami?-

Una semplice occhiataccia fa capire loro che non me ne frega niente dei loro nomi, e che è giunto, per loro, il momento di cambiare aria. Così mi siedo di nuovo con lei:

-Meno male che avevi paura di ubriacarti!-

-Bè, che dovevo fare? Me l'hanno offerto….. e poi sono già un po’ brilla!!- e si mette a ridere. Verso le due e un quarto ricompaiono i tre, pronti per levarsi dai piedi:

-Noi ce ne andiamo. Che fate, venite?- mi chiede Marco.

-E certo che veniamo, non vorrai che rimaniamo qui, vero?- Così ci alziamo, ma Barbara barcolla vistosamente, ridendo di gusto.

-Oh bella!- fa Massimo, -Sbaglio o è ubriaca?-

-Eh, direi proprio che non sbagli!-

Appena saliti in auto, sempre con Barbara in mezzo tra me e Stefano, quest'ultimo comincia ad elargire una serie di improperi nei confronti della serata:

-Che serata del cazzo! Tutte queste troie che la danno solo se gli fai vedere le chiavi della Mercedes. Però il cazzo piace a tutte quante, eh?-

-Ma che cavolo dici?- gli risponde un po’ farfugliando la Barbara, -Ora non saremo mica tutte uguali….-

-Senza offesa, Barbara, ma le donne sono tutte troie!-

-E te sei scemo!-

-Dai, Barbara, diciamo la verità: a voi donne piace fare le sostenute, vi piace darvi importanza, e noi dobbiamo fare le figure di merda per starvi dietro. Ma per voi è facile, se avete voglia di cazzo, sapete bene come fare…. Quindi siete tutte troie!

Tutti quanti ci mettiamo a ridere, ma Barbara si accalora sull'argomento:

-Si, bravo! Bel discorso! Intanto però siete voi, quelli che non pensano altro che a scopare, dalla mattina alla sera!-

- E che c'entra? Perché, voi donne non ci pensate mai? Non vorrai farmi credere che tu, adesso, mezza brilla come sei, non ti faresti una bella scopata con lui?- le ribatte, indicandomi; -O che, nella discoteca non hai notato nessuno che ti sarebbe piaciuto farti, se non ci fosse stato lui?!-

-Ma io, se voglio far sesso con lui, stasera, lo faccio e basta!-

-E allora lo vedi che ho ragione io?- gli risponde Stefano, -Se lo volete fare, voi lo fate. Quindi voi donne siete tutte troie!!-

Scoppiamo di nuovo tutti a ridere, ma Barbara, a questo punto, dà una piega strana e assolutamente imprevedibile a tutta la situazione. Mi affera la cintura e me la slaccia, aprendomi i pantaloni:

-Vuoi che ti dica che noi donne siamo tutte troie, Stefano? Va bene, io sono una troia come tutte le altre, perché adesso ho voglia di fare un pompino al mio ragazzo, e glielo faccio!- Ciò detto, si china su di me agguantandomi il pene e cominciando a leccarlo.

-Barbara, ma che ti prende…..-

-Dai, lasciami fare, che sono ubriaca e eccitata da morire!- e affoga le ultime parole nella propria bocca, insieme al mio cazzo divenuto duro come il cemento tutto d'un colpo. La tensione sale immediatamente alle stelle, in macchina, diventando quasi palpabile: Marco e Stefano osservano la scena ammutoliti, mentre Massimo, alla guida, sistema lo specchietto per cercare di capire cosa sta succedendo. Barbara, allora, sale in ginocchio sul sedile, per poter arrivare meglio al mio pene, ma fornendo contemporaneamente a Stefano un'ampia panoramica sulle proprie curve posteriori.

-Oè, non potete mica fare così voi due, eh? E noi che dovremmo fare, adesso, masturbarci guardandovi?-

-Fate quello che vi pare!- gli risponde Barbara, sollevando per un attimo la testa dal proprio lavoro, - Tanto noi siamo troie, ma voi siete tre coglioni!-

-Quello che ci pare, eh? Bene! Massimo, entra un po’ in quel pratone con la macchina, vai!-

Ho già capito che piega hanno preso le cose, ma l'abile lavoro delle labbra di Barbara mi sta facendo ragionare ben poco! Mentre Massimo ferma l'auto a fari accesi in mezzo al prato, Stefano mi appoggia una mano sulla spalla:

-Abbi pazienza, amico mio, ma mi dà l'idea che la tua ragazza, stasera, abbia bisogno di farsi un po’ d'esperienza!- Che strano, non sono per niente allarmato, anzi, direi piuttosto che mi sento improvvisamente carico di elettricità!

-Vieni bella, vieni fuori, vicino ai fari, così possiamo guardarti meglio, masturbandoci….- La prendono di peso e la portano davanti alla macchina, dove io li segue. Lei si siede sul paraurti, e tirandomi a se, riprende il lavoro interrotto, mentre gli altri tre tirano fuori i loro cazzi. Ma non hanno nessuna intenzione di limitarsi a starsene a guardare masturbandosi…. Ben presto Marco si avvicina, infilandole una mano nella scollatura per saggiare la consistenza di quelle belle tette. Decide di metterle subito a nudo, sbottonandole il giacchino e estraendole dalle coppe del reggiseno. Stefano si avvicina dall'altra parte, iniziando ad accarezzarle le cosce, facendole salire la gonna e mettendo in mostra, con mia totale sorpresa, uno bel reggicalze di pizzo, indumento che non le avevo mai visto indossare!

-Hai visto la tua dolce fidanzatina, che bella mise a troia che ha, stasera? Avevi proprio voglia di fare festa, eh Barbara? Coraggio, prova ad assaggiare un po’ anche di questo! E afferratale la testa, se la guida sul proprio cazzo, lasciandomi all'asciutto. Lei è un po’ intontita, ma anche dannatamente eccitata, e si ingoia il nuovo attrezzo senza pensarci tanto. Anch'io sono eccitatissimo, ma la situazione è tutt'altro che normale, ed è troppo tardi, per darci un freno; così mi inginocchio davanti a lei, sfilandole il perizoma e allargandole le gambe: ormai me la scoperanno, non c'è niente da fare, ma la fica gliela voglio leccare io! La sento sussultare, impegnata a tener testa ormai a tutti e tre i cazzi, così la sollevo, sdraiandola sul cofano:

-Non vi dispiace, vero, se me la fotto prima io…..-

-Certo che no! Accomodati, mentre noi le teniamo la bocca tappata!- Così la penetro, e lei comincia a mugolare, senza poter fare molto di più, a bocca piena…. Massimo mi da il cambio dopo qualche minuto, e dopo di lui tocca a Stefano sprofondarle nella fichetta ormai totalmente fradicia di eccitazione. Lei si dimena come un ossesso, accogliendo i colpi come se volesse farsi sfondare completamente. Ma mentre Marco si appresta a subentrare nella chiavata, appaiono due fari al bordo del prato. L'auto si ferma, e io riesco a intravedere all'interno tre persone. Riconosco subito quella alla guida: è uno dei tre ragazzi che in discoteca ha offerto da bere a Barbara. Stefano li guarda un attimo, poi gli viene un'idea assurda:

-Bè, che avete da guardare?- grida loro, -O ve ne andate, o venite anche voi!- Io lo guardo stupito, ma mi scappa anche da ridere, mentre uno di loro si affaccia dalla macchina:

-Ma che fate, la state stuprando?!-

-Macchè stuprando, idiota! E' la sua ragazza!- risponde, indicandomi. -Forza, venite a farvi una scopata, che questa, stasera, mi sa che non la stanca nessuno!-

Così i tre si aggiungono alla compagnia, proponendo subito qualcosa di nuovo alla bocca di Barbara, divenuta avidissima. Marco, ad un certo punto, interrompe la propria scopata, girando Barbara a pancia sotto:

-Che ne dici, bella, se te lo ficco un po’ nel culetto?- Lei però non può rispondere, dato che continua ad avere la bocca piena. Ognuno, a turno, le penetra il buchetto con foga, sette cazzi uno dietro l'altro. Quando arriva il mio turno, il settimo, appunto, mi ritrovo ad affondare il pene in uno sfintere talmente dilatato che mi sembra di esserle entrato in bocca, anziché nel culo! Dopo tutto questo trattamento, lei ha perso totalmente il controllo di se, al punto di supplicarci di continuare a fotterla, di riempirla di cazzo dappertutto. Non possiamo fare altro che darle retta , penetrandole contemporaneamente in tutte e tre le sue "bocche da sesso". Finalmente comincia ad essere esausta, e anche noi! Così la sdraiamo di nuovo sul cofano, e stavolta la battuta viene a me:

-Forza gente! Tiro alla troia!!- La investiamo con una raffica di sperma talmente fitta, che alla fine non riesce più ad aprire gli occhi, né tantomeno a respirare dal naso, mentre dalla bocca risputa ciò che non le è sceso direttamente in gola!

-Hai visto Barbara?- conclude Stefano, -Forse non sarete tutte troie, voi donne, ma una buona parte si!!- Scoppiamo tutti a ridere, lei compresa.

Il mattino seguente, Barbara mi telefona, dicendo che mi vuol parlare. Io vado da lei all'ora di pranzo, e la trovo allegra e pimpante, ma anche in qualche modo preoccupata.

-Ascolta, io non so come stanno le cose tra noi adesso.- mi dice, -La verità è che…. dopo quello che è successo stanotte, mi sento un po’…… si insomma, ho voglia di….-

-Ho capito, Amore, hai voglia di vivere! Hai voglia di essere libera di sentirti un po’ troia, di farti qualche bella scopata alternativa e via dicendo, vero?-

-….Beh…diciamo che…-

-Anch'io ti amo, Barbara!-

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Solo Sesso? by Amanda Laos

Un camino. Un tappeto. Una stanza… calda ed accogliente… nessuno sa che siamo qui, mio splendido amante.

Niente inganni tra me e te. Solo sesso. Forse un po’ di amicizia, ma più che altro sesso. Mai ne ho avuto tanta voglia, mai prima d’ora non ho represso le mie voglie. Non lo so perché,ma con te mi viene naturale. E mi viene naturale pensare che non t’amo mentre mi tocchi e mentre fai scivolare la camicia fino a terra. Mi viene naturale… non mi stai mentendo, non mi sto giustificando. Per una volta lo dico anche io quel cazzo di “ mi piaci” senza preludere a nient’altro. Mi piaci e basta, non ti amo, non ti voglio bene, mi piaci tu e le tue mani… il tuo corpo da mordere e la tua bocca che mi sa accarezzare divinamente.

Come la prima volta… una canna in compagnia, forse due o tre a dire la verità… poi gli altri se ne sono andati… io e te nella stessa stanza… quel bacio… quel bacio che aspettavamo tutti e due… non ce ne siamo nemmeno accorti che eravamo avvinghiati… uniti , plasmati l’uno sopra l’altro , uniti con la pelle, col respiro , con le bocche.

Nudi subito o quasi… a carezzarci freneticamente i sessi vogliosi … ti ho fatto venire… e ne ho goduto… ti venero , e farti stare bene fa stare bene me… ecco cosa mancava tutte le altre volte. Mi piace vederti godere, sentirti pulsare e ascoltare la tua voce… non m’era mai piaciuto così tanto…












Ieri sera davanti al camino… niente di romantico… amoroso… solo un’atmosfera che ci accendeva ancora di più… Il vino dolce e fruttato che attraversato dalla luce delle fiamme risaltava in tutta la sua rossa bellezza… io e te che ci baciavamo col sapore del vino… piano piano…lentamente… non freneticamente… ci assaporiamo e vezzeggiamo e desideriamo… mi slacci il top e io lentamente ti sbottono la camicia… sempre piano scendo a baciarti il torace mentre le tue carezze sui seni mi mandano in estasi già da subito… ma mi voglio controllare, mi voglio prendere cura di te… ma adesso la calma e la lentezza cedono il passo alla voglia … smisurata di sentire il tuo sapore… ti bacio il ventre … ti massaggio al di sopra della cintura con la lingua e sento la tua erezione … ma prima ti accarezzo da sopra i jeans… muguli di piacere… non ce la faccio… adesso risalgo verso la tua bocca e ti bacio, mentre ti slaccio la cinta… e apro i pantaloni… alzi il bacino per permettermi di abbassarteli quanto basta e io te li abbasso di più… e ti accarezzo… mentre con l’altra mano mi spoglio completamente perché lo so che ti piace vedermi nuda… mi alzo in piedi… sono fradicia e tu mi guardi estasiato… mi inginocchio… ti bacio il ginocchio… lo lecco… e finalmente arrivo al tuo sapore… lo prendo in bocca …tutto… dio come mi piace… e come piace anche a te!

Continuo a toccarti il petto e le braccia…e dove posso , dappertutto…. E non smetto nemmeno un attimo di mangiarti, di morderti, di succhiarti, di venerarti. Ti mordo… forte… lo succhio come un frutto, ma il tuo sapore è più buono di qualsiasi altro sapore che abbia mai sentito…Faccio tutto quello che mi chiedi, lo faccio come me lo chiedi… si dimmelo tu… prendimi la testa fra le mani e ordinamelo quello che vuoi che faccia… si si si si… io con gli occhi chiusi… non capisco nemmeno più dove sono… coccolo la punta con la lingua, la lecco oscenamente… poi ti riprendo fra le labbra e arrivo fino in fondo… si… si eccolo l’orgasmo… che mi scoppia in bocca mentre tu continui a tenermi la testa… io ti bevo, mentre tu mi accarezzi la nuca… dolcemente…

Rimango li , fra le tue gambe, il calore del camino mi solletica la schiena … con la testa sulla tua coscia … sto così bene così… come mai lo ero stata… misà che mi sono innamorata… e che non lo ero mai stata.

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Una serata molto particolare by Anonimo

accaduta veramente)



Sono un ragazzo di 18 anni e in fatto di esperienza sessuale mi piace definirmi caldo, passionale, ma un po' ingenuo.

La mia partner, mia coetanea, è una ragazza piuttosto carina, con un fisico splendidamente tornito; ma la cosa piu' bella di Lucia sono i due occhi che hanno un'infinità di storie da raccontare: sono un oceano in cui ci si puo' sommergere e cosi' anche il suo sorriso.

Ella, in quanto a esperienze sessuali, è un poco piu' esperta del sottoscritto, e me l'ha saputo dimostrare alla perfezione...

Una sera, di sabato, i miei genitori erano invitati a un matrimonio, mentre i genitori di Lucia erano impegnati in un viaggio in Australia.

Io, figlio unico, sarei restato a casa da solo e lei con suo fratello.

Il giorno prima, quando dovevamo decidere cosa fare la sera seguente, ci mettemmo d'accordo per una cenetta intima e romantica a casa mia (sono uno studente di scuola alberghiera), dato che per lei non c'era nessun problema in quanto suo fratello sarebbe uscito con amici, naturalmente, fino a tarda notte (se non addirittura domenica mattina).

Non so cosa mi prese sabato pomeriggio, ma quando stavo preparando il tutto sentivo dentro di me che quella sera sarebbe stata davvero speciale.

Io e Lucia ci amiamo, nonostante la nostra giovane età (in cui, di solito, si tende ad avere relazioni "per gioco").

Abbiamo un feeling straordinario per quanto riguarda qualsiasi cosa e tra noi non ci sono nè segreti nè "macchie" che possano compromettere il nostro rapporto.




Erano le 19.30, io ero pronto, vestito con un semplice paio di jeans e una polo nera. Avevo appena finito di pettinarmi e dovevo solamente accendere il forno con dentro tutta la roba già pronta. Suono' il campanello e io andai prontamente ad aprire.

Lucia era li', sulla soglia della porta.

I suoi lunghi capelli neri scendevano liberi sulle sue spalle. La sua fronte libera metteva in risalto i suoi stupendi occhi e il suo sorriso mi appariva come il riflesso di una luna settembrina in un lago di montagna.

Era vestita con una minigonna cortissima, che metteva in risalto le gambe velate con un paio di autoreggenti neri. A fare da vontrasto alla gonna blu notte c'era un top bianco sotto al quale si intravedeva piu' che bene il reggiseno nero come le calze.

Notai con piacere che Lucia portava al collo la catenina d'oro con il rubino che le avevo regalato sei mesi prima.

Senza dire niente fece un passo verso di me e mentre con una mano reggeva un giubbino leggero, con l'altra mi accarezzo' il viso, protraendosi verso di me.

Mi bacio' in bocca dolcemente per un lungo momento.



Quando entro', richiusi la porta alle sue spalle. Sentivo il leggero battere dei tacchi sul pavimento. Lucia è sempre stata una ragazza molto fine e si è sempre vestita molto raffinatamente, al contrario di moltissime ragazze della nostra età...



La feci accomodare in salotto e intanto sfornai la cena e la servii in tavola. Mentre mangiammo, chiacchierammo del piu' e del meno senza mai toccare i discorsi scuola o lavoro. Moltissime volte pero' restammo ni silenzio, contemplandoci l'un l'altra e accarezzandoci.

Finito di mangiare mi aiuto' a sparecchiare e intanto comincio' ad accadere una cosa che mi stupi' (e forse che speravo che accadesse):quando mi guardava, mi lanciava sguardi ammiccanti, come a sottintendere cosa sarebbe successo nel dopocena.

Io mi limitai a sorriderle; premetto che sono un ragazzo abbastanza timido e con molti difetti per quanto riguarda l'aspetto fisico (intendo dire che non dovete pensare al classico figo). Sono una persona molto semplice, forse è stata questa la qualità che ha conquistato la ragazza che è ritenuta la piu' bella tra tutte le sue coetanee.



Finito di sparecchiare, invitai Lucia a ascoltare un po' di musica in camera mia. Io amo ascoltare musica abbastanza vecchiotta, come rock'n'roll, country e blues (tutto anni 50, 60 e 70).

Attaccai con un disco di Springsteen, commentandolo mentre lo ascoltavamo con interesse. Lei era seduta sul mio letto, con le gambe accavallate: la gonna cortissima lasciava spazio alle autoreggenti e alle splendide cosce tornite da giornate passate in palestra. Mi spostai ancora piu' vicino a lei, e mentre ci fu un attimo di silenzio io le accarezzai i capelli. In quel mentre attacco' una canzone terribilmente romantica ("Thunder road" versione live) e le nostre lingue cominciarono le danze. Sentivo la sua mano che mi accarezzava il epne che velocemente era diventato marmoreo. Ci alzammo in piedi sempre agitando le lingue nelle nostre bocche. Lei mi tolse la polo e io le sfilai via il top e mi accorsi che il reggiseno era a fascia. Glielo slacciai, mentre lei mi accarezzava e mi baciava appassionatamente. Rimanemmo entrambi a petto nudo; mancavano solo le parti inferiori che erano ancora coperte. Il membro cominciava a farmi male e a protestare; e infatti, come se avesse capito i miei pensieri, Lucia si inginocchio' a slacciarmi i 4 bottoni dei jeans per abbassarmeli insieme alle mutande.

Mi sfilo' via pure quelli e le calze e rimasi completamente nudo. Lucia comincio' a tirarmi un pompino come mai nessuna ho visto fare; e intanto mi masturbava delicatamente. Sentivo che non sarei durato tanto cosi', ma la lasciavo fare; forse era meglio se fossi venuto, cosi' dopo avrei avuto la possibilità di durare abbastanza per fare godere lei.



Ebbi subito un orgasmo violento e lo sperma la colpi' a fiotti in viso, ma il piu' riusci' a prenderlo sulla lingua e a ingoiarlo voracemente. Dopo mi succhio' il pene che era diventato moscio. Avevo provato una delle sensazioni piu' belle della mia vita. Lei si rialzo' e mi bacio' con la bocca sporca di sperma; anche io lo ingoiai tutto, mentre le mie mani erano impegnate a slacciare la gonna.

Dopo che anche quella fu eliminata, Lucia rimase con le autoreggenti che finivano in un paio di stupende scarpe nere con un tacco piuttosto alto.

Mi sedetti sul letto matrimoniale che c'è in camera mia e lei si accavallo' a me. Il mio pene si riprese quasi subito, ma non avevo ancora intenzione di usarlo. Volevo preparare per bene la mia donna, cosi' la feci stendere sul letto e cominciai a leccarle ogni parte del corpo, cominciando dalle orecchie de dal viso, scendendo sui capezzoli e lentamente attraversarle l'ombelico. In un attimo mi trovai la sua vagina davanti agli occhi; era lo spettacolo piu' bello che avevo visto in 17 anni. Cominciai a baciargliela e a infilarle la lingua tra le labbra.

Sentivo i suoi gemiti che mi giungevano come dall'alto.

Le leccai la clitoride fino a farla venire; mi riempii la bocca con il liquido che giunse dal profondo della sua vagina; anche lei aveva goduto e cosi' eravamo pronti per una vera eccezionale scopata!

Era troppo bella, era quasi impossibilie non venire quasi subito a pensare che stavo scopando con lei; ma non riuscivo a pensare ad altro, ero troppo preso dal fatto che in quel letto con me c'era la mia Lucia!!

Salii verso la sua bocca e cominciammo nuovamente con le lingue; intanto il mio pene sembrava voler uscire dalla pelle. Appoggiai la cappella sul bordo delle grandi labbra e cominciai a lavorarci sopra, sfregandola ben bene su tutto il bordo, fino ad arrivare al "grilletto". Lei cercava di "acchiappare" il mio pene, ma io riuscivo a sottrarglielo ogni volta. Poi, improvvisamente, glielo infilai abbastanza violentemente dentro e sentii il suo gemito impazzito; sentii che l'avevo presa bene; sentivo anche che il mio pene si trovava all'interno di una vagina calda e molto accogliente, ben lubrificata ma con le pareti che sembravano morse. Senza mai estrarlo, cominciammo una vera e propria danza. Lei lavorava bene, ma capii che voleva venire come mai aveva provato.



Eravamo entrambi collaudati per scopare, ma tra noi due era la prima volta (di una lunga serie che ancora felicemente continua). Mi stupii della mia resistenza, considerato anche che era la prima volta che lo facevo senza preservativo (lei prendeva la pillola da tempo). Cominciai con un ritmo ancora piu' forte e spossante e sentivo che il suo liquido cominciava a giungere sulla mia cappella, vedevo nei suoi occhi un tentativo di resistenza, ma finalmente si libero' e venne in una maniera che non si direbbe di una ragazza di 17 anni. Il suo orgasmo fu lungo, meno violento del primo, ma molto soddisfaciente, almeno per quanto mi parve di capire.

Ci girammi e rimasi io disteso e lei si mise in posizione per fare un 69; io le pulii la vagina dall'abbondante fiotto di liquido, mentre le accarezzavo le gambe vellutate dalle calze, e lei me lo succhio' in una maniera squisita facendolo entrare fino in gola e prendendomi le palle con una mano e cominciando a tirare avanti e indietro la pelle del mio palo. Anche io venni e nuovamente mi ripuli' dallo sperma in una maniera eccezionale. decidemmo di farci una bella doccia, e mentre eravamo sotto l'acqua sentivo di essere già pronto per un'altra tornata; percio', senza dirle niente, presi il rubinetto dell'acqua e mi inginocchiai con il viso rivolto verso quel tesoro che si trovava in mezzo alle sue gambe: regolai lo spruzzo dell'acqua in modo che fosse delicato e lo diressi verso le labbra della sua figa, sentendo che gemetteva dall'alto e che mi accarezzava la testa come per spingermela verso quella fantastica vulva; io le diedi in mano il rubinetto col quale lei mi bagnava i capelli metre io lavoravo sul suo pube come un ossesso. Mi rialzai quando lei era quasi venuta; le allargai bene le gambe e cominciai a trafiggerla come uno stallone (ero stupito di me stesso, ma andava bene cosi'); lei intanto aveva regolato il getto d'acqua al massimo e me lo sparava diretto nel culo; la strinsi forte a me e cominciai ad aumentare il ritmo; lei annaspava e io continuavo; sentivo di venire, ma in maniera violentissima; lei lo capi' e si stacco' da me, si allontano' mezzo passo e si inginocchio, mi tiro una pompa e si rialzo'; ricominciai a penetrarla e intanto stringevo le sue tette tra le mie mani, mentre con la lingua le leccavo la faccia; lei intanto pose il rubinetto e si aggrappava alle mie chiappe, spingendo il mio monumento come un ossesso all'interno della sua vagina; i miei 19 centimetri cominciarono a farla lubrificare bene; questa volta decisi di venirle dentro, glielo dissi e lei acconsenti'.

Dopo 30 secondi avevo i primi sentori di estremo godimento e dopo un po' ancora sentii che la mia cappella era scoppiata come un petardo all'interno di quella figa; lei volle bere ancora un po' di quello sperma, percio' mi estrasse il pene si inginocchiò e allungo' la lingua come per acchiapparlo e succhio' ancora tutto.



Uscimmo dalla doccia e ci asciugammo. L'unico indumento che mi misi fu un paio di mutande; avevo voglia di suonare la chitarra per la mia stella, cosi' presi lo strumento e cominciai a suonare alcune ballate blues, pizzicando le corde e creando una magica atmosfera. Lucia si sedette accanto a me; era avvolta in un salviettone e mi guardava in viso, piu' innamorata che mai. Eravamo venuti 3 volte, ma la voglia era solo aumentata; erano le 11.30 e lei sarebbe restata ancora un'oretta; ci rivestimmo, ma prima ci baciammo a lungo come solo due innamorati possono fare; ci succhiavamo la saliva a vicenda e sentivo il suo profumo penetrarmi nella mente e incendiarmi l'anima.

La riaccompagnai a casa verso l'una, dato che abitava non molto distante da casa mia; lei mi invito' a bere qualcosa su da lei, accettati; bevemmo una bibita insieme e ci baciammo per l'ultima volta quella splendida sera.



E ora sento ancora le sue mani che mi accarezzano i capelli e il mio cazzo che la penetra... fino al prossimo racconto ;-)

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La vendetta di Laura by Rupescissa

In un precedente racconto vi ho narrato di una videocassetta in cui Laura, la mia attuale compagna era impegnata in un incontro extraconiugale molto piacevole. Avevo trovato quel video mentre riordinavo le cassette in sua assenza.
Al suo ritorno notando che ho quasi terminato il lavoro mi lancia uno sguardo malizioso e mi chiede: - Sono curiosa di sapere come hai classificato quelle cassette senza etichetta-
E’ chiaro a quale cassetta si riferisce quindi con naturalezza le rispondo: - Ricordi del passato-- Si… mi piace- dice lei - immagino che lo avrai visto tutto e ti sarai posto delle domande…. In ogni caso come mi trovi ora, voglio dire in quel filmato ero molto più giovane…. Sono ancora attraente?-
Laura è incredibile, riesce sempre a portare il discorso dove vuole lei, evitando abilmente ogni possibile domanda imbarazzante e a pormi nella condizione di dover rispondere a delle domande imbarazzanti.
- Sei sempre magnifica!- le rispondo con sguardo sognante.
Lei allora si siede sul divano e dopo aver acceso una sigaretta mi dice:
- Tu sai che ho iniziato quella relazione dopo che avevo scoperto che il mio ex marito aveva una storia con quella sua collega. Be! Il filmato si riferisce a quel periodo, non sapevo che mi stesse riprendendo… però quando lo rivedo sono contenta che lo abbia fatto.-Aspira una boccata di fumo e continua: - Non è l’unico, il filmato voglio dire. Proprio all’inizio di quella relazione provavo un forte risentimento verso il mio ex marito, volevo dimostrargli che io potevo essere più sensuale ed eccitante di qualsiasi altra donna lui potesse trovare. Volevo che avesse ben chiaro cosa si stava perdendo… volevo vendicarmi!Allora mi sono fatta filmare dal mio amante mentre facevamo un sesso sfrenato, mentre gli davo tutta me stessa…mentre scopavo come non ho mai scopato con lui.A pensarci bene sarebbe stato molto più efficace quello che hai appena trovato e visto.
Comunque mi sono divertita molto a girarlo, mi eccitava sapere che tutto quello che facevo era registrato e quindi poteva essere rivisto in seguito. Mi sentivo un’attrice di porno e questo mi spingeva ad essere un'altra donna, senza inibizioni, molto più porca, mi muovevo con la precisa intenzione d’essere provocante, assumevo delle espressioni d’estremo piacere quando ero inquadrata sul viso e dicevo delle cose che non avevo mai detto al mio uomo. Volevo dare il meglio di me…Anche se penso che il meglio lo do quando sono naturale. In ogni caso devo dire grazie a quell’occasione se ho vinto quelle inibizioni che mi erano rimaste e che il mio ex marito non mi aveva mai aiutato a superare… anzi…!Però quel filmato non lo ha mai avuto, ho preferito non farglielo avere…mi sembrava troppo… …guarda!-
Si alza e dal fondo delle video cassette che non avevo ancora classificato tira fuori un nastro, lo infila nel video poi ritorna sul divano invitandomi a sedere vicino a lei.

La scena si apre con un primo piano di Laura, lo sfondo è sfuocato, i lunghi capelli biondi le cadono sugli occhi e un leggero strato di sudore le imperla il viso.
Ha lo sguardo fisso nella telecamera, di sfida, mentre il suo viso ondeggia leggermente. China in avanti la testa lasciando che i capelli ricadano sul volto, poi di colpo reclina il capo all’indietro facendo descrivere un arco ai capelli, ha gli occhi sbarrati e dalle bocca socchiusa esce un gemito di piacere. Si vede solo il suo lungo collo e il mento che ondeggiano, salgono e scendono lentamente, nell’inquadratura mentre lei continua a gemere e ad ansimare.Ritorna a guardare diritto nell’obiettivo con una espressione di piacere indescrivibile, poi all’improvviso si fa seria e sempre continuando ad ondeggiare dice: - Ciao, mi riconosci, te lo chiedo perché non mi hai mai vista così…..lo sai cosa sto facendo?… Dai prova ad immaginare… usa la fantasia... sto scopando….siiii . Vedi ..-La telecamera scende dal viso verso il seno che sobbalza seguendo un ritmo lento ma a scatti violenti, scende ancora e si nota il ventre di Laura che sale e scende con i muscoli contratti poi inquadra la vulva dilatata che sta accogliendo dentro di se il sesso di un uomo. L’immagine si sofferma a lungo su quel particolare, lei sale sino a farlo uscire quasi completamente lasciando sul pene una pellicola lucida dei suoi umori, poi scende velocemente, con forza, per farlo entrare sino in fondo, e le gambe che si aprono al limite per aderire completamente al corpo dell’uomo. Quindi muove il bacino avanti e indietro imprimendo, al contempo, un moto rotatorio. Nell’audio si sentono dei gemiti e i suoi gridolini di piacere. Poco dopo unisce il movimento ondulatorio a una cavalcata selvaggia, sale e scende veloce scorrendo tutta la lunghezza del pene che ha dentro, pare impossibile che non le sfugga, ma lei si muove abilmente. Ansima e geme sempre più forte, parla all’uomo sotto di lei, gli dice che sta godendo, che la fa impazzire, lo prega di resistere. Urla di piacere, e aumenta il ritmo della cavalcata sino a quando la sua voce si calma e si sentono solo leggeri ansimi. Quindi lei scende prendendolo tutto. Il bacino è coperto di sudore e si muove sotto l’effetto del suo respiro. I movimenti si fanno lenti ed intensi, spinge in avanti il bacino poi lo riporta indietro mentre contrae forte la muscolatura bassa. - Sto per venire! - dice la sua voce con un tono che evidenzia il piacere - Sto per venire! - ripete.
La ripresa mostra il pube che si solleva di poco liberando parte del membro per poi ripiombare giù e chiudersi intorno a lui.
- Guarda come godo! - dice
La telecamera sale verso il viso mostrando i particolari del suo corpo.
Si notano le labbra semiaperte ed il respiro affannato, ha gli occhi chiusi in un espressione concentrata ma continua a muoversi. Improvvisamente guarda verso la telecamera, ha gli occhi lucidi e le pupille completamente dilatate, attende un istante e sussurra:
- Godo... mi fa impazzire... lo sento nascere... lentamente... - il suo sguardo è quasi allucinato, un delirio di piacere - Ohhh... eccolo! Guardami!
Reclina il capo all'indietro e urla con quanto fiato le rimane. La telecamera allarga l'inquadratura e riprende il suo corpo inarcato che tenta di muoversi sull'uomo che ha sotto senza regola apparente. Sale e scende sempre più veloce, come prima ma ora è chiaro che sta godendo di un orgasmo molto intenso. Continua in quel modo per un tempo indefinibile poi si lascia cadere giù e si adagia all'uomo seduto dietro di lei.

La scena si chiude così. Guardo Laura seduta al mio fianco, lei mi restituisce lo sguardo e noto che le sue pupille sono leggermente dilatate e le sue labbra sono più rosee. Mi indica il televisore, il filmato continua.

Ora nel filmato, Laura, e inquadrata a mezzobusto di lato. Si volta verso la telecamera e dice:
- Non ho mai goduto così… Gli ho fatto di tutto eppure lui ha resistito sino in fondo dandomi sempre di più. Finalmente ho potuto muovermi come ho sempre voluto senza preoccuparmi che lui venisse subito….Ma ora tocca a me farlo godere… osserva! Tu conosci l'effetto della mia bocca... allora guardami come lo faccio ad un uomo che mi sa far godere veramente. -Poi rivolta allo sconosciuto, con voce dolce dice:- Vieni qui….dammelo!-Lui si avvicina, si capisce che lei è in ginocchio. Laura prende il membro in mano e se lo passa delicatamente sul seno. Lo appoggia nel mezzo mentre con le mani spinge il seno ad avvolgerlo. Inclina la faccia verso la cappella e con calma esasperante la lecca.
L’uomo si muove come se le stesse scopando il seno quando lei lo prende in mano e se lo avvicina alle labbra. Lo ingoia, succhiando, sino in fondo. Lo fa uscire e con la lingua lo scorre tutto, una mano strige i testicoli e l’uomo torna a muoversi. Lei, allora, lo riprende in bocca. Dal movimento delle sue guance si intuisce il lavoro della sua lingua all’interno. Lui muove il bacino scopandole la bocca mentre lei mugola di piacere. La scena continua così sino a quando lei intuisce che lui sta per venire. Si ferma, e guarda in alto verso lo sconosciuto, ha gli occhi ispirati e si capisce che ha avuto una nuova idea.Si volta verso la telecamera e dice:- No. Non lo voglio in bocca il suo seme…Prova ad immaginare dove lo voglio… dai è facile…..dove da te non l’ho mai voluto.-Si chiude l’immagine

Mi volto verso Laura con una occhiata interrogativa e noto che nel frattempo cambiando posizione sul divano la sua gonna è salita. Si è tolta la giacca e i suoi capezzoli turgidi si notano sulla camicia nonostante il reggiseno.
-Non ti distrarre- mi dice – adesso arriva il finale!-
Il filmato continua riprendendo in primo piano il membro eretto dell’uomo. E’ lei a filmare. Credo che sia seduta su di un divano.L’uomo si inginocchia e l’inquadratura scende seguendo il suo membro. Si vedono, ora, le gambe di Laura mentre lui si avvicina. Senza perdere l’inquadratura si vede il pene che punta la vagina.Quando la penetra l’immagine ha un sussulto e si sente un – Haaa!- di Laura, un gemito che indica soddisfazione più che piacere.Lui la prende con passione mentre lei dice:- Hai capito dove lo voglio?-
Lui ormai e all’apice. Come evidentemente si erano messi d’accordo prima, lui esce un attimo da lei. L’immagine stretta sul membro e sulla vagina di lei in attesa, mostra i primi schizzi di seme quando lui lo rimette dentro di lei e da ancora qualche colpo mentre lei ansima dicendo:- Si riempimi, riempimi ancora!-Mentre l’immagine resta ferma sull’unione dei due corpi la voce di Laura parla al destinatario della cassetta:- Hai visto…non puoi neanche immaginare cosa facciamo anche senza telecamera. Questa scopata l’ho fatta per te, per farti vedere quello che ti perdi, quello che avevi ma non capivi…non mi hai mai riempito così...-Il filmato termina così
Laura manda in riavvolgimento il nastro mentre mi chiede un parere.
Le dico che, secondo me, è migliore il primo filmato che ho visto ma che comunque lei è veramente pericolosa quando è ferita. Se fossi stato io l’ex marito e se avessi ricevuto quella cassetta ci sarei rimasto molto male.Lei in realtà non mi sta ascoltando. La vista di quel filmato l’ha chiaramente eccitata e ha eccitato anche me.Laura si volta verso di me e attacca le sue labbra alla mia bocca e con forza mi insinua la lingua dentro. Contemporaneamente si mette a cavallo su di me e strofina il pube sulla mia zona genitale. Non posso nascondere la mia erezione. Le sue mani scendono a slacciarmi i jeans mentre io dopo aver infilato le mani sotto la sua gonna le stringo le natiche guidando il suo movimento.
Le sollevo la gonna fino in vita, mentre lei ha già preso in mano il mio membro. Senza smettere di baciarla le scosto quanto basta gli slip. Lei allora si solleva un po’ e guida dentro di se il mio pene.Entra senza difficoltà grazie alla grandissima eccitazione di Laura. Lei ora si muove come nel filmato, per facilitarla scivolo leggermente in avanti e lei mi ringrazia allargando ancora di più le gambe accogliendolo tutto dentro di se.
E’ talmente eccitata che quasi non sento niente, meglio questo mi facilita il compito. Con una mano le stringo forte una natica, come piace a lei, mentre con l’altra le stimolo quello che riesco a raggiungere della vagina.Poco dopo stacca la sua bocca dalla mia, appoggia le mani sulle mie spalle e attacca un ritmo più veloce cavalcandomi con una foga tale che fatico a seguire la sua vagina con la mia mano. Quando mi accorgo che sta per venire porto tutte e due le mani sulla sua vita in modo da poterla trattenere mentre si sta lasciando andare all’indietro. Quando viene la traggo verso di me penetrandola a fondo e accompagno le sue contrazioni di piacere con delle lievi spinte che quella posizione mi consente.Al termine lei si alza e si dirige verso il bagno. Preoccupato le dico:- Hei … mi lasci qui così, in questo stato?--Un’attimo, mi sento un po’ legata vestita così…torno subito…tu resta in quello stato mi raccomando- mi dice lanciandomi un’occhiata maliziosa.

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La mia prima marchetta by WildLaura

Vorrei raccontarVi, se lo gradirete, della mia prima “marchetta”. Risale a circa due anni fa, a quel tempo, avevo 20 anni, e stavo insieme a Giancarlo P. Già da qualche tempo (anzi per la precisione da quando l’avevo conosciuto) la mia vita sessuale aveva preso una “strada diversa” rispetto a quella delle mie coetanee... Avevo compito sedici anni da qualche mese, quando lo conobbi ad una festa tra amici. All’inizio non mi fece nessuna impressione, anzi tutt’altro.... Poi, col tempo ho iniziato a vederlo sotto un’altra luce. Ogni volta che uscivamo insieme, mi sentivo bene con me stessa ed era piacevole conversare con lui. Un mese dopo quella festa, ci siamo messi insieme. Già avevo avuto dei filarini con altri ragazzi della mia età, ma nulla di eccezionale... Con lui, invece, forse per il fatto che avesse 21 anni, un lavoro che lo entusiasmava ed economicamente soddisfacente, una bella macchina, una bellissima casa, etc. etc. Insomma, secondo me, aveva tutto. O quasi, mancava sono una bellissima ragazza al suo fianco... ma, avendo conosciuto me, questa pecca era stata eliminata... Pur avendo a disposizione una casa (o al limite il suo ufficio), inspiegabilmente voleva che scopassimo in pineta oppure in luoghi all’aperto (magari appartati ma comunque all’aperto). Non riuscivo a capirlo (o almeno a me all’inizio sembrava che fosse così...) Solo dopo, scoprii che gli piaceva farlo sapendo di essere osservato da guardoni ! Me ne accorsi una volta che con la coda dell’occhio intravidi un’ombra dietro un pino... M’incazzai tantissimo e lui invece calmissimo mi disse che probabilmente mi ero sbagliata ! Ma, non mi convinse affatto. La volta successiva, prestai molta più attenzione a ciò che mi circondava. E fu così che non erano passati più di dieci minuti dal nostro arrivo in quella radura che vidi, tre uomini dietro un cespuglio che ci stavano spiando. Sommessamente, glielo feci notare. Negò anche quella volta ! Non volli replicare. Era evidente che per lui, era una cosa piacevole..., ma già stavo pensando come fargliela pagare !!!


Mentre tornavamo indietro, incontrammo tre uomini, che a piedi, stavano tornando sulla strada asfaltata. La cosa strana era che io li avevo notati anche un’ora prima, proprio all’entrata della pineta, seduti su di un tronco d’albero che parlottavano tra loro. Neanche dopo, sulla strada che ci riportava in città, ripresi il discorso con Giancarlo. Volevo vedere fino a dove sarebbe arrivato... Comunque iniziò in me un lento (ma inesorabile, come sempre...) cambiamento. Ora anche a me stava iniziando a piacere questo gioco. Le volte successive, si instaurò un muto accordo tra me e i tre guardoni: ogni volta che io e Giancarlo andavamo lì per fare sesso, con un sorriso di assenso, oppure con un’occhiata, li invitavo allo spettacolo. Questo fatto dello scopare sapendo di avere degli spettatori, mi faceva salire l’adrenalina oltre ogni limite; proprio perchè sapevo di essere spiata, cercavo di fare la troia il più possibile !!! Se proprio dovevano assistere al mio spettacolo, almeno che glielo offrissi al meglio... Siccome la cosa mi stava piacendo, una volta ci andai anche con un’altro mio amico. Ma quella volta non trovai nessuno all’entrata della strada sterrata !!! Non dico che ne fossi dispiaciuta, ma quasi... Ormai ci stavo prendendo gusto... Invece Goffredo (il mio amico) vide qualcosa dietro un cespuglio alla sinistra della ns. auto. In un attimo si rivestì per per controllare meglio ! Dietro al groviglio di rovi, non c’era nessuno !!! Ma in lontananza vedemmo alcuni ragazzi che scappavano a gambe levate. Mi diressi verso il loro nascondiglio e, vidi una moltitudine di kleenex e preservativi !!! Evidentemente anche le altre volte non avevo avuto solo tre spettatori, ma ben di più. Siccome era sceso anche il mio amico ed accortosi della “scoperta” imprecò contro quei ragazzi che scappavano. Li voleva rincorrere con la macchina ed investirli; inveì contro di loro, etc. etc. Ma lui, poverino, non poteva sapere che proprio io lo avevo portato lì, e proprio per quel motivo ! Ci andai altre volte con Giancarlo (ma anche con altri...) e la cosa stavo diventando quasi monotona, quando accadde un fatto nuovo ed imprevisto ! Qualche settimana dopo, proprio mentre stavamo scopando (o meglio, ero intenta a leccare le palle, il perineo ed il buco del culo di Giancarlo...), proprio dal cespuglio alla ns. sinistra, quello pieno di kleenex e preservativi..., forse per la concitazione della loro masturbazione o forse per vedere meglio, o forse per altri motivi, cadde vicino allo sportello della ns. Fiesta, uno dei guardoni. Era un ragazzo giovane, poteva avere 14 o 15 anni, impaurito cercava di scappare ma Giancarlo riuscì ad acciuffarlo quasi subito. Voleva picchiarlo (e poi perchè, visto che avevo il presentimento che proprio lui aveva iniziato a portarmi in quel posto !) ma io frapponendomi a loro glielo impedii. Appurato che non si era fatto niente, lo riportai i macchina e lo interrogai: “Perchè fai queste cose ?” “Non ti vergogni a spiare gli altri che scopano in santa pace e per i cazzi loro ?” “Ma tu non hai una ragazza con cui poter fare queste cose ?” “Cosa direbbero i tuoi se lo venissero a sapere ?” etc. etc. Era terrorizzato da quello che gli poteva succedere ! Balbettava. In fondo in fondo, mi faceva tenerezza. E, nella mia mente perversa, si fece strada un’idea per nulla malvagia... Presi il mio cellulare e dissi al ragazzino in questione: “Ora chiami i tuoi amici e li fai venire subito qui ! Puoi anche rifiutarti però poi noi potremmo pure prenderti a bastonate oppure chiamare i poliziotti per farti arrestare !“ Dopo una piccola pausa, con fare conciliante, continuai:“Ti assicuro che se i tuoi amici ritorneranno qui, non gli faremo niente e neanche a te ! Però ti dò trenta secondi di tempo per pensarci ! Non un secondo di più !” Ora il ragazzo aveva ancora più paura. Cercava di divincolarsi per poter uscire dalla macchina. Ma inutilmente. Alla fine, ma erano ormai passati più di cinque minuti, si decise a chiamare uno di quelli. Loro non volevano ritornare avevano paura e preferivano che l’unico a rimetterci fosse stato il loro amico... A quel punto, ripresi il portatile in mano e gli ripetei tutto quello che avevo detto al ragazzo ed aggiungendoci: “Oltretutto ora sappiamo anche i vostri nomi ed anche il numero di questo cellulare... Per cui, vi consiglio di tornare subito qui !” Evidentemente, perchè ormai messi alle strette, così fecero. Non più tardi di dieci minuti dopo, sentimmo arrivare dei motorini. Erano tre scooter e ne scesero quattro ragazzi tutti abbastanza giovani anche se più grandi di me (potevano avere intorno ai 23/25 anni). Oltretutto uno di loro, Dario, era il fratello di una vecchia ex di Giancarlo. Ed abitava, nella stessa zona di Giancarlo, a non più di un chilometro da casa sua... Rivolsi anche a loro le stesse domande fatte al loro amico e ottenni più o meno le stesse risposte. Dapprima timorose poi più sciolte fino a diventare addirittura strafottenti. Ma il mio progetto, non era ancora concluso !

Dopo una decina di secondi in cui li guardai uno per uno negli occhi senza profferire parola, a bruciapelo dissi loro: “Visto che vi piace tanto fare i guardoni mentre gli altri scopano, visto che non riuscite a trovare uno straccio di ragazza con la quale fare del sesso, visto che non fate altro che spararvi delle seghe, vi dò la possibilità di farlo con una vera donna ! Con me ! Ma dopo, sparite dalla circolazione, guai a voi se vi ribecco qui o da qualsiasi altra parte ! Perchè se vi dovessi rincontrare a fare ancora i guardoni, saranno cazzi vostri !!!”

E, mentre profferivo, scandendole bene, queste ultime parole, li guardavo in faccia uno per uno, compreso il mio Giancarlo. E poi rivolgendomi a quest’ultimo gli dissi: “Siccome mi hai sempre negato che qui ci fossero dei guardoni, e che noi venivamo qui proprio per questo motivo, allora ora sono io che cambio il gioco... Visto che a loro piace tanto guardarmi mentre scopo, ora li voglio mettere alla prova e vedere cosa sanno fare... E se sono costretta a comportarmi in questo modo, è grazie a te che mi hai portata in questo cazzo di posto ! Ed anche a tutto quello che mi hai costretta a fare ! “ Non era vero che mi dispiacesse, tutt’altro, ma volevo farlo sentire colpevole. Per cui feci abbassare i pantaloni e le mutande ad ognuno di loro. Gli consegnai dei profilattici, li feci masturbare e poi quando i loro cazzi divennero ben duri ed eretti, feci un pompino ad ognuno di loro. Era la prima volta che lo facevo con cinque uomini insieme, uno dopo l’altro. Poi alla fine, arrapata più che mai, stesi per terra Giancarlo e scopammo animalescamente, lì davanti ai ragazzi-guardoni ! I cinque ragazzi, invece di fuggire via (come gli avevo ordinato di fare) si disposero in cerchio intorno a noi, masturbandosi. Ero quasi vicino all’orgasmo, quando la mia faccia e la mia schiena furono investite da raffiche di sperma dei “cinque ragazzi-guardoni”. Ormai spossata e senza più un minimo di forza giacqui sull’erba. E loro ne approfittarono per scappare. Mi lordarono senza alcun ritegno !!! La riconoscenza non è di questo mondo...

Anche se forse Giancarlo, per via della conoscenza con Dario, si sentiva un po’ cornuto. Ma non ero stata certamente io ad intraprendere questa strada !!!

Dopo questo fatto, accantonò per qualche mese, la possibilità di scopare in camporella. Ma comunque, cambiò solo il luogo in cui ci esibivamo. Dopo varie insistenze da parte sua, acconsentii ad andare con lui a vedere un film in un cinema porno dalle parti di Viale Marconi. E, lì nel buio più completo, mi fece praticare del sesso orale. Lì, in mezzo ad una marea di gays che avrebbero voluto essere al mio posto... Anzi, per la precisione, m’invitò anche a farlo con alcuni degli avventori di quell’equivoco cinema. Sdegnosamente rifiutai !!! Non ero mica una puttana (o almeno, allora non lo ero...). In auto mi rimproverò del fatto di averlo fatto con quei ragazzi in pineta, ed invece di essermi rifiutata nel cinema. Mi vidi costretta a spiegargli che per prima cosa io avrei fatto solo quello che mi andava di fare, e che comunque quello successo in pineta era da considerarsi più una punizione nei suoi confronti che piacere mio personale. “Se tu mi avessi detto prima che ti piaceva essere guardato mentre scopi, probabilmente lo avrei anche capito ! Ma siccome mi hai sempre negato questa tua preferenza, in quel modo te l’ho voluta far pagare...” Questa esperienza la ripetemmo altre quattro o cinque volte. Cambiammo vari locali e dai soli pompini, arrivai anche a scopate complete, dentro le toilettes dei locali in questione. Se all’inizio provavo imbarazzo e mi vergognavo moltissimo; alla fine, non dico che ero felicissima, al settimo cielo, ma, un certo compiacimento nel provare piacere in quel modo, mi eccitava sicuramente !

Dopo questa esperienza, se ne susseguirono altre. Dapprima rapporti a tre (sia due uomini + me che due donne + Giancarlo) poi con altri uomini. Ricordo che avevo circa 17 anni, ed un pomeriggio, a casa di un mio amico di scuola, fui attirata in un tranello e costretta con la forza a scopare per un intero pomeriggio con tutti e sei i presenti, uno dopo l’altro... Con Giancarlo, arrivammo anche allo scambio con altre coppie. Oltretutto, essendo ancora minorenne, non mi sembra che fosse tanto legale che io facessi pubblicare mie foto ed annunci su quei giornali. Per non parlare del fatto che partecipassi anche a quei rapporti. Ma, per terminare “la discesa degli inferi”, mancava proprio la marchetta da vera puttana. Se ne presentò l’occasione proprio mentre tornavamo una sera a casa un po’ brilli dopo una cena con amici. Non so se coscientemente o meno, Giancarlo volle fare un “puttana tour” (come lo chiamava lui...) e passammo, abbastanza lentamente per vedere meglio, alle Terme di Caracalla per poi prosegire per la Colombo e finire il “puttana tour” al Fungo dell’EUR. Ne vedemmo almeno una cinquantina, da bellissime poco più che bambine fino a qualche 50enne un po’ sfatta. Una cosa mi frullò per la testa: come mai Giancarlo conosceva così bene questi posti ? All’inizio, sia io che il mio partner guardavamo senza commentare, poi invece iniziammo anche ad osservare quella merce in esposizione in modo diverso. Il loro abbigliamento, il loro modo di fare, i diversi modi di approccio che usavano per richiamare l’attenzione degli eventuali clienti. Ad un certo punto, Giancarlo ebbe l’ardire di dirmi: “Perchè non scendi pure tu ?”

“E perchè dovrei ?”

“Ma per vedere cosa si prova...”

“Non ci tengo minimamente... E poi, perchè non scendi tu ? Visto che ti piace tanto...”

La conversazione finì lì. Ma continuai, comunque, ad osservare attentamente quelle.

Ero sicuramente incazzata per ciò che mi aveva proposto, ma come sempre faccio, non accetto mai nulla subito... Ma poi, come sempre faccio, mi concedo completamente ! E senza remore !

Altre volte rifacemmo il “puttana tour”... Non mi propose più nulla, ma conoscendomi fin troppo bene, sapeva che il tarlo stava facendosi, lentamente, strada nella mia mente...

Ma, colmo dei colmi, la mia prima marchetta la feci in solitaria... Senza di lui !

Erano circa le dieci di sera, tornavo da una dura giornata di lavoro. Avevo appena lasciata la mia amica Jenny alla sua macchina posteggiata alla Stazione di Magliana, quando alla mia Pandina blu si ruppe il cambio. Era già qualche giorno che faceva le bizze, ma non potevo pensare che proprio quella sera mi avesse appiedata. Ero in preda allo sconforto più profondo. Sola, in una zona che non conoscevo, senza telefonino, nessuna cabina telefonica nelle vicinanze, la strada buia e malfrequentata da trans e puttane. Non potevo chiamare Giancarlo perchè una settimana prima l’avevo beccato in ufficio che si scopava la segretaria (avevo pure letto qualche letterina che, la troia, amorevolmente gli aveva scritto...). E, mi era sembrato giusto ...“mandarlo a un certo paese” !!! Poi, siccome un male non viene mai da solo... nel camminare sui tacchi a spillo, sul terreno accidentato, riuscii anche a farmi male ad una caviglia... Per cui, ero anche costretta a camminare in modo malfermo. Questo era il quadro desolante di quel mio fine serata. Ebbi l’idea di chiedere un passaggio agli automobilisti che passavano per quella strada. Non l’avessi mai fatto... Si fermavano tutti. Ma nessuno che mi prestasse soccorso. Poichè ero lì, ero certamente una puttana ! E, se non lo ero, perchè giravo da sola a quell’ora di notte ? Sicuramente non avevo buone intenzioni, per cui... Queste erano, più o meno, le parole che mi dicevano quei pochi che si fermavano... Oltre al danno, la beffa !!!

Era ormai quasi un’ora che cercavo, purtroppo inutilmente, un passaggio di qualcuno che si impietosisse. Quando mi si affianca una UNO di colore bordeaux. Il guidatore, abbassando il finestrino dalla parte del passeggero, mi chiede la solita domanda: “Ah bella... Quanto voi ?”

Ormai sfinita e sfiduciata gli rispondo, come al solito: “No... Guarda che ti stai sbagliando... Io non sono quella che tu pensi...”

“Ma io non penso nulla... Però, se stai sola a quest’ora... in questo posto... vestita così... non è che fai pensare ad una brava ragazza... “

Alchè piccata e sempre più incazzata risposi: “Ah no... Mi vuoi dire che ti sembro tanto una puttana come tante altre qui intorno ? Ti do questa idea ?”

“Ma vedi bella... all’una di notte... in giro da sola... un corpo da sballo... i tacchi a spillo... una mini che se non ci fosse sarebbe lo stesso... una maglietta scollata che ti si vedono tutte le tette... Chi si ferma o ti prende per una mignotta oppure per qualche tossica che vuole rapinare qualcuno per poi farsi una pera.. Però, se tu mi dici che veramente non sei una mignotta e che stai solo cercando un passaggio a casa, sali che ti ci porto io.”

Non me lo faccio ripetere due volte e salgo. All’altezza della Stazione di Magliana, facciamo l’inversione ed andiamo a prendere la Colombo. Però dentro me stessa rimuginavo... Giancarlo voleva che facessi la mignotta (e siccome io non la volevo fare lui si consolava con Janine, in ufficio), la possibilità mi si presentava, oltretutto il mio occasionale cliente, non era niente male... Decisi per il sì. Gli misi una mano sulla patta, tanto per fargli capire dove volevo arrivare... “Ma come prima mi fai tanti discorsi... Non sono quella che pensi... E poi mi metti una mano sull’uccello. Ma che cazzo di discorsi fai ?” “E’ vero sono una puttana, oggi è il mio primo giorno di lavoro, tu sei il mio primo cliente, mi vergognavo e non sapevo come dirtelo...” N.d.a. Non stavo mica dicendo tanto delle bugie nel dire che era la mia prima volta...

“Non ti preoccupare ti capisco... Visto che è la prima volta, lo facciamo gratis allora. Bisogna inaugurare il nuovo lavoro...”

“Manco per niente ! Mi dai trenta di bocca e cinquanta se vuoi bocca e figa !”

“Cazzo per essere una inesperta, vuoi troppo. Non ti sembra di esagerare ?”

“Non ho detto di essere inesperta ! Ho solo detto che è la prima volta che faccio la mignotta ! Comunque, se non vuoi, riportami indietro che ne trovo un’altro...”

“Oh.. Non ti incazzare i cinquanta sacchi te li dò, ma se poi non mi piaci... Che facciamo ?”

“Di questo non ti preoccupare... E poi se vuoi scopare vedi di cercare un posto dove andare...”

Girammo in una stradina appartata di Mostacciano e, dopo aver preso i soldi, ed essermi tirata giù le mutande e su la mini, abbassato lo schienale del sedile, lo attendevo a gambe aperte (o almeno per quel poco che mi era consentito...) Vedo chelui invece, rimane mezzo nudo, e aspetta seduto al suo posto di guida. Ed io, prendendolo un po’ in giro, gli dico:“Ma allora vuoi scopare oppure vuoi stare così fino a domani mattina a guardarti le stelle...”“

La sua (giustissima) risposta fu: “E il preservativo ? Che ti scopo senza ?”

(Che errore, una mignotta senza preservativi...) “Ah mi sono finiti e non ho fatto in tempo a ricomprarli. Per questa volta te lo faccio fare senza...”

Ringalluzzito, dopo essersi tolti, completamente, i pantaloni ed i boxer, mi presenta il suo pene eretto davanti alla bocca. Un misto di urina e sudore che quasi mi fà desistere dal proposito... Ma decido di andare avanti lo stesso... Metto in bocca fino alla cappella ed inizio ad usare un po’ di lingua, di denti, e tanta saliva. Con una decina di colpi lo rendo un po’ più scivoloso per dopo... Me lo tolgo e gli faccio capire che ora può scoparmi. Non se lo fa ripetere due volte ! Cerco di creargli un po’ di spazio tra le mie gambe, mi penetra, inizia a scoparmi di buona lena. L’avverto di venirmi fuori e non dentro... Trenta secondi dopo mi allaga la pancia. Non so come pulirmi. Per fortuna ha delle salviette imbevute alla menta. Mi ripulisco accuratamente ! Si riveste, mi rivesto e gli dico di riportarmi nel posto dove mi ha caricato. “Prima però, accompagnami ad una farmacia a comprare i preservativi ed i fazzolettini per pulirmi.” In quel momento decisi che, avrei voluto essere la puttana di altri uomini. Arrivati su Viale Egeo dove mi aveva caricata, prima che scendessi, mi fece una richiesta che mi parve strana:“Se è vero che è la tua prima volta e che io sono il tuo primo cliente, lasciami un ricordo di te ! Regalami le tue mutande !”

“E se te le regalassi, tu che ci faresti ?”

“Me le terrei per ricordo. E ogni volta che ripenserò a te, le riprenderò, le annuserò e mi masturberò.”

“Mi hai convinto. Te le regalo. Ma quando vorrai rivedermi, ritorna qui che mi ritroverai...” E cosi gli lasciai il mio ricordino intimo...

Scesi dalla macchina e dopo neanche trenta secondi, mi caricò un’altro. Solito posto a Mostacciano, solita sveltina di trenta secondi e ritorno al posto di partenza (o di lavoro...). La terza volta, mi si accosta un vecchietto di una sessantina d'anni circa. Ma, non me la sento di svalutarmi fino a quel punto ! Per cui, gli sparo una cifra esorbitante affinchè desista. Cosa che, fortunatamente, fa. Subito dopo si accoda una Alfetta con due ragazzi dentro. Contrattiamo il prezzo e decidono di venire tutti e due con me. Salgo in macchina con loro, di dietro, e mettendo una mano dentro la borsetta, faccio intendere che sono armata e pronta a difendermi. (Meno male che ci hanno creduto...). Solito posto, sto per spogliarmi quando il passeggero mi ferma e mi dice: ”Scusami ma a me scopare dentro la macchina non piace. Lo facciamo di fuori ? Dietro al cofano c’è una coperta di lana, la stendiamo per terra e si scopa... Sai, a noi piace di più così...” In fin dei conti, non aveva tutti i torti... In macchina, si scopa veramente scomodi.

Faccio la faccia un po’ contrariata, ma accetto. E poi, fuori non fa neanche troppo freddo.

Aprono il cofano, stendono la coperta per terra, mi metto alla pecorina e gli do due preservativi.

Io pensavo che mi scopassero insieme; uno in bocca e l’altro in figa… Invece, mentre il primo (il passeggero) mi scopa, l’altro mi si mette di lato e mentre ci guarda, intanto si masturba alacremente… Peccato, il mio animo da troia, avrebbe preferito l’altra soluzione…

Tra tutti e due, avranno impiegato non più di cinque minuti per uno.

Finita la “pratica amatoria”, rimontiamo tutti in macchina, e ci riavviamo verso il solito posto su Viale Egeo. Perlomeno, per quella sera, lo potevo anche chiamare “il mio solito posto”.

Appena scesa, una cinquecento, dall’altra parte della strada, mi fa cenno di avvicinarmi.

Attraverso la strada per sentire l’ennesimo cliente. E’ giovanissimo, potrà avere si e no diciotto anni, anche se è buio, riesco a vedergli la faccia piena di brufoli. Non è brutto, ma mi fà un po’ pena...

Mi chiede quanto voglio. Gli rispondo le solite cifre. Lo vedo un po’ intimorito che mi risponde: “Ho ...solo ventimila lire. Che... mi fai fare lo stesso ?”

“Mi dispiace caro i prezzi sono quelli ! Trenta un pompino e cinquanta se vuoi pure scopare ! “

Sempre più scoraggiato, scende dalla macchina e frugandosi nei pantaloni, cerca altri soldi. Non li trova.

Decido di fare la buona samaritana e gli dico: “Lascia stare, ti credo che non hai altri soldi. Siccome oggi voglio essere brava, mi dai quelle ventimila lire che hai e ti faccio fare qualcosa. Niente bocca, né scopate. Però magari con la mano si.”

Ora ringalluzzito mi propone: “Grazie. Però ti faresti anche toccare un po’ ?”

Se si è buone samaritane, lo si deve essere fino in fondo !

“OK ti faccio anche toccare, però poi mi accompagni a casa !!!” Mancò poco che svenisse dalla gioia...

Riprendo, per l’ennesima volta, la Colombo ma, non lo faccio fermare a Mostacciano. Proseguiamo fino ad Ostia. Inizia già a toccarmi sotto la mini e a pastrugnarmi i seni. Mi fa un po’ male, ma apprezzo la sua foga... Si sta eccitando e non vede l’ora. Riesco comunque a tenerlo a bada... Mi chiede il numero di telefono. Mi dice che gli piaccio troppo ! “Ma come, non abbiamo fatto ancora niente e già mi vuoi rivedere ? Comunque, mi piace la tua insistenza e allora il mio numero te lo do’ lo stesso... scrivetelo !” Glielo do’ chiaramente falso ! Arrivati ad Ostia, lo faccio girare per una stradina sterrata che costeggia la ferrovia. Lì, sotto un cielo stellato, lo faccio spogliare e gli prendo il cazzo in mano. E’ già abbastanza duro. Appena mi introduce un dito nella pussy, allargo le gambe per facilitargli l’entrata. In dieci secondi se ne viene ! Mi sporca la mano destra con la sua semenza. Gli intimo di pulirmela con la lingua ! Non credevo che mi ubbidisse, ma lo fà.

Poi mi faccio accompagnare a casa. Almeno glielo faccio credere. Arrivati alla Stazione, gli chiedo: “Andresti a prendermi del ghiaccio ? Ho preso una storta e la caviglia mi fà molto male... Anzi, prenderesti anche qualcosa da bere... Sai ho un po’ di sete... Va bene pure l’acqua... Io ti aspetto qui.”

Appena allontanatosi un centinaio di metri, mi allontano verso casa mia. Chissà se sarà ritornato con qualcosa da bere... Apro la porta, guardo l’orologio sono le tre di notte.

Come prima nottata da marchettara, può andare bene ! Mi spoglio e mi metto a letto. Casco subito in un sonno profondo. Il giorno dopo, prendo da un cassetto una busta, prendo i soldi del mio “nuovo impiego serale”, e li infilo dentro. Chiudo la busta, la sigillo e la porto al parroco. Lo incontro sul piazzale della chiesa e, dopo un po’ di convenevoli, gli consegno la busta dicendole: “Tenga Don A..... , voglio donare i soldi del mio straordinario ai bambini bisognosi. Ci pensi lei...” Prende la busta e mi ringrazia.

Giancarlo non seppe mai di questa mia auto – iniziazione. Lui pensò sempre che “la mia prima volta” fosse stata quella volta sotto il Palazzo della Civiltà e del Lavoro all’EUR...

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IL MIO MONDO by Dick Tracy

Era passato un anno lontano dal mondo che avevo vissuto fino ai miei19 anni; certo mi mancava ma ero costretto dallo studio a starne lontano.

Tornai a casa un sabato mattina, il tempo di lasciare le valige, salutare i miei ed ero già fuori con la mia macchina a cazzeggiare per il mio paese, il mio mondo.

Naturalmente mi bastò un semplice giro della piazza per ritrovare gli sguardi di tutti gli amici che avevo lasciato un anno fa.

In me c’era qualcosa, quella sera dovevo organizzare qualcosa di speciale per il mio ritorno, una serata da non dimenticare.

Il pomeriggio lo dedicai alla famiglia, raccontando tutto ciò che poteva essere successo in un anno ma nella mia mente un pensiero fisso mi tormentava: la serata.

Non riuscii a trovare un diversivo così mi trovai ad uscire la sera senza una meta, senza un programma… quando in giro trovai una mia vecchia amica, non la vedevo dall’inizio dell’università, camminava sola per raggiungere la piazza… la chiamo dal finestrino e nel riconoscermi corre verso di me a salutarmi, la invito a salire proponendole di accompagnarla…lei mi chiede un po’ della mia vita lontano da casa…

Era vestita in modo troppo normale, indossava dei jeans e una felpa, così le chiesi il perché visto che un tempo era solita vestire in modo divino almeno il sabato sera.

Lei mi dice che quella per lei sarebbe stata una serata senza lode e senza infamia: uno di quei sabato passati a cazzeggiare in macchina di qualcuno o peggio in piazza a sparare una cazzata dietro l’altra.


Allora scatta la mia proposta: “ora ti porto a casa, ti lascio per una mezz’oretta e ti voglio trovare pronta per una serata particolare… stasera ci divertiamo, voglio vederti vestita come solo tu sai fare!”.

La accompagno, ne approfitto per comprare le sigarette e una bottiglia di Moet e per prendere da casa la macchina di papà.

Torno da lei e le faccio uno squillo… dieci minuti dopo la vedo uscire… in quel momento non so cosa mi venne in mente ma accesi subito una sigaretta per calmare gli spiriti!

Entrò in macchina e fu sorpresa di trovare al posto della opel corsa un mercedes slk!

Era fantastica: un paio di scarpe con dei tacchi vertiginosi, aperte, come piacciono a me, delle calze nere probabilmente autoreggenti coperte da una gonna dal ginocchio con uno spacco laterale unico, indossava una camicia di seta bianca che lasciava scoperto il petto e mette va in mostra il suo fantastico seno coperto da un reggiseni di pizzo nero, truccata a dovere con i capelli sciolti che le coprivano le spalle.

Andammo sul mare, e stappammo la bottiglia di Moet per smollare un po’ i freni, tra una parola e l’altra la finimmo tutta, lei non reggeva molto e si vedeva che era ubriaca, solo allora le dissi che saremmo andati in discoteca: “ma sei pazzo” disse “io non mi reggo in piedi e tu vuoi portarmi a ballare!”, detto questo cercò di farmi cambiare idea portando una mia mano sul suo seno, “non vuoi provare di che pasta sono fatta?”.

Irremovibile la riportai in macchina e come promesso la portai a ballare: già sapevo che quella serata sarebbe stata unica!

Entrammo che erano le 2, era già pieno di gente e la portai subito al bar: prendemmo due prosecchi e brindammo alla serata, la nostra prima serata da soli!

Camminammo insieme fino alla pista, lei si girò verso di me e iniziò a ballare, ogni tanto si girava e spingeva il suo sedere sul mio pisello meravigliandosi del fatto che lo sentiva ancora giù! Allora decise di provocarmi e cominciò a strisciarsi contro, leccandomi il collo, lo sentiva crescere e mi sussurrava all’orecchio: “finalmente lo sento, non mi puoi resistere”. Durammo molto poco, infatti dopo una mezz’ora eravamo sulle balconate e guardavamo la gente ballare dall’alto.

Io ero dietro di lei a lei muoveva il suo culo sfregandolo contro i miei pantaloni, le mie mani la cingevano in vita e il mio volto era appoggiato sulla sua spalla destra, da lì vedevo perfettamente il suo seno, prorompente, riempiva tutto il reggiseno. Il suo profumo mi portava verso pensieri sempre più erotici, ci sedemmo sui divanetti, di fronte a noi una coppia si baciava, ma lui guardava Antonella, la mia compagna.

Io facevo finta di non vedere ma mi piaceva da matti, anche perché Antonella lo stuzzicava: si toccava le gambe, con un lieve colpo di testa scostava i capelli portandoli indietro e scoprendo la sua vertiginosa scollatura. La sua mano afferrava il mio pisello dai pantaloni ma il suo piede si lanciava verso il pisello di quell’altro: la ragazza non vedeva tutta questa manifestazione erotica e allora Antonella tirò fuori dal reggiseno un tetta, e io corsi a cospargerla di saliva, il ragazzo di fronte a noi continuava a baciare la ragazza ma il suo sguardi no si staccava dalla tetta che mi ciucciavo.

Antonella si ricompose, lo salutò e andammo via… ritornammo in macchina e lei mi chiese di guidare, attento al suo stato di ebbrezza le permisi di farlo e mi portò in un posto molto strano, mi invitò a scendere e si sedette sul cofano anteriore, si alzò la gonna scoprendo un tanga rosso con pizzo anteriore, lo scostò e mi invitò ad avvicinarmi, l’odore che emanava il suo sesso era a dir poco fantastico, sembrava un raffinatissimo profumo irresistibile, allungai la mia lingua e iniziai a leccarla, era bagnatissima e inizio a gemere dopo pochissimo.

Lei mi teneva i capelli e stringeva nei momenti più intensi, le ciucciavo le grandi labbra, erano saporite, le leccavo il clitoride, le infilavo la lingua dentro e la muovevo.

Si alzò di scatto e mi portò lungo un viale… portava al mare, una spiaggia fantastica, semi illuminata da un faro lontano….

La luce era unica e lei si mise di fronte a me, si sfilò la gonna sculettando come solo lei sa fare, si tolse le scarpe sfilandole con l’indice in modo estremamente erotico, sfilò lentamente le calze, nel frattempo mi fissava e muoveva le labbra, le dischiudeva e leccava il labbro inferiore… si sbottonò la camicia… rimase con la sua biancheria e solo dopo seguitò a spogliarmi in un baleno!

Ero nudo senza neanche i boxer quando mi sdraiò sulla sabbia, lei era in piedi su di me e iniziò a toccarmi il pisello già durissimo con i piedi, il solo pensiero mi faceva esplodere, poi sentivo i granelli di sabbia che tra il suo piede e la pelle del mio duro pisello provocavano un attrito unico… godevo… come godevo…

Si tolse le mutandine e me le lanciò in faccia… iniziò a correre verso il mare, aveva ancora il reggiseno e gridava: “prendimi se ci riesci!”.

Mi alzai di scatto e la raggiunsi quando era già in acqua… mi abbracciò e mi infilò la lingua in bocca… interrompeva il suo inquieto slinguazzare per sussurrare frasi del tipo: “stasera devi farmi male, ti voglio scopare” oppure “la mia micetta urla, vuole il tuo pisello!”.

L’acqua era bassissima, mi fece alzare in piedi mentre lei si inginocchiò, afferrò il mio pisello e iniziò a leccarlo, lo appoggiava sulla lingua e lanciava il suo sguardo verso me, lo infilava in bocca e gemeva. Il reggiseno bagnato metteva il luce il suo seno che in quella condizione era ancora più bello… la sua lingua non si fermava più, sentivo la capocchia toccare sul suo palato, prendeva il mio pisello e se lo sbatteva in faccia, contro gli occhi, lo sfregava sulle labbra chiuse per poi afferrarlo in una morsa mozzafiato… vedevo le sue guance ritirarsi mentre il mio pisello era in bocca provocandomi quelle depressioni da paura! La presi dai capelli e la portai al mio livello, le liberai le tette e iniziai a mordicchiarle i capezzoli, un le mie mani le palpavano i culo… le sfioravo il suo buchino… e le infilavo tre dita nella fica bagnata… mi fa inginocchiare e si siede su di me, le sue gambe avvolgono il mio corpo, entro in lei…..

Un gemito le scappa, butta la testa indietro mostrandomi il collo e il seno, la afferro per i fianchi e inizia il movimento, il mio pisello entra tutto, lei è eccitatissima, esce la lingua e la rientra… Me la sbatto come non mai sul mio pisello, sento la sua fica contrarsi per cercare maggior godimento, infilo la mia testa tra le sue tette… le lecco, le ciuccio, le mordo…

Il ciaccheccio dell’acqua tra le nostre gambe è eccitantissimo, lei si alza, si gira e si inginocchia mostrandomi il culo, inizio a leccarlo, con il labbro inferiore le tiro su la fica, le lecco il magico buchino, la sua mano arriva tempestiva, si accarezza un po’ poi si infila un dito in culo… solo allora realizzo…”sei una maialona” le dico “ora ti sistemo io!”.

“Sfondami !”grida lei.

Allora appoggio il mio pisello e lo spingo, con estrema facilità entra e scompare tra le sue chiappe, me la scopo da dietro, è lei a venire verso di me, si muove da vera troia, il suo culo sbatte contro me, geme, gode… a tratti grida… “sfondami, voglio godere dai, voglio sentire tutta la tua forza dai!” La luna illumina le sue tette appese allora le afferro e la tiro verso di me dal seno! Lei grida ma è contenta …Mi chiede di uscire, “voglio godere a modo mio, ora ci divertiamo!” sussurra. Mi chiede di infilare la mia mano nella sua fica… piano ci riesco e lei geme… la spingo avanti e indietro e lei mi ordina di leccarla nei punti più strani, la lecco tra le tette, le lecco le ascelle, lisce e profumatissime, nel frattempo i sui piedi si impossessano del mio pisello, sto per venire, lei da brava troia se ne accorge.

Nell’arco di pochi secondi mi ritrovo col mio pisello tra le sue labbra, lei viene e me lo stringe in bocca… sentendo i suoi gemiti e la sua lingua che si muove sempre più lentamente le sborro in bocca… “aaahhh”… un grido di liberazione… la mia sborra calda le riempie la bocca, ne lascia uscire qualche goccia, il resto la ingoia!

“Buonissima…” si lecca le labbra e se le sciacqua.

Continuiamo ad accarezzarci per qualche minuto in acqua, sotto le stelle. Usciamo, lei avanti a me mentre sculetta mettendo in evidenza le sue natiche uniche!

Ci asciughiamo, ci rivestiamo lentamente e torniamo in macchina. Lei mi sembra più sexy di prima, accende lo stereo, accende una sigaretta, lo faccio anch’io. Fermi in macchina ci godiamo quel fantastico momento nel quale hai solo voglia di stare in silenzio contemplare l’altro e fumare una sigaretta! Lei mi passa una mano tra i capelli…

“andiamo, la serata non è ancora finita!”


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Fiammetta by BMJ

Mi chiamo Alvise, sono nato a Venezia 29 anni fa, sono alto 1,88 e peso 75 Kg., mi sono laureato in giurisprudenza a Padova con un buon punteggio, affianco mio padre nella gestione delle nostre aziende. Pratico lo sci, la vela, ho conseguito i brevetti di pilota per aerei ed elicotteri, ho fatto il militare, come ufficiale di complemento, col grado di sottotenente, nei paracadutisti, sono stato in Somalia e mi sono guadagnato un encomio, da un anno sono sposato con Fiammetta.



Il nonno asserisce che la nostra famiglia è antichissima. Secondo lui, discendiamo in linea diretta, da quel Bembo che, nel 785 sottoscrisse assieme ad un Corner, un Bragadin ed un Giustiniani, l’atto di fondazione del monastero di S. Giorgio Maggior. La nostra sarebbe una delle quattro famiglie, cosiddette evangeliste, e diversi nostri antenati sono stati Dogi. Il nonno studia documenti ed archivi, per avvalorare le sue tesi, ma finora non vi è ancora riuscito. I Francesi, quando nel 1797, invasero Venezia ed abbatterono la Repubblica, oltre ché a spogliarla delle sue ricchezze, distrussero il Libro d’Oro della Nobiltà. Dopo i Francesi, vennero gli Austriaci, i quali, fra il 1815 ed il 1830, pretesero il pagamento d’ingenti somme per riconoscere i titoli nobiliari, e molte famiglie, tra cui la nostra, non furono riconosciute come patrizie.



Come ho appena detto, sono sposato con Fiammetta, lei ha 25 anni, è bionda ed ha gli occhi verdi, è alta 1,75; le sue misure sono perfette ed è bellissima. Fiammetta è istruita e colta, oltre all’italiano, parla correntemente il francese, l’inglese ed il tedesco, è laureata in Scienze politiche. Lei appartiene ad una famiglia nobile, d’origine friulana, trasferitasi nel trevigiano sulla fine del seicento. Ci conosciamo da sempre ed il matrimonio è stato il coronamento del nostro amore.



Veramente, non ce la facevo più ad aspettare, non mi bastavano più i baci e le carezze, anche perché lei non faceva niente per fermarmi.



Forse vi chiederete perché vi racconto tutto questo, in fondo sono storie di vita privata, che possono interessare soltanto le persone coinvolte, ma se avrete la pazienza di ascoltarmi, verrà il momento che scoprirete la loro importanza.



Il giorno dopo la cerimonia nuziale, abbiamo riempito i nostri zaini e siamo partiti in viaggio di nozze. Avevamo deciso, già da lungo tempo, di non affidarci ad un’agenzia di viaggio e di andare all’avventura, evitando gli alberghi di lusso e le comitive dei turisti.



Ci siamo imbarcati su un aereo per Madrid, ed una volta arrivati, abbiamo preso alloggio in una locanda. Per alcuni giorni, abbiamo visitato la città, a dire vero, soprattutto i locali notturni, le discoteche e le balere. Lì, abbiamo conosciuto Marcel e Véronique, due ragazzi francesi, carini e simpatici, un po’ fuori di testa, che dicevano di essere diretti in Marocco.



I nostri nuovi amici erano piuttosto squattrinati, e per procurarsi i soldi necessari per vivere e proseguire il viaggio, lui si arrangiava con piccoli lavori saltuari, e lei facendo la spogliarellista. Avevo il sospetto che Véronique, ogni tanto, quando erano proprio a corto di denaro, si prostituisse, ma questi non erano fatti miei, e preferivo non approfondire la questione.



Una sera, Marcel ci annunciò che, il giorno successivo, sarebbero partiti per il Portogallo, dove con un po’ di fortuna, si sarebbero imbarcati su un peschereccio che li avrebbe sbarcati sulla costa Marocchina, ci ha invitato ad accompagnarli ed a seguirli nell’avventura. Io ero indeciso, ma fiammetta era tentata ad accettare l’invito, era rimasta affascinata dalla bellezza di Véronique e dai suoi modi, a dire poco, spregiudicati. In effetti, questa mi corteggiava sfacciatamente, mentre ballavamo si stringeva a me, sentivo i seni premere sul mio petto, respiravo il suo profumo, e per parlare, per superare il rumore della musica, dovevamo avvicinare il viso, tanto da essere a guancia a guancia, sentivo il suo fiato caldo all’orecchio, e non potevo impedirmi di aver una reazione fisica, che lei, strusciandosi, dimostrava di apprezzare, mi divertivo a flirtare, senza però andare oltre il consentito.



Non posso nascondere di essere stato tentato, ma dopo averli conosciuti meglio, la compagnia di quei due non mi attirava più, io temevo soprattutto l’influenza di Véronique su Fiammetta, la quale, fino allora, era sempre vissuta in un mondo ovattato e protetto, e mi pareva tanto ingenua da non capire, che la sua amica era una puttanella, pronta a venire a letto con me.



Per farla breve, alla fine, per accontentare mia moglie, ho accettato di intraprendere quel viaggio, e la mattina successiva, abbiamo preso il treno per Lisbona.



Già durante il viaggio, i miei timori ebbero una prima conferma, Véronique stava tentando di convincere Fiammetta a fumare l’erba e solo un mio deciso intervento la fece desistere, e poi si comportavano in modo indecente, si baciavano e le loro mani non rimanevano ferme, con grande scandalo degli altri viaggiatori.



Giunti a destinazione, non potevamo separarci dei nostri compagni senza un motivo valido, e cosi li abbiamo seguiti lungo la costa, in un villaggio di pescatori, a circa un’ora d’autobus a sud di Lisbona, lì c’era una locanda, che Marcel sembrava conoscere bene. Era un posto squallido, non troppo pulito, con un solo servizio in comune in fondo al corridoio, niente bagno e neanche doccia, e per finire siamo stati alloggiati in un’unica stanza, con due letti da una piazza e mezzo, un lavabo di ghisa smaltata ed un bidet di plastica, posto, su un supporto di legno, in un angolo della stanza. Sembrava uso di quei posti dove si affittano le camere ad ora, persino in Somalia ero stato alloggiato meglio.



Fiammetta era sconcertata, non aveva mai visto e neanche immaginato un posto del genere, credo che se le avessi proposto di tornare indietro, lei avrebbe accettato, ma purtroppo non l’ho fatto e siamo rimasti lì.



Una volta in camera, Marcel e Véronique, senza badarci, si spogliarono e si lavarono, poi si misero a letto. Io non avevo problemi, da militare, in Somalia, né ho viste tante. Ma Fiammetta non sapeva come fare per lavarsi e spogliarsi in presenza di quei due, cosi mi ha chiesto di prendere una coperta e di farle da paravento.



Appena fu sotto le coperte, Fiammetta si strinse a me e disse “Alvise, caro! Cosa ci facciamo qui? Forse non dovevamo accettare di venire qui.”



“Ma vuoi andare in Marocco?” chiesi io.



“Si! ma non credevo di andarci cosi.”



“Porta pazienza cara, è questione di pochi giorni, però ricordati che sul peschereccio, non sarà molto più confortevole.’



‘Hai ragione, ma non sarà neanche schifoso come qui.” mi disse lei, rassegnata.



Stavamo ancora parlando, che dal letto vicino, si alzarono dei sospiri e dei gemiti, che non lasciavano dubbi sulle attività dei nostri compagni di viaggio, quei due spudorati scopavano, senza ritegno, come dei conigli in calore.



Fiammetta, dopo un attimo di disagio, affondò la testa sotto le coperte e si mise a ridere nervosamente stringendomi, ogni tanto faceva capolino da sotto la coperta e gettava uno sguardo curioso verso la coppia che scopava. Io non ridevo per niente, anzi quei rumori mi eccitavano e non riuscì a resistere alla tentazione di stringere Fiammetta, ho messo la mano sul morbido monte di Venere. Lei si scioglieva e la sua fighetta era umida di desiderio, mi ha accolto con passione e ci siamo dimenticati degli altri.



In camera, Marcel e Véronique vivevano quasi nudi, e scopavano, senza preoccuparsi della nostra presenza. Véronique, quando vedeva Fiammetta a disagio per spogliarsi, rideva e la prendeva in giro.



Fiammetta era seccata e, dopo un paio di giorni, sbottò “T’interessa tanto di vedermi fare il bidet? Allora guarda!” e mi disse di togliermi di mezzo. Non ero per niente soddisfatto, il pensiero di veder mia moglie mostrarsi nuda, mi metteva fortemente a disagio, ma non voleva neanche rendere la nostra convivenza ancora più difficile, ed a malincuore mi sono allontanato.



Véronique non si è scomposta, ha guardato Fiammetta con aria seria, e ha detto “Pauvre p’tite fille! t’avais peur de montrer ton con? Que f’ras tu dans l’désert?”



Marcel ghignava, e non staccava gli occhi da mia moglie, mormorava, rivolta a Véronique “Elle n’est pas mal la poupée, regarde ses nichons, et son con sans poil.”



“Tu voudrais bien les toucher, hein! mon gros cochon! alors qu’attend tu?”



“Je la baiserai, quand tu coucheras avec lui, un peut de patience.”



Parlavano piano e velocemente, sicché non ero riuscito a capire tutto, ma ero preoccupato, le oscenità che avevo captato mi bastavano, non volevo che mia moglie rimanesse vittima dei maneggi di quei due e fosse coinvolta in una storia poco pulita, ero francamente seccato. Fiammetta, invece, ancora arrabbiata, non li ascoltava, terminò di lavarsi ed andò a sdraiarsi sopra il letto, senza neppure prendersi la briga di rivestirsi.





Allora, Véronique è andata a sedersi sulla sponda del letto, le ha dato un leggero bacio sulle labbra, poi ha detto “Scusami Fiammetta, non volevo essere sgarbata, ma durante le prossime settimane vivremo assieme, nel deserto, dovremo lavarci, tutti e quattro, in un unico catino d’acqua, e forse non avremo neanche quello, e sarà inevitabile mostrarci nudi, non ci sarà spazio per i falsi pudori.”



Fiammetta è rimasta in silenzio un breve momento, poi ha risposto “Hai ragione, sono una sciocca, ma non pensavo che vivendo cosi a stretto contatto, queste cose erano inevitabili, facciamo la pace!”



Oramai c’eravamo adeguati, avevamo dimenticato le nostre perplessità, e ci comportavamo come se fossimo soli, sia di giorno, sia di notte, e non sono neanche rimasto disturbato, quando un paio di volte, mi sono accorto che ci stavano guardando mentre facevamo l’amore.



Il fatto di vivere a stretto contatto, aveva creato un’inevitabile atmosfera di familiarità e portato a dei contatti fisici altrimenti impensabili, più di una volta mi ero trovato Véronique stretta addosso, e non posso nascondere che era una sensazione molto piacevole, se non fossi stato sposato, me la sarei portata a letto molto volentieri, e sono certo che lei ci sarebbe stata, perché quando andavamo in trattoria, spesso suo piede cercava il mio sotto il tavolo. Anche tra Marcel e Fiammetta, c’erano degli atteggiamenti, che in altre circostanze m’avrebbero fatto ingelosire. Speravo che Marcel non né approfittasse troppo, perché avevo notato che egli aveva una certa propensione ad allungare le mani, le stringeva la vita, le metteva il braccio sulle spalle, con una familiarità eccessiva, ma lei non si lamentava, e quindi non avevo motivo per intervenire.



Siamo rimasti lì per quasi due settimane, andavamo in spiaggia, oppure in giro alla ricerca di un’imbarcazione, finché un giorno incontrammo un padrone pescatore, che andava alle isole Madeira, era disposto, dietro compenso, a portarci in Marocco, saremmo partiti la mattina successiva. Sono stato contento di lasciare questo posto, perché da diversi giorni Fiammetta si comportava in modo strano, era nervosa, perfino agitata ed improvvisamente esuberante, a volta evitava la compagnia di Marcel, mentre in altre occasioni sembrava ricercarla. Di notte, ed anche di giorno, mi stuzzicava, malgrado non ce né fosse alcun bisogno, prendeva l’iniziativa, diventava sempre più appassionata e lussuriosa, tanto da lasciarmi piacevolmente sorpreso quando si è chinata per baciarmi e succhiarmi l’uccello, chiedendomi poi di leccarle la figa. Sospettavo che sotto ci fosse lo zampino di Véronique, la quale, probabilmente, si era messa a curare l’educazione sessuale di Fiammetta, consigliandola sulle cose che piacciono agli uomini.



La sera prima della partenza, Joao il locandiere ci annunciò che c’era una festa in paese, con balli in piazza, la cena servita all’aperto e vino a volontà, cosi siamo andati alla festa.



Per tutta la serata abbiamo ballato, mangiato e soprattutto bevuto abbondantemente. Fiammetta era salita sopra un tavolo per ballare ed improvvisare uno spogliarello, l’ho dovuto tirare giù, nonostante recalcitrasse, quando stava per sfilarsi le mutandine. Verso le due della mattina, la festa ebbe termine, eravamo sbronzi tutti e quattro, nessuno di noi aveva sonno e neanche voglia di tornare alla locanda e ci siamo diretti verso la spiaggia.



A quell’ora la spiaggia era deserta, debolmente illuminata dal chiarore della luna, le donne erano euforiche, camminavano tenendosi allacciate, parlottavano fra loro e ridevano sguaiatamente.



Fu allora che Marcel propose di fare il bagno; l’alcol aveva fatto sparire qualsiasi inibizione, ci siamo spogliati e nudi siamo scivolati nell’acqua tiepida, in poche vigorose bracciate mi sono allontanato dalla riva. All’improvviso mi sono sentito afferrare una gamba, era Véronique che, nuotando sott’acqua mi aveva raggiunto. Scherzavamo, facevamo la lotta, abbracciandoci nell’acqua. Riemergevamo in cerca d’aria, ridendo ed incuranti della vicinanza di Marcel e di Fiammetta, che da parte loro, si divertivano allo stesso modo.



Véronique s’immerse di nuovo e passando fra le mie gambe mi toccò, come per gioco. Apriva le gambe di modo che potessi passarci in mezzo, era nuda e potevo ammirare il suo cespuglietto scuro. Poi improvvisamente, Véronique mi abbracciò, coprendomi con tutto il suo corpo. L’acqua era cosi salata che ci teneva a galla, aiutandoci a nuotare senza sforzo, faceva ondeggiare i seni di Véronique avanti ed indietro come due grandi ninfee fluttuanti. Dopo tanti tentennamenti, la mia resistenza alle sue lusinghe è svanita. Le ho afferrato i seni, glieli ho baciati, poi ho preso i capezzoli in bocca per succhiarli, lei teneva gli occhi chiusi, ansimava, mugolava e mi stringeva a sé.



La punta del mio pene fregava contro il suo sesso, lentamente, senza sforzo, aiutato dalle fluttuazioni dell’acqua l’ho penetrata. Ci baciavamo, le nostre lingue s’intrecciavano, succhiavo le sue labbra morbide ed improvvisamente, lei ha rovesciato la testa all’indietro con un singhiozzo strozzato e l’orgasmo ci ha investito.



Ansimanti, senza dire una parola, ci siamo separati, lei mi ha accarezzato il viso con la punta delle dita e si è allontanata verso la spiaggia, lasciandomi stordito ed ancora disorientato per l’accaduto. Soltanto allora mi sono ricordato di Marcel e di Fiammetta, li ho cercati con la sguardo e li ho visti, erano sdraiati nella sabbia, vicini l’uno all’altra, lui le aveva passato un braccio sotto la nuca e la stringeva a sé.



Mi è venuto un dubbio, presto trasformatosi in certezza, mentre facevo l’amore con Véronique, Marcel si era scopato mia moglie, ho sentito i morsi della gelosia e mi sono avvicinato a grandi passi. Erano addormentati, Fiammetta aveva la testa poggiata sulla spalla di Marcel, una mano posata sul suo petto ed una gamba incuneata fra le sue. Sono rimasto a guardare, indeciso, perché dopo aver fatto l’amore con Véronique, non ero certamente nella posizione migliore per dimostrarmi geloso, e poi l’ubriachezza mi faceva vedere le cose sotto una luce diversa, in fondo, cos’è una scopata? soltanto un attimo, e poi …non riuscivo a ragionare lucidamente e mi guardavo in giro, cercando Véronique.



Véronique mi ha raggiunto, sorridente mi ha preso la mano e mi ha condotto in disparte, si è lasciata cadere sulla sabbia e mi ha attirato vicino a lei, ci siamo baciati, accarezzati ed abbiamo fatto l’amore con tutta la foga e la passione di cui eravamo capaci.



Era quasi l’alba quando mi sono svegliato, Véronique era ancora addormentata, mi stava addosso, Fiammetta e Marcel si erano mossi, non erano più allacciati, mi sono alzato per andare a tuffarmi in acqua per liberarmi dalla sabbia, anche gli altri si sono svegliati e nuotavano vicini a me, usciti dall’acqua, abbiamo raccolto i nostri vestiti e cosi, nudi e bagnati, siamo corsi verso la locanda.



Il paese era deserto, solo qualche cane randagio abbaiava al nostro passaggio, abbiamo raggiunto la locanda senza incontrare anima viva, l’aria della notte aveva asciugato i nostri corpi, ci siamo lasciati cadere sui letti, avevamo ancora qualche ora di tempo prima d’imbarcarci, né potevamo approfittare per riposare un po’ e farci passare la sbornia del tutto. Ma pareva che Fiammetta avesse altri progetti, mi si stringeva addosso, insinuava una gamba fra le mie e premeva la sua fighetta umida contro la mia coscia, si strusciava lentamente, mi mordicchiava i capezzoli, mi baciava e con la mano mi stringeva delicatamente lo scroto, risvegliando la mia virilità. L’ho rovesciata sul letto, le passavo la mano fra le cosce, era zuppa, lei avvicinava la bocca al mio orecchio e mormorava “Dai! montami! ho voglia di te.”



Non me lo sono fatto ripetere due volte e con un’unica spinta l’ho penetrata, lei mi cingeva i fianchi con le gambe, tenendomi stretto, mi diceva “Fai piano, non voglio venire subito.” Mi sono ritirato, lasciando solo la punta del pene appoggiata alla fighetta, poi sono tornato a penetrarla. Fra un gemito e l’altro, Fiammetta ha detto “Sei un porco, mi hai messo le corna, ti sei scopato Véronique, ti ho visto sai! sia nell’acqua sia sulla spiaggia, su! raccontami! ti è piaciuto? è più brava di me?”



Non ho provato alcuna vergogna e neanche imbarazzo, mi sono messo a descrivere le mie effusioni acquatiche con Véronique e la scopata sulla spiaggia, mi rendevo conto che Fiammetta si eccitava sempre più nel sentire questo racconto, è tornata a chiedere “E’ più brava di me?”



“Non che sia più brava di te, è solo diversa, è un’altra cosa.” Poi, a mia volta, ho detto “E tu! io sarò un porco, ma tu sei una puttana bella mia! appena ho voltato le spalle, ti sei fatta montare! com’è stato fare l’amore con Marcel?”



Fiammetta non si è scomposta e mi ha risposto “Ti dispiace che sia una puttana? a me, no! ma non preoccuparti, non voglio farne un’abitudine. In quanto a Marcel non è meglio di te, è soltanto diverso, con lui ho fatto del sesso, non l’amore.”



I ragionamenti di Fiammetta non mi sono piaciuti, erano amorali ed erano riusciti a farmi venire un senso di colpa, ho ripreso a scoparla con foga, poi mi sono fermato ancora ed ho detto “Calmati Fiammetta, non litighiamo, abbiamo bevuto troppo entrambi, è stato colpa dell’alcol, quel che è stato è stato, dobbiamo dimenticare quest'episodio, ma non dovrà più succedere, o il nostro matrimonio andrà in pezzi, mi credi?”



Lei mi ha baciato, poi ha risposto “Hai ragione, caro, non possiamo prendere certe abitudini, ma non hai risposto alla mia domanda.”



“Non sono felice di sapere che sei una puttana, ma non posso farci niente, io ti amo e ti accetto come sei.”



Lei si è quasi seccata “Ma tu! mio caro, non puoi lamentarti, dovevi pensarci prima di andare a scopare Véronique!”



Non avevo voglia di discutere “D’accordo, è colpa mia, se mi fossi occupato di te anziché divertirmi con Véronique, non ti saresti fatta scopare da Marcel, adesso mettiamoci una pietra sopra e non parliamone più.”



L’ondata dell’orgasmo ci ha travolti, la fighetta di Fiammetta mi strizzava e mi poppava l’uccello, impedendomi ogni ulteriore ragionamento e mettendo fine ai nostri discorsi.

Pensandoci bene, mi sembrava impossibile, eravamo sposati da meno di un mese e ci siamo già traditi a vicenda, se andiamo avanti di questo passo, cosa succederà in futuro?però sembrava che la nostra intesa sessuale fosse rafforzata da quest’avventura.

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